Nuovi minimi?

In ogni caso, il greenback ha perso di più contro Chf e quindi ad una prima occhiata si potrebbe dire che gli investitori andassero in cerca di rischio ma le vendite su UsdJpy indicano qualcosa di diverso. Inoltre, i rendimenti obbligazionari sono anche scesi e questo significa che c’è stata più domanda di protezione (corsi obbligazionari vanno nella direzione opposta rispetto ai rendimenti).

Dunque in questo contesto  le vendite di dollari non sembrano più flussi safe haven… forse qualcuno si sta coprendo in vista di discese imminenti? Oggi escono i Retail Sales USA, un leading indicator, ma se l’interesse è capire se il UsdJpy farà nuovi minimi allora dovremmo anche vedere i TICS che ci possono mostrare la domanda di Treasury e aiutarci a capire la politica della PBOC.

Sfortunatamente il UsdJpy è correlato con il differenziale dei rendimenti Giappone-USA e quindi più cedono i rendimenti usa, più scende il UsdJpy. Oramai solo le elezioni nipponiche ed i rendimenti possono bloccare (o facilitare, a dipendere da come va) le discese del UsdJpy. Ricordiamo che le elezioni di oggi riguardano il leader del Partito Democratico Giapponese, che diverrà con ogni probabilità anche il Primo Ministro del paese.

Anche se le vendite al dettaglio USA fossero robuste, come da attese, la salute generale dell’economia a stelle e strisce è tutt’altro che sana e quindi la debolezza insita nel dollaro continua a tenere il mercato sotto pressione. Dovremmo tenere d’occhio i rendimenti perché ci possono indicare il sentimento generale del mercato.

Nel frattempo, le crescenti pressioni su Pechino per rivalutare lo Yuan (di nuovo) aggiungono ulteriore pressione sul UsdJpy perché uno Yuan più forte automaticamente riduce la domanda cinese di dollari. Infatti uno Yuan più forte indebolisce il dollaro via le ragioni di scambio ma potrebbe anche alzare i rendimenti USA che potrebbero salire troppo rispetto alla capacità dell’economia USA di tollerare credito più costoso. Detto tutto questo, secondo noi è solo una questione di tempo  prima di vedere UsdJpy sotto 83 figura.

EurUsd – grafico 240 min

Passando all’area euro, abbiamo avuto risalite forti dopo che l’UE ha rialzato le stime per la crescita dell’eurozona. Ora dovremmo crescere all’1,7% nel 2010 ma la maggior parte del recupero è già avvenuto e quindi ora “traghetteremo” in avanti  sulla scia dell’inerzia. Non importa che l’economia globale stia soffrendo: l’EurUsd ha comunque ripreso 200 pip e oggi vedremo anche lo Zew tedesco unitamente alla produzione industriale dell’Eurozona: ci aspettiamo dati buoni su entrambi i fronti.

Vediamo ora l’analisi tecnica cominciando dall’eurodollaro che, grazie all’estensione iniziata in riapertura del mercato domenica sera, ha avuto la forza necessaria per andare molto vicino al livello che stiamo considerando come il più importante da qualche giorno. Ci stiamo riferendo a quella resistenza a 1.2920 che da metà agosto, quindi da un mese esatto, non permette alla moneta unica di apprezzarsi oltre: è piuttosto evidente osservando un grafico con un timeframe inferiore al daily, anche un 240 minuti per esempio, come il livello sia stato molto sentito dal mercato, che l’ha testato molto precisamente per qualche volta.

Potremmo assistere a breve ad una rottura a rialzo, sempre che tenga il livello inferiore di supporto a 1.2765. Se questo scenario dovesse completarsi, tecnicamente il cambio avrebbe spazio di apprezzamento sino almeno a 1.32 figura.
L’unica novità di cui possiamo parlarvi, trattando il cambio UsdJpy, è il raggiungimento di un minimo inferiore a quello registrato martedì scorso.

Stiamo parlando di pochi pips, ma questo evidenzia ancora una volta come il cambio si trovi a rischio “scivolone” da un momento all’altro. L’idea rimane ancora di affidarsi ai livelli visti anche ieri su un grafico daily per cercare una svolta o sfrutta questo momento: 84.50 e 85.60, rispettivamente media mobile esponenziale a 21 periodi e trendline discendente da maggio scorso.

Passiamo al cable, anch’esso in una tendenza negativa, sebbene molto più recente. La linea inclinata negativamente di resistenza superiore, vista ieri in area 1.55, si è abbassata di qualche punto, raggiungendo 1.5490. Al di sotto invece si è creata una linea di supporto dinamica che consiglia di prestare attenzione nell’immediato a 1.5370, livello coincidente con il primo livello di Pivot di supporto odierno.

Continuiamo a parlare di sterlina, ma nei confronti della moneta unica perché su un grafico daily potremmo trovarci a un livello da osservare. È molto vicina infatti la resistenza di 0.8390, che non solo è il massimo raggiunto dal cambio nell’ultimo mese e mezzo di scambi, ma anche il livello a cui transita la media mobile esponenziale a 100 periodi (di per se non sarebbe una notizia ma se si osserva un grafico giornaliero si evince come questa linea sia stata toccata più volte e mai superata, portando anche a ripiegamenti in giornata molto evidenti).

Molto costante la salita del dollaro australiano, che sfrutta il particolare momento di euforia sulla scia di dati macroeconomici positivi. Rotto settimana scorsa il livello di resistenza a 0.9220 ci troviamo quasi già a fare i conti con il successivo livello chiave di 0.94 figura (a cui i prezzi per ben due volte a distanza di cinque mesi hanno subito una violenta battuta d’arresto). La linea positiva di tendenza che sostiene questo movimento rialzista si trova a grande distanza, intorno a 0.8950, per cui crediamo che sia necessario adottare livelli cautelativi più recenti. In questo caso la forte resistenza di 0.9220 potrebbe fare al caso nostro.

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