Un mare di soldi

Partendo dalla BCE, ieri chiaramente non ci sono state mosse di nessuna sorta sui tassi e si è deciso di prendere un altro mese di tempo, per attuare una politica di wait and see, prima di decidere se proseguire con il programma di acquisto di assets. Trichet ha dichiarato di non credere che la Fed stia agendo in questa maniera per svalutare il dollaro ed ottenere così una serie di vantaggi competitivi a livello internazionale e, anche se preoccupato per la situazione fiscale dei Paesi PIIGS, ci si può sostanzialmente permettersi qualche tempo in più di attesa (attualmente, la situazione economica europea è percepita leggermente migliore di quella americana).

L’euro in una situazione del genere può soltanto beneficiare e dopo vedremo i punti tecnici, che possono accompagnare questa salita, da tenere sotto osservazione. Si è incontrata anche la Bank of England che ha lasciato i tassi invariati così come il programma di QE a 200 miliardi di sterline. Un paio di membri del board avrebbero avuto intenzione di aumentare i programmi di espansione monetaria di altri 50 miliardi, ma per ora non è stato fatto.

In Giappone, dopo la mossa della Fed, c’è chi stima possano arrivare aiuti all’economia che prevedono una forchetta tra 15 e 20 trilioni di yen, dopo i 5 già stanziati e le parole che arrivano dal ministro delle finanze che, oltre alle solite frasi di rito (non vogliamo eccessiva volatilità sul mercato dei cambi), ha dichiarato che se necessario, il Governo interverrà per combattere un eccessivo apprezzamento della divisa nipponica.

Questa situazione ha fatto rialzare i listini azionari e le materie prime e si inizia già a parlare di QE3, visto che, a meno di cambiamenti sostanziali dell’andamento dell’economia, non crediamo che l’istituto centrale americano, che fin’ora – nonostante tutto – è riuscito a mantenere credibilità, possa abbandonare la strada intrapresa.

GbpUsd – grafico orario

Concentrandoci più sul breve periodo oggi dobbiamo prestare particolare attenzione ai dati sui non farm payrolls, un indicatore che riflette sì la situazione dell’occupazione americana (meglio del tasso di disoccupazione in quanto è un indice più empirico), ma che attualmente può essere considerato un indicatore di fiducia e come tale può portare altissima volatilità sui mercati.

Attenzione dunque ad operare a ridosso delle 12.30 GMT, quando verranno rilasciati i dati (precedente -95.000 unità, previsto +60.000 unità).
È continuata con una buona intensità per tutta la mattinata di ieri la salita della moneta unica nei confronti del dollaro. Questo ci ha riportato ad oltrepassare non solamente il massimo precedente, a 1.4190, ma anche ad un’estensione di quasi 100 punti oltre questo livello.

La tendenza del cambio appare, ancora una volta, in direzione di salita e i livelli a cui ci affidiamo per valutarne la stabilità sono dati da 1.4190, già provato almeno altre 3 volte su grafico orario e, osservando un timeframe maggiore 1.4150. Il supporto dinamico alla salita, iniziata con questa nuova ondata il 27 ottobre scorso, è suggerito oggi nei pressi di 1.4050, livello a cui si concentrano anche due massimi precedenti interessanti.

Nulla di nuovo sul cambio UsdJpy, che ha si fornito uno spunto ribassista ieri con la rottura del supporto a 80.80, ma non ha avuto una volatilità tale da raggiungere il più importante livello di supporto a 80.25. Il movimento laterale quindi, compreso fra 80.25 e 82, continua da 3 settimane e rimane pericolosamente vicino al minimo storico senza nessuna propensione per un rialzo od un ribasso.

Il cambio EurJpy è giunto ieri quasi a riprovare il precedente massimo di riferimento a 115.65, fermandosi però 20 punti prima. Per le prossime evoluzioni consideriamo importate il minimo della seconda parte della giornata di ieri, prossimo a 114.45.
Vediamo ora il cable, che ha segnato ieri un nuovo massimo a 1.63, subendo successivamente un calo e compiendo quindi un movimento del tutto sovrapponibile a quello visto sull’eurodollaro.

Anche in questo caso pensiamo sia interessante valutare il movimento di risalita del cambio da settimana scorsa, osservando come sia così suggerito un livello di supporto a 1.6140, per le prossime ore. È interessante notare inoltre come questa linea sia confermata dalla media mobile esponenziale a 100 periodi, prendendo in considerazione un grafico orario.

Continuiamo a trattare di sterlina, contro yen però, per notare come il cambio sia costretto da due forse opposte con origine più e meno recente. Dal basso troviamo una pressione rialzista incominciata a 126.40, con un supporto a 130 figura, dall’altro abbiamo una pressione ribassista di più lungo periodo, incominciata il 2 agosto scorso a 138, con una resistenza a 132.00 per le prossime ore.

Il cambio EurGbp potrebbe essere sostenuto, nella tendenza rialzista degli ultimi giorni dal livello di supporto dinamico a 0.8730. La rottura di 0.8755 potrebbe portare ad un movimento di breakout giornaliero.
Sembrano non esserci proprio più livelli di supporto alla discesa del cambio UsdChf. Saltato ieri anche l’ultimo “baluardo” di 0.9660 rimaniamo scettici nell’immediato e possiamo ipotizzare un ritorno al minimo precedente di 0.9465 (ad una figura esatta dal livello di supporto, toccato più volte nelle ultime ore).

La forza del franco ha portato anche ad una discesa del cambio EurChf. In questo caso però un livello importante, in grado di aiutare il movimento rialzista, possiamo trovarlo: questo è dato dalla linea di tendenza positiva che è stata generata dal minimo di 1.2770 di inizio settembre e che suggerisce a 1.3550 un preciso livello.

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