Attacco al tabacco

di Sara Lupi

L’Australia sarà la prima nazione al mondo ad obbligare le multinazionali del tabacco a vendere in pacchetti quasi anonimi, senza colori, logo o marchio, nell’ambito di una grande campagna presentata nei giorni scorsi dal governo laburista per cercare di ridurre le morti legate al fumo, 15.000 all’anno su una popolazione di 22 milioni di persone. Tra le misure figurano anche severe restrizioni sulla pubblicità online, un netto aumento della tassa sul tabacco e nuove campagne contro il fumo. La decisione, che punta a tagliare sensibilmente i consumi di tabacco e a risparmiare miliardi di dollari da far confluire direttamente nel sistema sanitario pubblico, ha provocato l’immediata reazione delle compagnie del tabacco. “Le grandi multinazionali si lamenteranno, si infurieranno, penseranno ad ogni tipo di azione legale possibile per cercare di metterci in difficoltà, lo sappiamo, fa parte del gioco”, ha detto Kevin Rudd primo ministro australiano. “Ma il governo non si lascerà intimidire”. Le nuove norme limiteranno drasticamente la possibilità di rendere accattivanti i pacchetti di sigarette: a partire dal primo luglio 2012, saranno vietate immagini, colori e loghi delle multinazionali produttrici, che potranno solo imprimere il loro nome a caratteri standard. Le sigarette saranno dunque vendute in confezioni tutte uguali, con gli avvertimenti sui danni del fumo e immagini horror delle malattie che questo vizio può causare. È già entrato in vigore invece l’aumento del 25% dell’imposta sulle sigarette, che comporta un incremento di quasi due euro sul prezzo di un pacchetto. Le compagnie del tabacco hanno definito illegali le misure, sostenendo che favoriranno il mercato nero e la circolazione di prodotti inferiori e più dannosi.
Un portavoce della Philip Morris International non ha voluto dire se la società intraprenderà un’azione legale, ma ha dichiarato che l’imposizione di pacchetti anonimi rappresenta “un’espropriazione incostituzionale del valore della proprietà intellettuale, e viola diverse leggi australiane sul commercio”. Sulla stessa linea la British American Tobacco, secondo cui la decisione di aumentare la tassa sul tabacco rischia di alimentare il mercato nero. Ora la proposta di legge dovrà passare al vaglio del Parlamento.
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