I recenti dati congiunturali hanno messo in evidenza una crescita delle Vendite Nette del 31,9% rispetto al periodo di confronto 2009, con un incremento più che proporzionale della marginalità di bilancio nell’Ebit, +80,8% e nell’Utile Netto, +124,4%. Uno sviluppo enfatizzato dal management alla presentazione dei dati: “dopo la grave crisi economica internazionale manifestatasi nel corso del 2009 e i primi segnali di ripresa evidenziati nel primo trimestre 2010, il secondo trimestre 2010 ha evidenziato una accelerazione della ripresa”.
Un commento appassionato che tuttavia non sembra aver convinto nell’immediato la comunità finanziaria, considerando che il giorno della presentazione della trimestrale le quotazioni del titolo hanno perso il 4,50%. Tecnicamente siamo giunti ad un livello di particolare interesse perché rappresenta il livello mediano (aggiustato per il picco al ribasso) della gamba ribassista avviata nel 2008 e la fase di storno degli ultimi giorni testimonia la significatività di tale livello. Operativamente non resta che attendere il superamento del massimo relativo a 4,50 euro con proiezione al successivo livello statico a 4,85, raggiunto il quale sarebbe consigliabile ridurre l’esposizione in essere del 50% e lasciar correre le quotazioni del titolo verso l’area dei 5 euro, livello psicologico.