Dollaro sul palco

Iniziamo con la bilancia commerciale, poi le vendite al dettaglio, prezzi al consumo, Beige Book, jobless claims, Empire State (indice manifatturiero), I Tics, la produzione industriale, il Philadelphia Fed, dati sul mercato immobiliare e infine l’indice del Michigan sul sentimento di mercato.

In generale, il mercato si aspetta dati positivi e quindi movimenti pro-dollaro che dovrebbero sovrastare la cautela invocata dalla Fed. Per l’orario di uscita dei dati, si consulti il calendario qui: http://www.dailyfx.com/calendar/.

Passando all’Euro, abbiamo ripetuto che i tori avranno vita dura, almeno finché le problematiche solite non verranno risolte ed ecco che l’EurUsd balza in avanti sull’arrivo dei soccorsi congiunti di EU e IMF. Nessuno pare essersi preoccupato del downgrade di Fitch sulla Grecia, che ora è a BBB- (quindi due gradini più in basso) perché oramai gli investitori sanno che la Grecia è nei pasticci e quindi si preoccupano più della possibilità per la Grecia di ripianare il debito. L’EU/IMF offrono il prestito al 3-4% (molto più economico del mercato, che vorrebbe il 7%) e questa mossa è una dichiarazione fortissima di salvaguardia dell’Europa e di contenimento del contagio.

Passando al Canada, la disoccupazione è rimasta stabile all’8,2% e i jobless di venerdì sono usciti leggermente peggio delle attese (hanno trovato posto solo 18k persone contro i 26k attesi). UsdCad si mantiene leggermente sotto la parità ma non ci sono dati Cad questa settimana, in grado di aiutare la discesa sotto la parità. A questo punto dipende dal petrolio e dalle commodities il futuro del Cad. Ora guardiamo ad un paio di domande che giungono quando il mercato ci “beffa”.

Succede a volte di impostare un trade con take profit a X  e di vedere il trade non andare a buon fine solo per una manciata di pip. Allora viene da chiedersi “accidenti, se fossi stato davanti al terminale, avrei veramente visto questo trade diventare maturo e sarei uscito?” In breve, occorre accettare questo elemento del mercato, unitamente al fatto che la sfortuna, a volte, ci colpisce anche nel trading. Vediamo anche un altro caso: “quando vedo che il mio trade sta andando chiaramente male e sta per prendere lo stop loss, meglio uscire subito o lasciare che lo stop venga preso?”.

Decisamente qui è meglio restare dentro il trade, specialmente se si è entrati in direzione del trend principale. Se si entra sul mercato seguendo un piano, occorre restare nel trade e vedere veramente se il piano possa funzionare. Con stop loss e take profit posizionati in maniera logica, lo step successivo è lasciare che il mercato compi il suo movimento.  In altre parole, se si ha un processo decisionale con cui entrare ed uscire dal mercato, è meglio seguirlo piuttosto che modificarlo ogni volta che si prende uno stop.

EurUsd – grafico 8 ore

Una delle cose più difficili da mantenere nel trading è la pazienza e la calma, specie nel seguire un sistema – dove ci vuole anche disciplina. Qui stiamo parlando di trading, siamo nell’ambito della probabilità, non della certezza. Quindi quelle volte che si prendono cantonate, non necessariamente sono sbagli: è solo trading. Nel trading, a volte, il mercato ci da torto: occorre accettare questo fatto e andare avanti per la propria strada limitando i danni e ricercando la profittabilità continua.

Passiamo ora all’analisi tecnica, dove il movimento dell’euro di venerdì sera ha scombinato un po’ le carte in tavola. Il terzo guadagno giornaliero consecutivo dell’euro nei confronti del dollaro è dovuto in questo caso dall’annuncio dei ministri della zona euro di aver concesso 45 miliardi di euro di prestiti alla Grecia al tasso inferiore di mercato, portando in dote una rinnovata propensione al rischio e all’acquisto di euro.
La salita dell’euro ha così rotto a rialzo la trendline discendente disegnata dai massimi del cambio a cavallo di novembre/dicembre 1.5140 imponendo ora di ricercare nuovi livelli a cui questa salita potrebbe arrestarsi.

Il candidato migliore per le prossime giornate appare essere il livello di massimo del 16 marzo scorso, in area 1.3815. Come zona invece di supporto, essendosi allontanato parecchio il livello di rottura della trendline a 1.3490, possiamo tenere a mente 1.3590. Come vedete sono due livelli non troppo vicini che contemplano ancora della volatilità del cambio da smaltire.

La discesa del cambio UsdJpy, da 94.80, ha quasi raggiunto il punto di rottura di 92.50, salvo poi sfruttare un ottimo livello di doppio minimo degli ultimi tre giorni e ritornare al di sopra di 93 figura. Consideriamo ancora valida l’area di supporto compresa fra 92.50 e 92.80 e come livello di giornata di resistenza il massimo di venerdì a 93.75.

Non poteva non approfittare della ripresa della fiducia sull’euro il cambio EurChf, riportandosi al di sopra di 1.44 e scongiurando per il momento il rischio “nuovo minimo storico”. Il consiglio è di valutare ancora questo livello come verifica della ripresa del cambio ponendo attenzione ad un ulteriore scivolone all’indietro. Chi sta seguendo il cambio da alcuni mesi sa bene che ora il prossimo livello da guardare si trova a 1.4580 e un suo superamento potrebbe riportare il cambio in zone più tranquille e ben accette anche alla SNB.

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