Riforma finanza Usa in stand-by

Come nella migliore delle tradizioni italiche, casistica anomala negli Stati Uniti, il nuovo che avanza è stato bloccato da contorsionismi politici. Come riportato stamane su Il Sole 24 Ore, a sorpresa, i democratici non sono riusciti a raggiungere la maggioranza assoluta di 60 voti per chiudere il dibattito sugli emendamenti della riforma della finanza, fatto che avrebbe consentito di procedere con le discussioni sull’intero testo della legge e di metterlo ai voti.

Al partito del presidente non e’ mancato solo il sostegno repubblicano (dopo la sconfitta in Massachusetts i democratici possono sulla carta contare solo su 59 voti), ma ci sono state anche defezioni interne: il voto procedurale si e’ chiuso con 57 voti favorevoli e 42 contrari, ma soprattutto con il no di due democratici (il senatore del Minnesota Russell Feingold e la senatrice di Washington Maria Cantwell).

Reid, che dopo tre settimane di dibattito sui numerosissimi emendamenti sperava di sbloccare la situazione, puntava a offrire senza intoppi al presidente la seconda vittoria dopo quella sulla sanità. Così non è stato e il senatore ha dovuto abbassare il tiro, promettendo che “si continuerà a lavorare sulla legge”. A questo punto il voto sull’intera legge non arriverà prima di venerdì, sempre detto che si proceda oggi a un secondo voto per la chiusura del dibattito, cosa che Reid da per probabile. Il presidente della commissione bancaria Christopher Dodd, che per superare lo stallo aveva proposto di annacquare il controverso emendamento sui derivati (quello che imporrebbe alle banche di scorporare le attivita sul trading di derivati) salvo poi fare marcia indietro, si e’ detto ottimista sul fatto che la riforma finanziaria riuscira infine a vedere la luce. Speriamo..

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