Tremonti a scuola di Obama

…la riforma della finanza a stelle e strisce firmata quel giorno e voluta tenacemente dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e che porta la firma dei senatori Chris Dodd e Barney Frank è davvero qualcosa di epocale.
Il mondo di Wall Street non sarà più lo stesso e di questo passaggio storico, tanto quanto lo fu il Glass-Steagall Act che nel 1933 separò il business delle banche commerciali americane da quello delle banche di investimento, va dato atto alla caparbia riformatrice di Obama, la medesima determinazione che si è vista all’opera sulla riforma della sanità.
Mister President, pure in forte calo di popolarità, porta a casa un secondo successo a pochi mesi dalle elezioni di midterm. Gli stessi italici detrattori, che magari inneggiano ai “legal standard” che il nostro ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha più volte sventolato e sogna di instaurare nel tempio della finanza globale come le nuove tavole della legge – e che invece giacciono ancora tristemente al palo – tralasciano poi di ricordare che proprio sul tema della ri-regulation mondiale, quanto mai necessaria a tre anni dall’inizio della crisi finanziaria e a due dal crack di Lehman Brothers, chi invece è drammaticamente in ritardo è l’Europa.
Se la rivoluzione del banking degli Stati Uniti è contenuta nelle 2319 pagine dell’atto Dodd-Frank, che accoglie molte delle proposte avanzate dal consigliere finanziario di Obama, l’82enne ex presidente della Fed Paul Volcker, il Vecchio Continente è invece ancora di là dal venire sull’instaurazione di nuove regole. L’esito degli stress test sulle 91 banche europee comunicato a fine luglio ha tranquillizzato sull’effettivo stato di salute del credito continentale e sul suo sufficiente grado di patrimonializzazione, ma intanto le direttive che il Parlamento Europeo avrebbe dovuto licenziare per stringere la morsa sugli hedge fund e sui fondi di private equity sono destinate a slittare. E anche i tre organismi di supervisione “macro”, sui quali pure si era raggiunto un consenso nell’Eurozona, tardano a vedere la luce e la partita è stata rimandata all’autunno per il veto britannico. Va detto, e anche questo spiega il passo diverso tra Stati Uniti ed Europa, che negli Usa gli stress test sulla liquidità del sistema bancario furono eseguiti proprio lo scorso anno e i risultati vennero comunicati immediatamente.

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