Bernanke e Obama, allarme deficit

Il fallimento era nell’aria. I repubblicani del Senato Usa avevano promesso di bloccare il disegno di legge della riforma finanziaria promossa dall’amministrazione Obama, e così è giunta la prima battuta d’arresto, seppur temporanea.
Nel voto procedurale per decidere se terminare il dibattito sulla riforma e portare la legge al voto dell’aula, infatti, i democratici hanno avuto una maggioranza di 57 voti contro 41 contrari. Ne sarebbero serviti 60, ma i 41 repubblicani al Senato hanno votato compattamente contro.

La replica del presidente è giunta immediata. Barack Obama, in una nota, si è dichiarato “profondamente deluso dal voto del Senato”, sottolineando che “alcuni senatori possono pensare che fare ostruzione sia una buona strategia politica, altri possono vederla come un’opportunità di fare proseguire il dibattito a porte chiuse, lasciando così spazio ai lobbisti. Il Senato deve rimettersi al lavoro e mettere l’interesse del Paese prima del partito”.
I democratici, dopo la crisi finanziaria,  vogliono far approvare regole più severe sulle banche e sul mercato di capitali, per impedire il ripetersi degli eventi del 2007-2009 che hanno trascinato il sistema economico sull’orlo del baratro. Tuttavia i Repubblicani, pur riconoscendo la necessità di una riforma, sostengono che il disegno di legge democratico sia un colpo di mano del governo.
“Tutti noi vogliamo una riforma che dia un freno a Wall Street, ma non vogliamo essere trascinati nella corsa ad un’altra legge omnicomprensiva”, ha detto il capogruppo repubblicano al Senato, Mitch McConnell.
Come detto, comunque la battuta d’arresto è solo temporanea, poiché ora inizia la fase di lavoro per trovare un accordo con i repubblicani, che dovranno decidere se presentare una propria proposta alternativa.

Ben Bernanke, di fronte ai 18 membri della commissione nazionale per la riforma e la responsabilità ha commentato: “Nessuna previsione credibile ci permette di credere che il futuro ritmo di crescita dell’economia americana sarà sufficiente a ridurre il deficit se non si modificherà profondamente anche la politica di budget”.
“Non vi sono leggi più semplici di quelle della matematica”, ha aggiunto il presidemte della Fed, “Ciò significa che, affinché i budget siano validi, quale che sia il livello di spese voluto, le entrate devono essere sufficienti a sostenere queste spese a lungo termine”, ha dichiarato ammettendo l’esigenza di un aumento del carico fiscale negli States nel medio-lungo periodo.
“Al tempo stesso”, ha proseguito Bernanke “la vitalità economica viene resa migliore quando le imposte non sono eccessive e sono raccolte grazie a un sistema efficace sul piano economico, giusto e trasparente”. Secondo il numero uno della banca centrale americana è perciò necessario riformare il sistema fiscale aumentando i criteri di trasparenza e giustizia, così da evitare che il maggior carico fiscale dia luogo a tensioni sociali.

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