Goldman, oggi i vertici sulla graticola

Quando il fuoco proviene da più fronti difendersi diventa una pura scelta di rinunce; di solito si lascia scoperto il bersaglio meno utile, per concentrare gli sforzi sui propri avamposti cruciali. Il problema però è che, nel caso di Goldman Sachs, la scelta del focus è già stata fatta a monte da una pluralità di “nemici” e ora riuscire a tener testa alla situazione non è di certo cosa semplice.

Già perché il primo ricorso alla magistratura federale è stato presentato ieri a New York: l’accusa era quella di aver nascosto agli azionisti l’esistenza di un’inchiesta della Securities and Exchange Commission. Altre due denunce sono state inoltre depositate fin da venerdì sera alla Corte suprema dello stato e, come tutti sanno, la Sec il 26 aprile ha accusato Goldman di frode per i derivati sui mutui subprime contenuti nel veicolo Abacus 2007-Ac1.

La questione calda che coinvolge ormai in maniera evidente anche una star dei fondi alternativi Stando infatti a quanto riportato dalle autorità è stato progettato appositamente dalla banca assieme a uno dei suoi grandi clienti, l’hedge fund di John Paulson, per consentire scommesse sulla caduta immobiliare all’insaputa di altri investitori in Abacus.

Come prevedibile l’amministratore delegato di Goldman, LLoyd Blankfein, e i vertici della società hanno respinto ogni addebito. Una presunta “innocenza” che oggi se la dovrà vedere con un Congresso di certo non amichevole; l’audizione parlamentare, organizzata dalla Commissione permanente d’inchiesta guidata dal senatore democratico Carl Levin, è stata paragonata, per l’alta tensione, alle indagini della Commissione Pecora durante la Grande Depressione, che attaccarono il grande finanziere JP Morgan.

Insomma, tempi decisamente difficili per Blankfein; e la gara tra una decina di trader della società che celebrarono pubblicamente i successi in tempi di crisi con una gara a chi divorava più hamburger (come riportato ieri dal Wall Street Jurnal) di certo non aiuto alla causa.

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