Incerte le Borse europee in chiusura di settimana

Nonostante le prese di profitto ed i rinnovati timori sulla tenuta dei conti pubblici dei Paesi periferici, i listini europei chiudono sopra la parità grazie al risultato migliore delle attese arrivato dal mercato del lavoro statunitense (+151 mila buste paga). Si tratta della crescita maggiore in sei mesi ed il dato è superiore di due volte e mezzo il consenso (+60 mila); il tasso di disoccupazione si è invece confermato al 9,6%. Indicazioni deludenti invece dall’Europa, che le vendite al dettaglio in calo congiunturale dello 0,2% e gli ordini all’industria manifatturiera tedesca che scendono del 4%.

Sul valutario il dollaro ha riguadagnato terreno in scia dei dati macro, portando il cross con la moneta unica a 1,4062 e quello con la divisa nipponica a 81,280 yen. Per quanto riguarda le materie prime, l’oro poco fa è tornato vicino ai 1.400 dollari l’oncia toccando un nuovo massimo a 1.397,7 mentre il greggio quota 86,3 dollari il barile. Il tedesco Dax ha chiuso in rialzo dello 0,29% a 6.754,2 punti, +0,21% per il londinese Ftse100 a 5.875,3, parità per Parigi a 3.916,7 e segno meno per lo spagnolo Ibex, che con un -1,65% si porta a 10.428,1. Andamento simile per Milano, dove il Ftse Mib ha perso l’1,28% portandosi a 21.195.

Ad appesantire il listino milanese l’andamento dei bancari, penalizzati dai timori sulla situazione finanziaria dei Paesi periferici. Mps perde quindi il 4,27%, Ubi il 4,06%, e l’accoppiata Intesa Sanpaolo-Unicredit lascia sul campo il 3,01% ed il 2,99%. Il settore sconta anche una view non proprio entusiasta da parte di Bank of America Merrill Lynch. -2,54% per Telecom Italia dopo la pubblicazione dei conti. Prese di beneficio invece per Italcementi e Buzzi Unicem (-2,11 e -1,31%). Tra i pochi segni più troviamo il +3,15% di Tenaris che capitalizza la presentazione dei conti ed il +2,08% di Fiat. In scia Exor con un +1,56%.

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