Eu-stress o distress?

In realtà la settimana particolarmente insipida per via dell’assenza di dati macro importanti ha comportato movimenti titubanti, mordi e fuggi, in attesa di Bernanke (prima) e di questi Stress Test (oggi). Il mercato è stato, appunto, stressato perché notoriamente impaziente: come un tifoso che deve aspettare la domenica per vedere la sua partita e man mano che si avvicina il giorno, tutto il resto perde di colore.

Speriamo che da questo stadio di Distress (stress nocivo), il dato di stasera provochi Eu-stress (stress positivo) con movimenti repentini ma generati da un sospiro di sollievo. In effetti l’esito di stasera dovrebbe decidere in un colpo solo se l’Euro merita di salire oltre 1,30 oppure di ritracciare fino a 1,25. Essendoci un certo grado di incertezza e di scetticismo, i rischi sono verso il basso.

Ci sono già voci di corridoio che danno per spacciate varie Cajas spagnole, alcune banche portoghesi e l’Hypo Real Estate della Germania. Però, nel caso (meno probabile) che i risultati soddisfino i trader (che valuteranno l’impatto positivo possibile sull’eurozona), potremmo vedere dei rialzi. Non è un segreto che questi stress test sono stati creati per ridare fiducia al sistema bancario e stasera alle 18, a mercati chiusi, vedremo vincitori e perdenti tra i 91 concorrenti.

Alcune domande rimangono in sospeso: qual è la soglia di capitale utilizzata per scremare vincitori dai vinti? Verranno divulgate anche altri dati riguardo alle metodologie utilizzate o solo il “voto”? Per le banche insufficienti, quanto tempo rimarrà per trovare il capitale necessario a diventare idonee? Le voci di corridoio hanno parlato di un 6% del capitale core tier 1 come soglia di sufficienza, ma i policy maker non si sono pronunciati a riguardo.

Speriamo che questo atto di tentata trasparenza non generi invece più confusione. Comunque, un effetto positivo lo sta avendo quest’attesa snervante: il mercato si è totalmente dimenticato del pessimismo cosmico di Bernanke, visti i rialzi nell’azionario e nell’EurUsd e UsdJpy. Anche la sterlina si è unita a questi rialzi, ma rimane confinata in un range di 150 pip contro il greenback. Negli ultimi 3 giorni, il Cable non è riuscito a rompere dal suo range nonostante le minute della BoE e le vendite al dettaglio.

Oggi abbiamo il Pil 2° timestre 2010: chissà che non sia il market mover necessario a smuovere le acque. Infine guardiamo allo Yen: la ripresa di propensione al rischio ha portato a discese nello yen (quindi salite del UsdJpy) nonostante in queste passate 2 settimane il clima di incertezza abbia portato lo Yen di nuovo vero il minimo a 86,30. La Bank of Japan portrebbe intervenire, ma noi lo riteniamo possibile solo con discese sotto 85 per un periodo prolungato.

UsdJpy – grafico 240 min

Vediamo ora qualche spunto interessante per questa ultima giornata di trading della settimana.
Parlando dell’immancabile eurodollaro, abbiamo visto ieri come si sia riuscito a mantenere al di sopra del supporto a 1.2750, confermando quindi l’idea che la discesa dal massimo a 1.3020 abbia solamente rappresentato una parentesi di correzione di quella tendenza primaria positiva evidenziata dai primi giorni di luglio.

L’idea per le prossime ore è di un ritorno verso i livelli di massimo evidenziati lunedì e martedì (gli oscillatori stocastici hanno infatti incrociato a rialzo dopo una condizione di ipervenduto) dove il triplo massimo (si nota molto bene su timeframe infragiornalieri) potrebbe ancora una volta arrestare la salita.

Troviamo di nuovo una situazione di equilibrio, nei pressi di 87 figura, per il cambio UsdJpy. La tendenza ribassista del medio periodo continua a rimanere tale, almeno sino al superamento dell’importante linea di tendenza ribassista che transita a 89 figura per le prossime ore. Come ipotizziamo da parecchi giorni, se dovesse riuscire il superamento del supporto ad 86.30,  l’obiettivo del movimento sarebbe dato dal minimo degli ultimi 15 anni, a 84.90.

La situazione tecnica del cable è esattamente speculare a quella appena vista e solidale invece con il cambio EurUsd. Troviamo quindi una linea di supporto dinamica che guida la salita dagli ultimi giorni di maggio e che per le prossime ore indica a 1.5190 il supporto. Possiamo ipotizzare, anche per questa giornata, che il superamento del livello di breve a 1.5330, possa condurre a quel 1.55 figura che attendiamo da alcuni giorni e che è stato quasi raggiunto venerdì scorso.

La risalita mostrata ieri dall’EurJpy (260 punti in mezza giornata) ha riportato molto velocemente d’attualità il livello di resistenza più importante. 113.30 è il prossimo livello, alla cui rottura attendiamo una ulteriore risalita del cambio sino almeno 115/115.40.
Passiamo al cambio GbpJpy, che si mantiene all’interno dei parametri osservati nelle ultime settimane. 136 figura e 130.50 sono i due estremi da considerare.

Nel brevissimo, per oggi quindi, possiamo aggiungere anche la resistenza di 133.75 per un “doppio massimo” di giornata.
Alla fine ce l’ha fatta ieri mattina, il dollaro australiano ad oltrepassare la resistenza di 0.8860. Questo movimento riapre le porte a scenari positivi, sempre che sarà oltrepassato il livello chiave di 0.90 figura, coincidente con la resistenza di giornata.

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