Ognun per sé la Cina per tutti

di Michele D’Antoni

…con quelli dei fondamentali economici andando a fare shopping persino negli Stati Uniti. Se davvero, come è possibile, la squadra carioca dovesse poi vincere il campionato del mondo, sono da mettere nel conto altri ritorni positivi sull’economia del paese. Non a caso, mentre l’Italia affondava davanti alla Slovacchia, il superministro Giulio Tremonti biascicava che quei tre goal sul groppone di Cannavaro e compagni significavano il mancato guadagno di un punto di Pil. Ha più da fare e meno da bearsi l’occhio che guarda verso la Cina. Dopo lo sganciamento, con giudizio, dello yuan dal dollaro con ripercussioni mediaticamente importanti, ma concrete, per ora, piuttosto limitate, i cinesi hanno continuato a fare movimento, stringendo un patto commerciale con Taiwan. È stata la risposta indiretta (ma forse neanche tanto) ai dati che stavano uscendo: il Conference Board ha rivisto al ribasso il leading indicator dell’economia cinese di aprile a +0,3% da +1,7% mentre Citigroup ha scritto in un report che le esportazioni cinesi freneranno nella seconda parte dell’anno dopo la decisione di rafforzare lo yen e per le misure anticrisi in Europa. In conseguenza proprio di queste e altre notizie legate alla salute del Giappone (a cominciare dal recupero dello yen sul dollaro con la previsione di penalizzazione dell’export del Sol levante e poi consumi di maggio -0,7% contro +0,3% stimato, disoccupazione 5,2% contro 5% attesa), il mercato giapponese è andato sotto stress apprestandosi a chiudere il secondo trimestre del 2010 con una perdita del 14%, il peggior risultato dal fallimento della Lehman Brothers. Le evoluzioni nel continente asiatico sono da tenere sotto particolare osservazione. Non solo e non tanto perché ormai hanno connessioni inevitabili con il mondo occidentale, ma anche per i legami sempre più stretti tra l’ex impero celeste e gli Stati Uniti. Usa e Cina, in fin dei conti, sono prigionieri l’uno dell’altro in quanto gran parte del debito americano è nelle mani cinesi ma l’economia cinese dipende in gran parte dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. In un momento in cui non c’è molta coesione tra gli Stati, la liason Cina-Usa è molto interessante da seguire.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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