Cds, derivati e short: oggi la stretta Ue

 Se ne discuterà quest’oggi in Commissione Europea e se ne era già discusso a pieno ritmo prima dell’estate. Ma sembra che sia iniziato il count-down per la discussione delle proposte del commissario europeo Michel Barnier sui cds, credit default swap e short selling.

Già ieri era trapelate le prime indiscrezioni (si veda l’articolo Ue, stop allo short selling) ma nella giornata odierna vi sarà la presentazione ufficiale. Nello specifico l’obiettivo è che la nuova normativa su short selling e cds entri in vigore entro il primo luglio del 2012, quella sui derivati entro la fine del 2012. L’intento è quello di armonizzare il comparto, evitando che prevalgano autonomie locali, che comunque non sono escluse.

Nel dettaglio la proposta prevede che i regolatori nazionali avranno il potere di limitare in modo temporaneo e circoscritto il divieto di vendite allo scoperto per qualsiasi strumento finanziario. Questo sarà possibile però soltanto in situazioni eccezionali e soprattutto coordinate da una nuova authority europea di vigilanza, ossia l’Esma. 

Il nuovo organo, che sarà operativo dal primo gennaio 2011 avrà il compito di esprimere pareri alle autorità nazionali nel caso di interpellanze su misure eccezionali da adottare, in specifiche situazioni, e l’Esma  potrà decidere di intervenire o di approvare le misure delle autorità nazionali. 

Anche sui derivati l’Esma avrà un potere di veto. Viene a cadere quindi la completa libertà di movimento odierna, che sarà sostituita, almeno nella proposta di Barnier, dalla raccolta di tutti gli scambi over the counter, presso un centro dati centrale a cui avranno accesso anche le autorità nazionali di vigilanza. Sarà l’Esma però a concedere o ritirare la registrazione presso questo centro. 

Infine è previsto l’obbligo di centralizzare le operazioni sui derivati nelle camere di compensazione, dalle quali invece oggi transita non più del 20% del totale delle operazioni.

E’ previsto inoltre che chi vende questi prodotti finanziari debba versare alle clearing house un deposito di garanzia per affrontare eventuali danni per fallimento di una delle parti coinvolte nella transazione. E’ scontato che la commercializzazione dei derivati nel futuro dovrà passare attraverso il vaglio dell’Esma.

Di certo non è ancora nulla di definito, anche perché dopo la discussione odierna la parola passerà al Consiglio dei Ministri dell’UE, ma le basi sembrano ormai tracciate da tempo. 

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