Previsioni Italia, Bankit e Ocse pessimisti

Nuovo leggero progresso per l’economia italiana nel corso di Febbraio, anche se la crescita è meno sostenuta rispetto al resto della zona euro.
A dichiararlo è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse):
“Gli indicatori compositi per il mese di febbraio continuano a segnalare un’espansione dell’attività economica, a ritmo però molto differente secondo paesi e regioni” riporta il comunicato mensile dell’organizzazione basata a Parigi.

Il “leading indicator” composito calcolato per l’Italia segna a febbraio un leggero progresso rispetto al mese precedente, portandosi a livello 106,4 rispetto ai  106,1 di gennaio.
Tuttavia, va tenuto conto che il risultato di gennaio è stato rivisto al ribasso di un punto pieno dai 107,1 del dicembre 2009. Gli ultimi aggiornamenti Ocse mostrano comunque un recupero sull’indice italiano di 13,1 punti rispetto a febbraio 2009.

Il miglioramento relativo all’Eurozona è invece più evidente. Il leading relativo alla zona euro, infatti, passa a 104,6 con un aumento di 0,5 punti, mentre quello per i paesi dell’area Ocse sale di 0,7 punti a 103,6. Nel mese in questione sale di 0,9 punti l’indicatore sulla Germania, come quello di Stati Uniti e Giappone, mentre quello francese mostra un incremento minore di quello italiano, guadagnando un +0,1.

“Segnali di forte crescita economica si vedono in Stati Uniti e Giappone”, riferisce l’organizzazione, “Allo stesso tempo, segni di un possibile indebolimento del ritmo della crescita economica emergono in Cina e in misura minore anche in Francia e Italia”, specificano.
A livello di valore assoluto, tuttavia, l’indice italiano in febbraio resta comunque elevato tra i paesi presi in esame, analisi che trova concorde anche il presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso che, intervenuto a Parma, ha definito l’economia italiana “solida e forte“.
Barroso ha puntualizzato che per il sistema italiano, “come per altri Paesi è necessario uno sforzo sui conti pubblici”, per superare la crisi.
In merito a questo punto il presidente sostiene che “l’Italia deve mantenere la disciplina” ma, conclude, “A nostro giudizio l’economia italiana è solida”.

Meno ottimista Bankitalia, secondo cui l’economia mondiale è alla prese con un triennio di retromarcia dovuto alla peggiore recessione dal dopoguerra. Non fa eccezione l’Italia, dove i fattori di crisi “hanno complessivamente sottratto 10 punti percentuali di crescita al prodotto (con una forte concentrazione nel 2009)”, afferma l’Occasional Paper della banca centrale intitolato ”La trasmissione della crisi finanziaria globale all’economia italiana. Un’indagine controfattuale, 2008-2010”.
“Le politiche economiche e i meccanismi di stabilizzazione automatica hanno arginato circa un terzo degli effetti negativi”, continua lo studio, limitando al 6,5% la riduzione del Pil nel triennio considerato.
”In una prospettiva di piùlungo periodo, la crisi sembra avere inciso in misura non trascurabile anche sulle potenzialità di sviluppo della nostra economia”, sottolinea il rapporto, “Si stima che il ritmo di crescita del prodotto potenziale si sia ridotto a circa lo 0,3 per cento”.

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