FED: indipendenza garantita?

Queste le proiezioni dei risultati relativi alle elezioni di medio termine americane, che di fatto, concentrandoci esclusivamente sul lato economico della faccenda, potrebbe minare l’indipendenza della Fed. I repubblicani, e soprattutto gli appartenenti al movimento politico conosciuto come Tea Party,  non approvano appieno, come sappiamo, le misure di aiuto varate da Bernanke fin’ora.

Secondo Rand Paul, un senatore del Kentucky eletto al Congresso che potrebbe essere a nostro parere un nuovo avversario per la Fed, Bernanke sta imponendo a tutti gli americani la più subdola delle tasse, l’inflazione. Secondo i repubblicani infatti, la banca centrale dovrebbe concentrarsi di più su problemi relativi a crescita ed occupazione, e fino a qui, nulla di male, ognuno è libero di manifestare le proprie idee e convinzioni; ma occorre ragionare sulle modalità necessarie di comunicazione tra la Fed ed il Governo, poiché andando avanti di questo passo, l’indipendenza dell’Istituto e dunque la sua efficacia, potrebbero diminuire sensibilmente. Il congresso ha già approvato un compromesso che richiede l’indicazione dei dettagli dei prestiti d’emergenza della Fed e delle azioni di politica monetaria durante la crisi finanziaria.

Tali informazioni su prestiti bancari e su acquisti futuri di asset, dovranno essere rilasciate con un ritardo di due anni. Bernanke ha affermato, commentando questo provvedimento, che gli audit sulla politica monetaria potrebbero compromettere, come accennato, l’indipendenza stessa della banca centrale.

In una lettera inviata a DeMint, un senatore repubblicano, lo scorso maggio, il governatore della Fed ha avvertito che queste sorte di verifiche avrebbero “seriamente messo a rischio l’indipendenza della politica monetaria, aumentare i timori di inflazione ed i tassi di interesse di mercato, per finire con danneggiare la stabilità economica e con essa, la creazione di posti di lavoro”.

AudUsd – grafico giornaliero

Concentriamoci però sul fatto più imminente, che sarà la riunione di stasera, ormai è consigliabile navigare a vista tralasciando, almeno per il momento, posizionamenti di lungo periodo, sostenuti da idee prospettiche di politica economica, in quanto è realmente difficile spingersi più in là di qualche settimana, come orizzonte temporale.

Quello che ci sentiamo di dire è che, a lungo, questo potrebbe pesare sul dollaro americano, in quanto tutta questa liquidità, porterà sicuramente a degli scompensi futuri. Ricordiamo che, la trappola della liquidità Keynesiana, non è poi così lontana.
Non possiamo che iniziare la consueta sezione di analisi tecnica parlando dell’eurodollaro, stabile nel proprio percorso rialzista da una settimana ad oggi.

Se consideriamo infatti, ancora una volta, un grafico orario possiamo notare come i prezzi stiano seguendo, dal minimo di 1.3735 del 27 ottobre scorso, un preciso movimento rialzista indicato da una linea di supporto dinamica che transita per le prossime ore prossima a 1.3925. Qualora questa dovesse tenere continuiamo ad indicare in 1.4080 il punto da oltrepassare per suggerire una continuazione del movimento rialzista.

Ci dobbiamo, ancora una volta, ripetere parlando del cambio UsdJpy. In questo caso continuiamo a notare una grande debolezza del cambio, appiattito pericolosamente vicino al minimo di periodo, 80.25, e al minimo storico di 79.80. Osservando un grafico a 10-15 minuti l’unico spunto aggiuntivo che potremmo trovare è dato da un doppio minimo a 80.50 visto a cavallo della notte fra il 1° ed il 2 novembre, in grado forse di fornire un ulteriore supporto ai prezzi.

Ci permettiamo ancora una volta di ricordare come l’indicatore di posizionamento proprietario di FXCM, lo Speculative Sentiment Index, stia suggerendo una sovraesposizione di posizioni lunghe con un rapporto di 7 a 1
http://www.dailyfx.com/technical_analysis/sentiment/?technicalSentiment=USD/JPY

La rottura di ieri mattina del livello dinamico a 112.80, ovviamente su EurJpy, non ha condotto perfettamente al livello atteso di 113.70: si è infatti venuta a creare una resistenza intermedia a 113.50 che ha di nuovo condotto in calo i prezzi. Per le prossime ore pensiamo di poter considerare il livello di rottura di ieri, 112.80, che peraltro coincide con il 98.2% di ritracciamento del movimento di salita da 111.80 a 113.50, come livello di supporto.

Vediamo ora il cable, dove seppur i prezzi si siano allontanati, crediamo che sia ancora raggiungibile il precedente massimo di riferimento prossimo a 1.61. In particolare questo potrebbe anche essere possibile nel breve, sempre che il supporto in area 1.5970 (suggerito da un massimo ed un minimo di riferimento e dal primo pivot di supporto giornaliero) tenga.

Passiamo al cambio GbpJpy, per notare come dal doppio minimo (su grafico orario o timeframe inferiore), a 126.50, i prezzi abbiamo seguito un preciso movimento di salita. La trendline di supporto transita esattamente a 10 punti dai prezzi attuali, 129.10 e potrebbe favorire una fuoriuscita dalla situazione di stabilità in cui si trovano i prezzi da due giorni esatti.

Concludiamo con il cambio AudUsd, perché per la seconda volta a distanza di sue settimane i prezzi hanno oltrepassato la fatidica soglia della parità. Data la situazione macroeconomica del paese ed il recente rialzo dei tassi, in relazione ad una fase di debolezza generalizzata del biglietto verde, siamo portati a pensare che questo livello potrebbe essere oltrepassato con forza.

È evidentemente molto lontano, ma il livello di supporto su cui si fonda questo rialzo si trova sul quadruplo minimo statico in area 0.9670.
Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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