Sterline e franchi in salita

la discesa causata dalle dichiarazioni di Osborne, secondo il quale verrà data maggiore autorità alla BoE in merito ai settori finanziari, andando così ad istituzionalizzare ulteriormente (già l’FSA è un organo molto ben visto e rispettato) i compiti di regolamentazione e di controllo del settore finanziario, il più importante in assoluto nella City londinese.

Questa salita profuma di reazione dei mercati che hanno, dopo un primo momento di sconforto e di incertezza (tra l’altro tipico di queste delicatissime fasi di mercato), dato fiducia alla divisa britannica rafforzando in noi l’idea che nel momento in cui verrà percepita una ripresa a livello globale (cosa che adesso, timidamente, sta avvenendo soltanto per gli Usa, dopo vedremo i dati usciti ieri), molto probabilmente sarà la valuta d’oltremanica la prima a poter partire per un rally a rialzo.

Se andiamo a vedere l’anno scorso, circa a marzo, quando si cominciava a respirare un’aria un po’ più di speranza nella ripresa, la sterlina, nei confronti del dollaro americano  è ripartita in modo convinto portandosi da 1.3650 a 1.700 nel giro di 5 mesi. Bene, ora la situazione potrebbe essere letta in modo simile, in quanto sappiamo che l’economia britannica non sta certo vivendo un buon momento, ma tutte le notizie che riguardano il futuro, soprattutto per quanto riguarda il settore dei servizi (che come sappiamo è il maggior contribuente del Pil del Paese) e che sono in grado di far aumentare il grado di fiducia degli investitori, portano su la sterlina e questo è un dato di fatto.

Passando alla sponda americana, ieri abbiamo assistiti alla pubblicazione di dati in perfetta linea con le attese, con una piccola eccezione per quanto riguarda i Jobless Claims, usciti a +472k contro le attese di 450k (tutto sommato accettabile). Per quanto riguarda il CPI – Consumer Price Index – esso si è attestato a -0.2% sul mese, mentre ad un complessivo +2% per quanto riguarda l’orizzonte annuale, mentre lo stesso dato, ripulito dai settori del cibo e dell’energia (che sono i più volatili) ha mostrato un +0.1% sul mese ed un +0.9% sull’anno.

I leading indicators hanno segnato +0.4%. Un altro fatto degno sicuramente di nota è ravvisabile sui grafici cross Chf. Ma cos’è successo per far si che il franco svizzero salisse così tanto, soprattutto nei confronti di dollaro ed euro (anche su altri cross è avvenuto)? Le grandi volpi della SNB hanno pensato bene, durante lo statement accompagnatorio della decisione di mantenere il libor a tre mesi nella fascia tra 0 e 0.75% (come tasso di riferimento può essere considerato lo 0.25%), di utilizzare un tono più ottimista del solito, facendoci capire, tra l’altro, di non essere preoccupati per un pericolo imminente di inflazione, e provocando così un sell-off di UsdChf sul mercato, che ha trascinato a rialzo tutti gli altri franchi.

UsdChf – Grafico giornaliero

La loro furbizia, come si suol dire da queste parti, non ha limiti né confini e ci sembra quasi voglia di darsi la zappa sui piedi da soli: Dopo tutti gli interventi effettuati dalla banca centrale per contenere la forza del franco, soprattutto nei confronti della altre due divise appena citate, per i quali è stato speso, si stima, l’equivalente del 20% del Pil elvetico e che non hanno prodotto grossi risultati in quanto il mercato è sempre andato a sfidare la credibilità dell’istituto centrale, spingendo, dopo ogni intervento, il franco a rialzo, adesso si ritrova a fare i conti con lo stesso problema, ma questa volta auto-causato.

Una cosa ancor puiù strana è che essa era intervenuta qualche giorno prima, a 1.3745 e a 1.1490, spingendo l’EurChf sopra l’1.3900 ed il UsdChf a 1.1624. Cercheremo di capire nhei prossimi giorni se si tratta solamente di idiozia o se i motivi sono altri.
Cerchiamo ora di trovare qualche spunto interessante per la fine di questa settimana di scambi.

Iniziando come sempre dall’eurodollaro possiamo notare come la tendenza continui a rimanere rialzista con la rottura, ieri mattina, del livello importante di 1.2360. Come abbiamo osservato già ieri un grafico con un timeframe almeno orario indica, arrivati a questo punto, un possibile ritorno della moneta unica sino a rivedere 1.2660: c’è solamente un intermedio livello di resistenza, 1.2450, suggerito dal picco dei prezzi visto il 28 maggio scorso. Continuiamo ad ipotizzare che il supporto a questa ritrovata forza del cambio si trovi prossimo a 1.2160.

Qualcosa si muove anche sul dollaro yen che ha, per la prima volta da due settimane, rotto il canale laterale entro il quale si è venuto a trovare. I prezzi ieri hanno oltrepassato il livello di supporto a 90.80 fornendo un primo spunto a ribasso. Se tutto dovesse andare secondo i piani potremmo attenderci un rafforzamento della valuta del Sol Levante di più di una figura e vedere i prezzi giungere sino a 89.50.

Il cable dopo la rapida discesa di due giorni fa ha recuperato il terreno perso, giungendo di nuovo alla resistenza di 1.4850 (il livello massimo dell’ultimo mesi di scambi). Il supporto a questo movimento di ripresa è dato per oggi a 1.47 figura, livello indicato dalla trendline inclinata positivamente che congiunge i minimi crescenti dal livello di 1.4350. 

Passiamo ora al cambio GbpJpy che suggerisce due livelli piuttosto precisi per una prossima evoluzione: troviamo una resistenza a 136 figura ed un supporto a 132.70. I prezzi, in questo momento equidistanti dai due livelli e gli indicatori in una situazione neutra, suggeriscono di attendere ulteriori conferme date dai due livelli prima di un posizionamento.

Situazione ancora pericolosa quella in cui si trova il cambio EurChf: abbiamo visto ieri un test quasi perfetto del minimo storico a 1.3730 e ci troviamo questa mattina con prezzi distanti solamente pochi punti. Esclusivamente un ritorno nel breve al di sopra di 1.3810 potrebbe cambiare temporaneamente le carte in tavola.

Passiamo al dollaro nei confronti del franco, dove abbiamo avuto la definitiva rottura di 1.1250 ieri e potremmo attenderci quindi ulteriori discese. Il prossimo livello interessante di supporto è dato poco al di sopra di 1.10 e trova conferma nel 38.2% di ritracciamento, di Fibonacci, del movimento di salita compreso fra 0.9910 e 1.1730. L’analisi tecnica ci dice che 1.1250 è ora il nuovo livello di resistenza, per cui attenzione ad una risalita sino a questo livello poiché potrebbe rappresentare un’occasione di schierarsi a favore della nuova tendenza ribassista.

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