Wall Street sopravvive

 Quest’estate ha visto come protagonista gli USA, dove le previsioni su utili aziendali ed una serie di indicatori macroeconomici puntano da tempo ad una ripresa economica che perde inerzia. L’indicatore più recente è arrivato ieri quando un report del Dipartimento del Commercio ha riportato ordini di beni durevoli peggiori del previsto – seppure sempre in aumento.

La domanda è aumentata dello 0,3% in Luglio, molto meno del 3% previsto. Addirittura, escludendo il settore dei trasporti (componente molto volatile che potrebbe indurre in errore), la domanda è scesa del 3,8%. Poi vogliamo parlare del settore immobiliare? Le vendite di immobili nuovi sono scese del 12,4% in Luglio dal mese precedente.

Nonostante i dati brillanti, i mercati hanno assorbito il colpo e rialzare la testa: il DJ30 ha chiuso in positivo di 0,2%, l’SPX500 a +0,33% ed il Nas100 a + 0,84%. Nel pomeriggio, comunque, livelli tecnici hanno guidato il mercato nelle escursioni e nei ritracciamenti. I rendimenti sui Treasury USA hanno proseguito la discesa, scendendo a 2,46% dal 2,49% di martedì. Con questo andazzo, la revisione del PIL USA atteso per venerdì non promette nulla di buono. Molti degli indicatori che gli investitori tengono sotto osservazione per valutare la crescita economica stanno uscendo al di sotto delle attese, specialmente nel settore immobiliare.

Ma le cose in Europa non vanno poi così meglio: martedì S&P ha tagliato il rating del debito irlandese ad AA- sulla base di considerazioni che il salvataggio del settore bancario irlandese da parte del governo in realtà peserà troppo sulle già stremate finanze pubbliche. Eppure l’Euro è rimasto solido dopo l’IFO della Germania, che conferma la robustezza dell’economica leader in Europa. In effetti l’economia tedesca si è espansa al ritmo più veloce dal 1990. Anche se lo scetticismo tra gli analisti non manca, i report più recenti come l’IFO e il PMI mostrano che la Germania è ancora in rotta verso una crescita del PIL del 3% quest’anno.

Ancora più importante, ci potrebbe essere un “contagio positivo” con gli altri stati membri dell’area euro. Nel frattempo, UsdJpy rimane sotto pressione dopo un minimo di gossip da parte di alcuni ufficiali nipponici a riguardo di “condotta appropriata” per affrontare la forza dello Yen. In effetti si è affermata la certezza che in Giappone si vuole una decelerazione della corsa dello Yen, che dopo i movimenti di ieri e di martedì pare avere la forza di arrivare anche a 80,00. L’euro invece continua ad essere dominato da flussi di avversione/propensione al rischio e dalla performance economica relativa tra paesi dell’eurozona e USA. Se altri paesi, oltre alla Germania, riescono ad instaurare una crescita positiva, la divergenza con gli USA potrebbe aumentare e l’EurUsd potrebbe salire in un nuovo rally. In tutto questo putiferio, il vincitore è l’Aux/Usd (Oro) che arriva a $1241,30/oncia sul NYMEX.

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