Borse, gli Usa affossano le borse europee

Ancora una giornata negativa per le piazze europee, che dopo un tentativo di recupero a metà giornata, nel pomeriggio hanno allargato le perdite a fronte dei dati congiunturali americani.

L’indice Ism sull’attività manifatturiera Usa è sceso a giugno a 56,2 da 59,7 del mese precedente, di più rispetto alle attese degli analisti che convergevano su un valore di 59. Stando ai dati diffusi dal dipartimento del Lavoro statunitense, le richieste per sussidi sono state la scorsa settimana di 472.000, 13.000 in più rispetto alla settimana precedente (dato rivisto da 457 a 459.000); gli analisti avevano invece stimato un calo a 452.000. Secondo quanto rende noto l’associazione nazionale delle agenzie immobiliari statunitensi, l’indice che riassume le vendite è sceso del 30% a quota 77,6; le attese erano per un calo più ridotto del 12,5%.

Così, dopo la chiusura delle borse europee l’S&P 500 viaggia con un ribasso dell’1,46%, seguito dal Nasdaq (-1,25%) e dal Dow Jones (-1,15%). In Europa, l’indice EuroStoxx50 ha chiuso le negoziazioni in flessione del 2,26%, in linea con l’andamento del resto d’Europa. Hanno chiuso in rosso il Cac 40 (-3%), il Dax 30 (-2%) e l’Ibex (-0,98%). Male anche il Ftse Mib (-2,14%).

A Milano, il listino archivia la seduta in forte calo con la sola Snam rete gas a mostrare il segno più. Le vendite sono state generalizzate e hanno risparmiato come detto Snam ed in parte Terna (entrambe utility). Ribasso di quasi il 7% per Azimut, di oltre il 6% per Luxottica, debole Italcementi che flette del 5%, quindi troviamo gli assicurativi FonSai (-394%) ed Unipol (-4,61%), con gli analisti di Deutsche Bank che hanno tagliato il target price da 0,8 a 0,58 euro.
Forte lettera anche Fiat (-3,93%), nonostante i dati tutto sommato positivi per il settore auto: le immatricolazioni di auto nuove in Francia hanno segnato a giugno una flessione dell’1,2%, mentre il Lingotto ha fatto meglio del mercato mettendo a segno un incremento dello 0,4% a 9.796. Intanto il dg della russa Sollers, Vadim Shvetsov, ha dichiarato che la joint venture tra Sollers e Fiat sta chiedendo un prestito sindacato da 2,1 miliardi di euro, che potrebbe essere messo a punto dal veicolo di investimento russo Veb, controllato interamente dallo Stato e creato per sostenere la modernizzazione dell’economia del paese. Fiat e Sollers hanno pianificato di investire 2,4 mld nella joint venture con l’obiettivo di arrivare a produrre fino a 500.000 auto l’anno.

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