Tango bond, il mistero “fiscal agent”

di Marcella Persola   

Ci sarà tempo fino al 22 giugno per aderire alla nuova offerta di scambio promossa dalla Repubblica Argentina nei confronti degli investitori italiani che avevano investito sui titoli andati in default nel 2001.
Già nel 2005 il Governo di Buenos Aires aveva presentato un’offerta di concambio per i cosiddetti tango-bond, ma sembra che l’attuale proposta sia peggiorativa rispetto a quella di cinque anni fa, seppure il ministro dell’Economia argentino, Amado Boudou e altre fonti ufficiali argentine hanno sottolineano più volte che il concambio restituirà il 50% del debito.
Il calcolo, in realtà, secondo alcuni esperti non prenderebbe in considerazione gli interessi maturati dai bond e quindi il rimborso sarebbe inferiore, ma in linea con quanto il governo di Buenos Aires annunciò nel 2005, ossia che le nuove offerte non avrebbero potuto essere migliorative rispetto a quella proposta.
Dalle associazioni che hanno difeso in questi anni i bondholder il coro sembra unanime: aderire è l’ultima opportunità. In particolare la Task force argentina presieduta da Nicola Stock, a cui farebbero capo, secondo stime di mercato circa 4,4 miliardi di obbligazioni per 180.000 aderenti, ha precisato che “resta nell’autonomia decisionale dei singoli obbligazionisti ogni decisione sull’opportunità di aderire o meno alla nuova Offerta pubblica di scambio”. Adusbef invece ha consigliato di dare disdetta a TFA e di aderire all’ops. Di parere opposto Egidio Rolich, presidente di A.R.T associazione risparmiatori tangobond, che attacca frontalmente le banche e suggerisce ai risparmiatori di leggere attentamente quanto riportato nei moduli di adesione. “Nel modulo è contenuta infatti una clausola vessatoria seconda la quale l’obbligazionista si impegnerebbe a non avvalersi di nessun provvedimento giudiziale, arbitrale nei confronti dell’Argentina, del trustee e del fiscal agent” precisa Rolich “Ma peccato che dietro questi fiscal agent si nascondano le banche e gli intermediari”. Questo vorrebbe dire che tutte le azioni che le associazioni hanno attuato nei confronti delle banche verrebbero a cadere. “Mi chiedo per quale motivo questo aspetto non sia stato ben evidenziato e per quale motivo non sia stato indicato con un termine italiano il ruolo svolto da questi fiscal agent” continua Rolich che chiosa “noi abbiamo sempre consigliato ai nostri associati di compiere una scelta in linea con la propria psicologia. Se dopo nove anni una persona è stanca di aspettare, sappia che con questa offerta si vedrà rimborsato nel 2023 il 23% di quanto investito.

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