Scudo, Bankitalia fa di nuovo le pulci al Tesoro

E’ ancora dissenso sui numeri dello scudo fiscale tra il Tesoro e Bankitalia. A pochi giorni dalla comunicazione di via Nazionale sui risultati dello scudo “bis”, quelli cioè relativi ai primi quattro mesi del 2010, Palazzo Koch corregge il tiro, distinguendo – come era successo lo scorso febbraio sui risultati del 2009 – tra rimpatrio “giuridico” (regolarizzazione senza il rientro concreto dei capitali) e rimpatrio fisico.

Così, secondo l’istituto presieduto da Mario Draghi l’ammontare delle attività segnalate dalle banche tra gennaio e aprile 2010 è pari a 11,4 miliardi di euro, di cui 4,146 miliardi sono i rimpatri “con liquidazione”, ossia fisici. Il resto, 7,255 miliardi di euro, sono capitali rimasti all’estero ed emersi tramite i regimi del rimpatrio giuridico o della regolarizzazione. La diversa valutazione dell’istituto riguarda anche la cifra dell’intera operazione: contando cioè anche la finestra aperta tra settembre e dicembre dello scorso anno, i capitali rientrati “fisicamente” in Italia ammontano a 39,376 miliardi su 97 complessivamente emersi con lo scudo fiscale. Tra settembre e dicembre 2009 lo scudo fiscale ha fatto emergere 85,607 miliardi ma di questi solo 35,23 miliardi sono rientrati in Italia a tutti gli effetti.

La settimana scorsa il Tesoro aveva comunicato un ammontare pari a 9,2 miliardi di euro (per un gettito di 694 milioni di euro) per il 2010 che sommati ai 95 circa del 2009 portano il totale a 104,5 miliardi. Una cifra superiore a quella comunicata da Bankitalia.

A questo proposito, e forse per evitare le polemiche della scorsa volta, Bankitalia ricorda che i dati differiscono dalle stime del Tesoro per via di una diversa copertura delle fonti e di sfasamenti temporali nelle registrazioni delle operazioni. Mentre l’Agenzia delle entrate, e quindi il Tesoro, desume immediatamente l’ammontare dei capitali sanati in base al pagamento dell’aliquota, le banche hanno tempo fino a fine 2010 per completare le operazioni di rimpatrio o regolarizzazione e comunicarle alla Banca d’Italia. Ma la differenza principale riguarda la linea comunicativa, dal momento che il Tesoro non distingue tra rimpatri fisici e giuridici.

Quanto ai paesi di provenienza, il primo è la Svizzera da cui, tra settembre e aprile, sono rientrati in Italia 27,736 miliardi mentre 39,052 sono i rimpatri giuridici (66,788 miliardi in totale).   Secondo paese è il Lussemburgo (7,619 i miliardi scudati), seguito da San Marino (4,628 miliardi), Principato di Monaco (4,368 mld), Austria (1,524 miliardi), Liechtenstein (1,515 miliardi).

Quanto al tipo di attività, sono emersi 45,837 miliardi di depositi in conto corrente, 22,272 miliardi in strumenti di debito, 14,195 miliardi in azioni, 5,158 miliardi in denaro, 8,13 miliardi in altre attività finanziarie, 1,366 miliardi in immobili, 50 milioni in derivati.

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