Nel regno delle valute

di Emma Delbono

Tutti pazzi per i Cfd. Facili, trasparenti, i contract for difference, sbarcati in Italia nel 2006 con IG Markets, sono sempre più apprezzati tra gli investitori. E tra le tante tipologie di sottostanti, indici e valute di certo sono quelli che mostrano i ritmi di crescita maggiori. L’azionario, complici i ritrovati timori di un double-dip che dalla scorsa estate ha scatenato una fuga dai listini, sta perdendo il suo appeal. E gli investitori, ancora scottati dalla crisi, sono alla ricerca di strumenti trasparenti ed efficienti. Advisor ne parla con Alessandro Capuano, managing director IG Markets Italia, tra gli invitati al Tol 2010.

IG Market è presente sul mercato italiano da quattro anni. Come giudica l’andamento del trading online?
E’ innegabile che il mercato stia crescendo. Siamo stati tra i primi a offrire i Cfd agli investitori italiani. Oggi l’offerta è notevolmente aumentata. E questo è certamente merito del crescente apprezzamento degli investitori nei confronti del mercato valutario. All’inizio il Forex rappresentava il 10% dei nostri ricavi, mentre oggi il 62% dei nostri clienti ha fatto almeno un’operazione sulle valute. C’è sempre meno interesse verso l’azionario classico e più verso indici e valute. Che presentano parecchi vantaggi: si tratta di mercati senza orari, senza restrizioni sugli short, ma soprattutto trasparenti.
Insider trading e manipolazioni di prezzi sono circostanze estranee al Forex.
L’utente privato ha le stesse informazioni di quello professionale.

Qual è la sua percezione sull’andamento del mercato valutario in particolare?

Fino a un paio di anni fa il neofita scendeva in campo partendo dall’azionario e solo successivamente poteva eventualmente interessarsi al mondo delle valute. Oggi il nuovo cliente si dirige direttamente verso il Forex. In giro c’è più offerta ma anche più conoscenza, i prezzi sono calati tantissimo, le piattaforme sono migliori di anni fa e c’è una forte attività di formazione.

E su quello di Cfd?

Stiamo crescendo a ritmi del 30% annui e ogni mese registriamo un record di nuovi clienti. I più apprezzati restano quegli sugli indici, che rappresentano il 60% della nostra offerta, seguiti dalle valute (30%) e dagli azionari (10% circa).

Meglio dei certificati?

Sì, perché sono più trasparenti, più facili e offrono più sottostanti.

Che cosa presenterete al Trading Online Expo di quest’anno?
Illustreremo le nostre prossime iniziative nel campo della formazione, un aspetto molto importante all’interno delle nostre attività. A ottobre, in particolare, lanceremo dei seminari via internet con dei trader professionisti. Una quattro giorni on line in cui da casa sarà possibile confrontarsi con degli esperti. Accanto ai nostri programmi di formazione, presenteremo come funziona il trade-sens, un programma di accompagnamento al trading tramite supporto remoto diverso dalle classiche simulazioni in demo.
Per le prime otto settimane, infatti, il cliente potrà lavorare con dei contratti più piccoli, limitando così i propri rischi. Questi cresceranno in maniera molto graduale. L’obiettivo è portare gli utenti a regime all’ottava settimana. Si tratta di un programma facoltativo, già sperimentato nel Regno Unito con grande successo.

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