Trading durante il FOMC

Data la mancanza di partecipazione nei mercati ieri, l’andamento del dollaro può essere attribuito per la maggior parte alla riduzione di posizioni short – praticamente una riduzione del rischio prima della FOMC. Anche se la Fed non ha modificato i tassi di interesse dal dicembre 2008, questo meeting può essere importante perché molti analisti si aspettano una modifica nella politica monetaria oggi.

Di fatto, Ben Bernanke non ha sradicato totalmente la possibilità di nuove misure di “Quantitative Easing”. Il dollaro chiaramente potrebbe perdere terreno se la Fed decidesse di reinvestire la liquidità in arrivo, comprando ulteriori MBS sul mercato. Non c’è bisogno di dire che la Fed lascerà i tassi invariati allo 0,25%: la ripresa del primo trimestre 2010 ha lasciato supporre una ripresa degna dell’economia più reattiva del mondo, e che ci sarebbe stata una scomparsa dei programmi di stimoli e seguenti rialzi nei tassi.

Tuttavia nel secondo trimestre, l’economia USA ha rallentato pesantemente e dati come gli Non Farm Payrolls e la spesa per consumi hanno “torturato” gli economisti tanto speranzosi di non dover clamorosamente rivedere le proprie stime. Di fatto, la Fed si trova ora a decidere se reintrodurre le misure di Q.E., perché di colpi da sparare – a quanto pare – la Fed ne ha ancora.

Gli stimoli di cui si parla sono vari: incoraggiare le banche a prestare fondi (quindi lubrificare il circuito del credito) attraverso la riduzione a 0 dell’interesse dovuto sulle riserve; il reinvestimento della liquidità in arrivo dagli MBS; riprendere l’acquisto di bond a lungo termine o ulteriori MBS (re immettendo ulteriore liquidità nel sistema); tenere il rendimento sui vari bond emessi dal governo americano ad un livello fisso per combattere la deflazione.

Come possiamo utilizzare il meeting della Fomc a nostro vantaggio? Fare trading durante la FOMC è sempre difficile perché oltre all’incognita tassi c’è sempre la dichiarazione accompagnatoria. Invece di saltare dentro il mercato, 11 volte delle ultime 14 volte, l’EurUsd ha proseguito la mossa iniziata nella sessione americana fino al mattino londinese seguente. Questo significa che è meglio aspettare, prima di lanciarsi nel mercato, perché c’è una maggiore probabilità di avere una continuazione del movimento al posto di  una inversione.

EurUsd – grafico orario (a candele)
UsdJpy – grafico orario (linea azzurra)

Passando all’euro, negli ultimi due mesi l’EurUsd ha ripreso quota considerevolmente fino a 1,3334 (venerdì). La ripresa dell’euro è avvenuto in parte per via di un miglioramento nei dati macro europei, ma ancora più per via del deterioramento dell’economia a stelle e strisce. In questo momento, invece, non è l’euro che guida EurUsd; invece è l’andamento del dollaro a muovere l’EurUsd.

Ecco perché i dati buoni della Germania non hanno impattato positivamente sull’euro: il mercato ora è concentrato su altro. Comunque il nostro feeling è che la solidità degli indicatori macro dell’area euro, unitamente alle difficoltà made-in-USA forniranno supporto notevole alla valuta più scambiata, forse fino a settembre. Anche la sterlina ha perso quota, dopo aver sfiorato 1,60 contro il greenback. Per la seconda volta di fila, il GbpUsd ha sfiorato questo livello di resistenza.

Cosa avverrà la terza volta dipende dalla FOMC stasera, ma dipende anche dai dati UK in uscita stamani (http://www.dailyfx.com/calendar/ per i dettagli). Contrariamente alla Germania, la Gran Bretagna mostra dati macro in lieve flessione (soprattutto nel manifatturiero e nelle esportazioni). Il GbpUsd scambia in un range di 180 pip dal 3 agosto e vuole un break out. Se non avviene oggi, avverrà probabilmente domani sui dati relativi all’inflazione.

Passiamo alla sezione di analisi tecnica cominciando dall’immancabile EurUsd che, dopo i forti guadagni fatti segnare venerdì in corrispondenza dell’uscita dei non farm payrolls (è stato segnato un massimo a 1.3335) e dopo la nottata di consolidamento in Asia in apertura del mercato, si trova a 1.3150 ed ha incontrato delle aree di supporto soltanto tra 1.3220 e 1.3260.

Tra qui e 1.3120 siamo in prossimità di livelli delicati che potrebbero dare una mano alla moneta unica, oppure lasciare che il dollaro ricominci la sua strada verso 1.3000 (1.3100 ultimo baluardo tecnico). La cosa che ci fa pensare, come letto in precedenza, è la riunione del FOMC che si terrà in serata: ci sembra di poter essere in quelle tipiche situazioni da “buy the rumors, sell the news”.

Movimento speculare del UsdJpy che è andato molto vicino al minimo assoluto di fine novembre dell’anno scorso a 84.801, battendo un prezzo in area 85 figura (85.012 per la precisione). Si tratta di momenti molto delicati per la sorte del buck, che, come per l’EurUsd dipenderanno molto da quello che evinceremo da Bernanke.

La cosa buona è che dopo lo scossone di venerdì abbiamo assistito ad una risalita lenta ed ordinata che ha riportato il cambio a quota 86.00, mentre il fatto un po’ meno buono si ritrova nell’alta volatilità dovuta a questi ultimi eventi che in un momento del genere non fa bene soprattutto all’economia reale che, ha bisogno, oltre che di un faro che indichi la costa, anche di un mare calmo che accompagni questa nave in porti sicuri.

In caso di annunci espansivi stasera si potrebbe tornare a visitare l’area di minimi oprima descritta, altrimenti 86.50 potrebbe essere il punto di arrivo per questo inizio di settimana.
Il dollaro ha invece recuperato terreno nei confronti della sterlina e pensiamo che la strada più probabile sia quella di una convergenza verso 1.5900 (1.5875 il target tecnico).

Per spostarci da questa fase, tutto sommato laterale che stiamo vivendo, occorre che venga rotto il supporto in area 1.5730, altrimenti la quotazione potrebbe rimanere confinata in un paio di figure, tra 1.5950 e 1.5750.
Interessante dare un’occhiata anche al grafico dell’EurJpy, che non è riuscito a rompere il 112.556 segnato venerdì.

La fase laterale continua e fino a che ci manterremo tra il punto indicato ed area 114.00 tutte le occasioni saranno buone per un po’ di heavy trading che può dare molte soddisfazioni.
Molto interessante anche l’EurChf.
Se osserviamo un grafico a trenta minuti, è palese come l’avvicinamento in area 1.39 figura abbia trovato delle forti resistenze da parte dei compratori di franchi che, avendo delle posizioni lunghe di franchi con livelli di stop loss in prossimità della figura, stanno cercando di difendere quel livello.

Se allarghiamo l’orizzonte temporale di osservazione ad un grafico giornaliero, risulta altrettanto chiaro che tra 1.3900 e 1.4000 ci sia una fortissima area di resistenza che potrebbe decidere la sorte del cambio nel medio periodo. Due bei punti tecnici fatti segnare tra maggio e giugno intorno a 40 e la media mobile esponenziale a 100 periodi, buona indicazione di resistenza dinamica, rafforzano la nostra idea.

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