Vigilanza Ue, ora la palla passa all’Ecofin

Continua il braccio di ferro sulla vigilanza Ue tra l’europarlamento e il consiglio dei ministri dell’Unione Europea. Nel tentativo di uscire da un confronto che per il momento sembra non produrre risultati, il parlamento ieri ha approvato a larghissima maggioranza una serie di emendamenti al testo del Consiglio che ora dovranno essere approvati dai ministri dell’Ecofin in riunione a Bruxelles martedì prossimo.

Gli emendamenti approvati a Strasburgo hanno lo scopo di conferire poteri di vigilanza alle tre nuove Autorità che dovranno nascere, facoltà molto più ampie rispetto a quanto vorrebbero i governi degli stati membri. A mettersi di traverso c’è soprattutto la Gran Bretagna, intenzionata a difendere Londra dagli assalti delle leggi Ue.

Gli emendamenti prevedono che l’autorità europea possa prendere direttamente una decisione nei confronti di una banca qualora l’autorità nazionale non riesca a cambiarne un comportamento scorretto. Inoltre avrà il potere di dirimere le diatribe tra autorità nazionali e di controllare direttamente i grandi gruppi transfrontalieri, agenzie di rating incluse. Inoltre l’autorità Ue potrà interdire temporaneamente alcune attività finanziarie se queste potranno alterare il sistema.

Inoltre, secondo l’europarlamento tutte e tre le autorità dovranno avere sede a Francoforte edovranno procedere alla creazione di un fondo ciascuno per banche, assicurazioni e mercati finanziari, una misura mirata ad evitare l’esborso di denaro pubblico in caso di necessità.

Per quanto riguarda il comitato europeo per i rischi sistemici (Esrb), gli eurodeputati mirano a semplificare la definizione dei livelli di rischio sviluppando ad esempio un insieme di indicatori che aiutino i gruppi transfrontalieri a inquadrare il tasso di rischio. Inoltre l’Esrb, secondo il parlamento, dovrebbe essere presieduto dal presidente della Banca centrale europea.

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