Attese sull’fx

Che dire, i temi, purtroppo, rimangono sempre i soliti: la Grecia, la nube che ha paralizzato mezza Europa ed i risultati di Goldman Sachs, che gettano timori su molti banchieri d’affari relativamente alla possibilità che avvengano ispezioni approfondite negli ambienti dell’alta finanza.

Tutto questo si traduce in incertezza generalizzata sul mercato dei cambi, incertezza che sembra essere stata superata, almeno nel breve, dai mercati azionari.

Per capire quali possano essere gli scenari futuri, da poter sfruttare per realizzare guadagni (non dimentichiamoci che sul mercato valutario, andando ad effettuare sempre una compravendita di valute, è possibile guadagnare sia a rialzo, da un apprezzamento di una divisa contro un’altra, sia a ribasso) non ci resta che concentrarci sulle questioni più tecniche relative alla sfera economica globale, mantenendo bene in mente il quadro generale di potenziali rischi.

Ieri l’attenzione era rivolta soprattutto alle sponde britanniche, che vedevano in pubblicazione i dati sulla tanto temuta inflazione. Anno su anno si è registrato un aumento dei prezzi pari al 3%, contro attese di 2.8% ed un dato precedente di 2.9% e sul mese si è verificato un aumento dello 0.6%, non sufficiente a nostro avviso, per far propendere al Board della Bank of England per un rialzo di tassi nell’immediato futuro (e neanche nel giro di qualche mese, a meno che altri dati facciano cambiare drasticamente la view).

Un Paese dove invece i tassi li alzano e non hanno paura a farlo è la lontana Australia. Le minute dell’ultima riunione, attesissime dagli analisti che volevano diradare la nebbia che offuscava, anche se non molto, le proprie vedute sull’economia australiana. Si voleva capire se e quanto potesse incidere su futuri rialzi l’export di materie prime.

La risposta è stata chiarificatrice (le esportazioni incidono) e la view sullo scenario monetario vede ora un possibile rialzo di ¾ di punto entro fine anno (i tassi attualmente si trovano a 4.25%).
Per oggi attesi i dati sui jobless inglesi e le minute della BoE. Nient’altro di interessante sotto il sole.

EurUsd – grafico 60 minuti

Passiamo all’analisi tecnica dove vediamo continuare il movimento correttivo, sull’eurodollaro, in atto dal massimo di 1.3680 di una settimana fa. La trendline che congiunge i massimi decrescenti indica per le prossime ore un livello di resistenza in area 1.3475, mentre un livello statico è suggerito dal massimo di ieri, coincidente con una zona di congestione vista settimana scorsa, 1.3520. Il punto di arrivo di questa tendenza sembra poter essere l’area di supporto chiave, poco al di sotto di 1.33 figura.

Quasi 200 punti di ripresa sono stati registrati sul cambio UsdJpy, successivamente all’apertura negativa di domenica notte. Questo è confortante per la ripresa della tendenza rialzista primaria, che continuiamo a suggerire, e riporta di attualità la resistenza chiave di 93.70, livello di doppio massimo di settimana scorsa coincidente con un massimo molto evidente dei primi giorni di gennaio scorso.

A distanza di un giorno ci ritroviamo con un cable molto stabile. Ancora una volta 1.5380 è un buon livello da considerare (questa volta più nel breve) ed una sua rottura potrebbe condurre i prezzi al massimo di ieri a 1.5430. Il punto di supporto di questo scenario è dato da 1.5330, doppio minimo della seconda parte della giornata di ieri.

Il cambio UsdChf sta avvicinandosi alla trendline discendente superiore posizionata a 1.0750. Se ricordate la figura che stiamo tenendo d’occhio da qualche giorno (una sorta di triangolo con un’area di supporto a 1.05), oltre questa resistenza ci attendiamo un’ulteriore accelerazione del cambio sino almeno al massimo degli ultimi otto mesi, 1.0895.

Osserviamo ora il cambio AudUsd, dopo che negli ultimi due giorni ha registrato una buona risalita, riportandosi molto vicino a quell’area di resistenza di cui aspettiamo il superamento da tempo. 0.9405 è il massimo del cambio da inizio agosto 2008 e la trendline inferiore che guida il movimento di ripresa del cambio da questo febbraio indica un suo raggiungimento. Il supporto a questo scenario si trova in area 0.9220 e sino a che questo non verrà oltrepassato la tendenza sarà da considerare positiva.

Interessante l’evoluzione del cambio UscCad. Nonostante la Bank of Canada abbia lasciato ieri i tassi invariati allo 0.25% le speculazioni di un rialzo, suggerito dal tono hawkish utilizzato, durante il prossimo incontro di giugno ha condotto il loonie al di sopra della parità (UsdCad ovviamente al di sotto). Vediamo ora se questa prima area di resistenza a 0.9950 darà dal filo da torcere al cambio o se il prossimo obiettivo di 0.9820 sarà raggiunto a breve. 1.03, ora più lontano che mai, è ancora il livello di svolta, se dovesse venire superato a rialzo.

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