Occhio ai retail sales

La performance del greenback però è stato diverso rispetto ai giorni addietro: invece di rafforzarsi contro tutto tranne lo Yen, ieri la performance è stata mista. UsdJpy è salito per via dei timori di un intervento della BoJ e per il lieve rialzo dei tassi USA (con i quali è fortemente correlato), l’Aussie si è stabilizzato e il Cad si è rafforzato. UsdChf invece è sceso pesantemente.

I dati macro USA sono usciti leggermente peggiori del previsto e quindi l’avversione al rischio ha dominato i flussi nei mercati finanziari seppure la volatilità si sia ridotta per chiusure di posizione prima dei Retail Sales di oggi. Retail Sales (vendite al dettaglio), prezzi al consumo e fiducia dei consumatori sono i pezzi pesanti del puzzle di oggi.

Quando la Fed ha deciso di reinvestire la liquidità giunta dai MBS in altre obbligazioni americane (mantenendo quindi i rendimenti schiacciati), hanno espresso preoccupazione per le “depresse” spinte inflazionistiche. Dunque i report di oggi saranno critici nel confermare o contraddire le preoccupazioni della banca centrale americana. Nel report di ieri abbiamo parlato dei flussi guidati da fattori macro.

Anche se l’appetito per il rischio continuerà ad avere un impatto forte sulle valute, l’importanza dei dati odierni dovrebbe riportare l’attenzione del mercato sui dati. Questo significa che i dati, e non il rischio, dovrebbero essere i driver oggi. Ci sono diversi motivi per aspettarci dati deboli oggi: i “retailers” come li definiscono in USA (ossia le imprese dedite al consumatore) come Costco, Macy’s, Limited Brands, hanno riportato vendite robuste ma J.C. Penny e altri negozi orientati ai teenager come The Wet Seal hanno mostrato debolezza.

Le vendite, a detta di chi vive in USA, sono forti solo dove vi sono forti sconti perché il consumatore USA è diventato lievemente più “europeo” nel modo di spendere. L’international Council of Shopping Centers ha riportato un incremento del 2,8% nelle vendite, al posto di un 3-4% atteso. In più, i jobless claims di ieri sono uscite a 484k da 482k: siamo diretti verso il confine 500k e quindi ci stiamo allontanando, piuttosto che avvicinando, alla ripresa dei consumi e del mercato del lavoro.

Tornando all’euro, sembra che abbiamo trovato un po’ di sostegno nonostante la produzione industriale sia uscito peggiore delle attese, in discesa dello 0,1% in giugno. Ci sembra che le problematiche Irlandesi potrebbero bloccare ulteriori rally per il momento. Oggi avremo i dati sul PIL e sulla bilancia commerciale che comunque sono previsti in rialzo. Lo Yen è sceso contro la maggior parte delle controparti, con le debolezze maggiori contro Chf e Cad. I timori riguardo ad un rallentamento economico globale hanno spinto lo Yen fino ai massimi e hanno spinto a ribasso il Nikkei al minimo da 13 mesi a questa parte.

EurUsd – grafico orario

La forza della valuta ha eroso i profitti degli esportatori (quindi la maggior parte delle industrie nipponiche) ed è per questo che tutto il Giappone è ora molto sensibile alle oscillazioni dello Yen. Gli ufficiali politici quindi sono attenti e si aspettano interventi della BoJ ma a nostro parere non ci siamo ancora: l’ultimo intervento è arrivato nel 2004 mentre oggi siamo il 18% al di sotto di quei livelli e questo indica che l’intervento, nel lungo termine, non è efficace (erano 35 trilioni di Yen investiti quella volta). Secondo noi, solo se arriviamo ad essere stabilmente sotto quota 85 ci sarà rischio di un intervento.

Passiamo alla sezione di analisi tecnica e cerchiamo di trovare degli spunti operativi per l’ultima giornata della settimana. Raggiunto in maniera quasi perfetta il target indicato sull’EurUsd a 1.2775 (battuto 1.2779) che, come ipotizzato, ha rappresentato un buon livello di supporto che ha, per ora, sbarrato la strada verso 1.2730 che potrebbe rappresentare la prossima area supportava al movimento di indebolimento della moneta unica, che dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dalla BCE nel bollettino d’agosto, secondo i cui economisti, nel lungo periodo la crescita rallenterà e sarà caratterizzata da discontinuità sebbene il Pil del terzo trimestre potrebbe risultare migliore delle attese, potrebbe davvero essere venduto per andare a testare questi livelli.

Vero è che l’attenzione dei trader non è ancora spostata al lungo termine in quanto l’incertezza regna ancora sovrana e vediamo come i posizionamenti strutturali, a parte qualche raro caso, tardano ad essere costruiti. Attenzione dunque più al breve periodo ed ai punti tecnici che, come spesso accade, stanno suggerendo ottime indicazioni operative.

Attenzione dunque alla correzione in atto che potrebbe esaurirsi in area 1.2900/1.29 ¼ (anche se la buona forza che sta mostrando stamattina la quotazione potrebbe spingerla più in là di qualche punto) dove la possibilità che vengano aperte posizioni ribassiste diventa elevata.
Buona tenuta del UsdJpy che, dopo il minimo raccontato ieri a 84.715, si è riportato a quota 86.00 e sembra ora pronto ad una fase laterale “di riposo” tra 86.50 e 85.00.

Interessante il movimento del Cable che, dopo la tenuta dell’importante livello di resistenza che avevamo indicato in 1.5700 e la rottura dei minimi dell’altro ieri  si è fermato a 1.5550 e sembra poter continuare la discesa. 1.5650 la resistenza dinamica da tenere sott’occhio rappresentata dalla media mobile a 100 periodi esponenziale.
Bella discesa anche del UsdCad che potrebbe esaurirsi in area 1.0375 per un recupero verso 1.0450 e situazione speculare per l’AudUsd che potrebbe trovare delle resistenza alla salita in area 0.9050.

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