Crisi, per l’Europa potrebbe essere un’opportunità

Il tema della crisi “rimbalza” sulle pagine dei giornali ormai da diverso tempo. C’è chi crede che la ripresa è ancora lontana e chi pensa, come l’Economist, che per l’Europa possa rappresentare un’occasione per risolvere alcuni problemi che affliggono il Vecchio Continente. Secondo il periodico inglese la crisi europea sarebbe più di natura politica che economica.  Per l’Europa sarebbe dunque arrivato il momento di “spogliarsi” di alcuni vecchi retaggi e riprendere vigore. La chiave di questo suceesso, secondo l’Economist, sarebbe la liberalizzazione reale dei mercati.

Al momento, i leader dell’Unione europea stanno lavorando su come tagliare le spese ma, come spiega lo stesso Mario Monti sulle pagine del periodico inglese, ci sono ancora molte cose da fare per riportare l’Europa all’antico splendore. Il Vecchio Continente è il 30% meno produttivo rispetto all’America nei servizi. Le società di questo settore che operano in Europa vengono “schiacciate” da diverse barriere nazionali che limitano l’innovazione senza permettere reali economie di scala.

Nel settore della sanità, ad esempio, c’è ancora poca concorrenza e in quello delle telecomunicazioni le aziende sono ancora troppo protette. In Europa, il sistema per brevettare un prodotto è ancora troppo frammentato e ciò ne limita lo sbarco verso altri Paesi. Anche il settore dell’energia non è stato realmente liberalizzato. Inoltre in Paesi come la Spagna o l’Italia, l’eccessivo garantismo nei confronti dei lavoratori, scoraggia gli imprenditori a assumere nuovo personale.

L’Economist sembra davvero severo nei confronti dell’Europa. In Germania, si legge, la tassazione è piuttosto elevata se si apre una start-up, inoltre, i lavoratori vanno in pensione troppo presto. Secondo il periodico inglese, però, ci sarebbero segnali che indicherebbero lavolontà da parte degli europei di attuare una svolta. Il 73% dei tedeschi e il 67% dei francesi intervistati a giugno per un sondaggio dalla Pew Research Centre, vorrebbe un’economia più libera. La morale si scontra però con la vita quotidiana. La politica spagnola di protezione dei posti di lavoro sta ostacolando i giovani nella ricerca di un lavoro che non sia temporaneo. Inoltre in Francia, andare in pensione a 60 anni si sta rivelando troppo costoso perché la viat media si sta allungando.    

Cosa deve fare allora l’Europa per riprendersi? Serve che i leader dei singoli Paesi membri abbiano più coraggio nell’attuare le loro riforme per tornare ai livelli di competitività dei primi anni 80, quando la cirisi del petrolio fu un’occasione di rinascita incredibile che diede il via a a uno dei momenti più dinamici della storia del Vecchio Continente.

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