Cauto consolidamento

Il dollaro si è ripreso contro Gbp, Yen, Cad e Nzd ma ha perso terreno contro Euro e Aussie. L’assenza di dati importanti ieri poteva giustificare questi movimenti, ma è il caso di interpretarlo come “la quiete prima della tempesta” in una settimana di utili aziendali, con le testimonianze di Bernanke e con gli Stress Test EU destinati ad uscire venerdì.

Parlando proprio dell’economia a stelle e strisce, l’immobiliare e il manifatturiero sono stati i primi settori a mostrare una ripresa dopo la crisi, ma i dati recenti hanno mostrato una compromissione nel settore immobiliare. Sembra che, in assenza di sgravi fiscali, l’immobiliare sarebbe ancora in territorio negativo.

Il punto è che possiamo legittimamente aspettarci più debolezza nel settore immobiliare USA questa settimana con il primo dato, il National Association of Home Builders (NAHB) survey in discesa al minimoda 15 mesi. Essendo 50 lo spartiacque tra ottimismo e pessimismo, lasciamo ai lettori l’interpretazione del dato uscito: 14. A questo punto lo chiariamo: c’è un legame stretto tra l’immobiliare USA ed il PIL; questo legame non v’è in Italia dove regna un immobilismo generalizzato.

Quanto agli utili aziendali, oggi dovremmo vedere Apple, Yahoo, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Pepsico. Fin’ora gli utili sono stati migliori delle attese quindi c’è un pizzico di ottimismo in più nel mercato. L’Euro invece è rimasto in forma nonostante la rottura tra l’Ungheria e l’IMF, e nonostante il downgrade del debito Irlandese da AA1 ad AA2 da parte di Moodys.

Questa forza dell’euro nonostante tutto indica probabilmente una necessità ingente di copertura da parte delle imprese trans nazionali. Parlando dell’Ungheria, pare che le misure di risanamento fiscale non convincano più e quindi i fondi di sostegno, promessi nel 2008, potrebbero non essere ottenibili. Se entro settembre non si trovasse un accordo, l’Ungheria potrebbe subire un nuovo downgrade.

Per quanto concerne il downgrade dell’Irlanda, il mercato lo aspettava perché Moodys non si era ancora allineata con S&P e con Fitch (occhio: anche il rating di Moodys per l’Italia è 2 livelli sopra quelli di S&P e Fitch). Speriamo vivamente che gli Stress Test possano dare il sostegno necessario alla nostra valuta. La Bank of Canada farà la propria decisione oggi sui tassi di interesse e tutti si aspettano un rialzo di 0,25%.

GbpUsd – grafico orario

Dall’ultimo rialzo a giugno, l’economia si è stabilizzata ed il contagio dall’Europa pare non essere arrivata. Questo dovrebbe aumentare la fiducia dei policy maker nel processo di normalizzazione monetaria. Anche il tasso di disoccupazione è scesoal 7,9% (minimo da gennaio 2009). Ovviamente, se la BoC rimanesse troppo cauta, il UsdCad potrebbe salire con vigore.

Dopo il momento di pausa preso dall’eurodollaro sul finire di settimana, ieri abbiamo assistito ad una price action dal punto di vista tecnico molto chiara. All’apertura dei mercati europei si è verificata una forte salita che ha portato via la quotazione dall’area 1.28 ¾ / 1.29 figura, permettendole di consolidare per tutte le tre sessioni (europea, americana ed asiatica), sopra 1.2930.

Diventa dunque cruciale per le sorti di breve termine l’area intorno a 1.2900, e come ultimo punto di supporto al movimento che potrebbe portarci a 1.3100, 1.2870.
Per quanto concerne il dollaro yen, potrebbe essersi creata un’area di range e di lateralità di breve periodo della solita figura di potenziale movimento, compresa tra 86.20 e 87.20.

A meno che venga rotto con decisione uno di questi punti, ed in assenza di dati importanti ci sembra poco probabile, dopo la forte discesa di settimana scorsa, si possono implementare delle strategie che seguono l’andamento degli oscillatori, per esempio uno stocastico, in quanto, in fase laterale riescono a darci un buon supporto al trading.

E’ continuata in giornata la correzione cominciata venerdì scorso dal GbpUsd, che si trova ora, se osserviamo un grafico orario, al test della trendline discendente, tracciata a partire dal massimo relativo fatto segnare in apertura dei mercati europei sempre venerdì scorso. Una sua rottura potrebbe riaprire le strade verso l’1.5500 sfiorato pochi giorni fa dal cambio, prima di un’ulteriore ascesa fino a 1.5820 (che però vediamo, ora come ora, molto più lontana rispetto alle impressioni che opotevamo avere qualche seduta fa, e non è nemmeno da escludere la possibilità di una fase laterale.

Difficile intuire adesso quale sarà l’evoluzione delle prossime ore perché ci troviamo proprio su punti delicati. Chiamateci per avere aggiornamenti.
Per vedere una fase laterale molto chiara, basta prendere un grafico dell’EurJpy, sempre a mezzora, dove risultano evidenti i livelli da tenere sotto osservazione. Stiamo parlando di 113.35 e di 111.50.

La strategia da seguire in questi casi è sempre la stessa e l’aiuto tecnico, può anche in questo caso, essere fornito dagli oscillatori.
Terminiamo con uno sguardo all’EurChf che si è portato stabilmente sopra 1.3600. Questo diventa il livello chiave di supporto affinchè si raggiunga 1.37 ¼, sempre tenendo puntato un occhio sul comportamento dell’eurodollaro (sovrapponete i due grafici e noterete la loro correlazione degli ultimi giorni).

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