Manovra, la giusta direzione

Secondo il commissario europeo agli Affari Monetari, Olli Rehn i tagli contenuti nella manovra da 24 miliardi di euro varata dal Consiglio dei ministri italiano “sono molto significativi”. Rehn ha inoltre affermato che la manovra italiana da 1,6 punti percentuali di Pil per il 2011 e il 2012 contribuisce a ripristinare la credibilità della zona euro.
Della stessa opinione sembra il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, secondo cui gli sforzi dell’Italia “vanno della buona direzione”, ha detto posticipando comunque “un’analisi dettagliata” degli interventi decisi.

Tuttavia, le reazioni in Italia sono meno concordi. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, lancia lo sciopero generale mentre l’opposizione invita il ministro dell’Economia a “smetterla di giocare con i video games”.
Voci discordanti giungono anche dallo schieramento di governo, dove Roberto Formigoni definisce “insostenibile”, il piano varato ieri sera.

Finora non sono stati forniti dettagli o documenti sulle misure approvate per riportare nel 2012 il deficit al 2,7% del Pil dal 5,3% dello scorso anno, ma è in corso una conferenza stampa a Palazzo Chigi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Il presidente del consiglio dei ministri ha dichiarato che la crisi impone a tutti di ridurre il debito pubblico: “E’ necessario intervenire sul rapporto deficit/pil” e poi ha sottolineato: “Non abbiamo aumentato le tasse”.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, invece, a proposito della manovra economica, ha detto: “L’Unione Europea produce più deficit pubblico che Pil e la crisi ha accentuato questa dinamica. Ora la situazione non è più sostenibile. Lo stato sociale ha funzionato fino ad ora ma ora è tempo di riflettere proprio per potere mantenerlo”.
“Con la manovra chiediamo un atto di responsabilità ai dipendenti pubblici”, continua Berlusconi,  “perché negli ultimi anni i loro stipendi sono aumentati di più rispetto ai privati che, fra l’altro, hanno la garanzia del posto fisso”.

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