Europa, la ripresa sarà forte

di Biagio Campo

Un prezzo delle azioni al di sotto della media storica, dove emerge un price-earnings dei titoli europei più interessante rispetto a quello delle altre aree geografiche e spread a favore dei titoli azionari, in confronto al mercato obbligazionario, questi i risultati dell’ultima ricerca elaborata da Marcus Schulmerich, senior product engineer, European active equity strategies di State Street Global Advisors (SSgA).
“Storicamente, dopo i periodi di flessione dei mercati, l’azionario europeo si è sempre ripreso con notevole forza, un trend che sembra si stia riproponendo nel recupero che i mercati hanno registrato negli ultimi mesi” spiega Schulmerich. “Per valutare se questo possa essere il momento giusto per investire nell’azionario europeo, abbiamo analizzato una serie di misure di valutazione che riguardano sia le azioni sia i fattori macroeconomici. Le interessanti quotazioni attuali forniscono un eccellente livello per un posizionamento iniziale”. Il rapporto prezzo-utili (P/E) indica quanto sia interessante un’azione in termini relativi. In questo momento i mercati azionari sono ad un livello di costo basso, rispetto agli ultimi 20 anni, inoltre gli investitori attivi potranno trarre beneficio dagli ampi spread delle quotazioni (la differenza tra l’azione con il prezzo più basso e quella con il prezzo più alto) e gli spread della crescita (la differenza tra la società che cresce più velocemente e quella che cresce più lentamente), elementi che dovrebbero offrire ai gestori l’opportunità di poter scegliere i titoli più interessanti per superare il benchmark.
Come illustra il grafico, l’azionario europeo offre attualmente un rapporto prezzo/utile più interessante rispetto a quello di altre regioni del mondo, garantendo un livello di costo relativamente basso.
“La situazione che gli investitori affrontano attualmente è analoga a quella dei primi anni dello scorso decennio” continua Schulmerich. “Allora, nel 2001, l’indice MSCI Europe registrò un
-15,29% e un -30,95% nel 2002. Tra il 2003 e il 2007, tuttavia, il rendimento annuo salì al +14,89%. Nel 2008 l’indice ebbe una crescita negativa del 44,04%, mentre nella prima metà del 2009 è tornato positivo, arrivando al 6,87%. Se ne deduce che, storicamente, dopo periodi consecutivi di crescita negativa, l’azionario europeo ha più che compensato le perdite con rendimenti molto più consistenti”.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!