Il Paese dei Balocchi e la vendetta della Cina

Quando Silvio Berlusconi venne eletto nel 2008 il dato che appariva più chiaro di tutti era quello di una maggioranza schiacciante: centro parlamentari in più per il Popolo delle Libertà, tra Camera e Senato. Il Cavaliere si fregava le mani, sicuro che finalmente avrebbe potuto governare a piacimento. Le opposizioni, invece, le mani le alzarono, convinti che per cinque anni non avrebbero visto pallino. E invece nemmeno 20 mesi dopo il trionfo elettorale del centrodestra, l’Italia è di nuovo in pieno bailamme politico, come ai bei tempi (si fa per dire) dei governi di centrosinistra. Questa estate i politici l’hanno passata a scherzare, facendo proposte irricevibili, talvolta ai confini del surreale, azzuffandosi tra una festa padana e un meeting di Rimini, offendendosi e sputtanandosi allegramente sui giornali che ovviamente mettono sempre davanti la libertà di stampa (ma quella che piace al loro padrone).

Insomma il Paese dei Balocchi, con venature di Titanic, quasi come se la realtà non esistesse, quasi come se in Italia non ci fossero i precari che fanno lo sciopero della fame, i sindacati che hanno perso ogni credibilità, le varie consorterie di potere che continuano a fare i loro traffici, la malavita che ormai controlla interi quartieri di città come Milano. La realtà dice anche che ormai esiste un’Europa a due velocità. Vi ricordate la primavera scorsa in piena crisi greca quando la cancelliera Angela Merkel opponeva una solida resistenza agli aiuti indiscriminati ad Atene? Allora si parlava di una Germania sempre più forte che era stufa di annacquare i suoi sforzi per uscire dalla crisi con il menefreghismo e la leggerezza di troppi altri paesi europei. Chissà cosa starà pensando in questi giorni proprio Angela Merkel (è facile indovinare) ora che stanno uscendo i dati che confermano proprio il valore di una Germania che si appresta a tornare super? Nel secondo trimestre di quest’anno il Pil della Germania è cresciuto del 2,2% su base trimestrale e del 3,7% su base annuale. Quasi in contemporanea Parigi ha tagliato le stime di crescita economica per il 2011: ora l’Eliseo vede un progresso del 2% dal 2,5% precedentemente stimato. Per quest’anno la stima del Pil è di un più 1,4%. Il resto d’Europa ha una crescita debole e continuamente messa a repentaglio anche sei i dati sugli ordinativi non sono male.

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