Ocse – Italia fuori dalla recessione, ma serve rigore

L’Ocse ha rivisto in rialzo la crescita dell’economia nell‘area euro all’1,2% nel 2010, ma sollecita a rimuovere gli elementi di debolezza che potrebbero far rallentare la ripresa.
Per quanto riguarda strettamente l’Italia, l’organismo parigino ha constatato come il nostro paese abbia avuto uno dei maggiori cali nella produzione fra le nazioni della zona euro ma, a metà 2009,  ha individuato la fine della fase di recessione.

Sebbene la crescita sia accelerata fino al 2% annuo nel primo trimestre, la ripresa dovrebbe procedere a un ritmo moderato nell’intero 2010, rafforzandosi leggermente nel 2011.
L’edizione preliminare dell’Economic Outlook dell’Ocse, inoltre, ha mantenuto invariate le sue stime sul Pil 2010 e 2011 rispettivamente a 1,1% e a 1,5% indicate lo scarso novembre.
Il deficit è visto al 5,2% del Pil per quest’anno e al 5,0% per il 2011, mentre la disoccupazione continuerà leggermente a salire nel 2011, con stime Ocse in rialzo rispetto alle previsioni di novembre. Il tasso di disoccupazione, infatti,  è visto a 8,7% da 8,5% delle stime di novembre, mentre per il 2011 il tasso salirà leggermente all’8,8% contro stime di 8,7% in novembre.

L’Ocse sottolinea come, dal punto di vista del debito, l’effetto contagio della Grecia sia stato limitato, anche a causa del fatto che l’Italia ha mantenuto un basso deficit primario, entro i limiti fissati nel 2009. L’istituto parigino ha comunque sottolineato la necessità di un consolidamento fiscale nel 2011, che richiederà forti tagli alle spese. Il ricorso a misure una tantum dovrebbe essere evitato.

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