Cdp, ok allo swap Eni-Enel

E swap sia. In risposta agli obblighi Antitrust, il cda della Cassa depositi e prestiti ha deliberato oggi di cedere al ministero dell’Economia il 17,362% detenuto in Enel. A cui si aggiungono il 35% di Poste e il 50% di Stmicroelectronics.

La decisione di oggi arriva dopo anni di confronto con l’Authority della concorrenza, che aveva chiesto alla Cassa di scegliere tra Eni e Terna, di cui detiene il 30%, in virtù dell’obbligo di separare la produzione dalla distribuzione di energia elettrica.

In cambio, il Tesoro cederà a Cdp un quantitativo di azioni Eni corrispondente al valore delle partecipazioni cedute dalla Cassa, che andrà così a detenere il 27% del cane a sei zampe.

Come però sottolineava già Il Sole 24ore di questa mattina, lo swap non potrà avvenire prima dell’operazione su il gasdotto Tag di Eni, che la Cdp ha intenzione dal cane a sei zampe, anch’esso obbligato a cedere l’asset per obblighi Antitrust in sede europea. Questo perché se lo swap dovesse essere chiuso prima, consentendo così alla Cdp di diventare socio di riferimento di Eni, di fatto si troverebbe a comprare l’infrastruttura da se stessa, con qualche conflitto di interesse. I legali avrebbero quindi suggerito di attendere la conclusione dell’acquisizione.

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