Eur, Yuan e Yen

Il dollaro? Come mai non è stato citato? Semplice, cos’altro ci sarebbe da dire in un momento come questo? Sappiamo tutti che mossa di politica monetaria non convenzionale ha attuato la Federal Reserve, ed il mercato andrà molto probabilmente a scontare questa decisione nel medio periodo, andando a pesare sulle sorti del dollaro.

E da tutto il mondo si sprecano i commenti circa questa decisione, uno dei più importanti dei quali arriva da Pechino. Gli officials cinesi, hanno infatti affermato che, Bernanke, sta indirettamente controllando il tassi di cambio dei dollari con i maggiori Paesi mondiali, e questo porterà a squilibri internazionali. Anche dall’eurozona non si fanno attendere i commenti, che questa volta arrivano da Juncker, presidente dell’Eurogruppo e primo ministro Lussemburghese, secondo il quale tutto ciò porterà ad una aumento dei rischi di inflazione ed è un modo per combattere i debiti, facendo altri debiti.

Sarà importantissimo, forse come mai prima d’ora, vedere se dal G20 che si terrà a Seoul giovedì e venerdì uscirà qualcosa di concreto a riguardo. Intanto dall’oriente arrivano un paio di spunti di riflessione che spiegano i movimenti cui stiamo assistendo: qualche speculazione che la China potrebbe far apprezzare lo yuan nel brevissimo, addirittura prima del meeting di fine settimana (che si traduce con un acquisto di Yen) e la comunicazione pubblicata sul sito della People Bank of China, secondo la quale ci sarebbe l’intenzione di frenare l’ingresso di capitali (definiti “caldi”) nel Paese con annessa minaccia per gli istituti bancari cinesi di poter essere “puniti severamente”, nel momento in cui non dovessero rispettare le direttive emanate dagli organi di controllo (Governo e Banca Centrale). Tutto questo non fa altro che alimentare l’avversione al rischio, ed il beneficio derivante si manifesta tramite acquisti di oro e di Yen.

EurUsd – grafico 240 minuti

A questo dobbiamo aggiungere i rinnovati timori relativi ai Paesi periferici dell’eurozona, che stanno pesando sulla moneta unica. Lo spread tra il decennale tedesco ed il titolo di stato portoghese a 10 anni è arrivato a 444 basis point ieri, mentre il confronto con quello irlandese ha purtroppo toccato la quota record di 550 bp. Il primo deve per forza attuare delle riforme strutturali che gli permettano di porre solide (più o meno) basi per continuare a rimanere nell’euro e a far sì che la situazione fiscale interna possa reggere, per il secondo è invece attesa una riduzione del deficit entro il 2014. La Grecia prende un bel voto per gli sforzi che sta facendo per sistemare la propria situazione.
Passando all’analisi tecnica, non possiamo non notare come oramai la correzione dell’euro dai massimi di giovedì, a 1.4280, sembri aver tutte le intenzioni di giungere al punto di partenza di 1.3740: nel frattempo solamente un livello potrebbe impensierire la discesa, 1.3810 a cui il cambio ha subito una forte ripartenza rialzista il 29 ottobre scorso e dove transita perfettamente la trendline rialzista che congiunge i più recenti minimi di 1.37 e 1.3740.
Nulla di nuovo invece sul cambio UsdJpy, dove rimangono oramai noti i livelli da attendersi per assistere ad una svolta. Abbiamo avuto ieri mattina un nuovo test della resistenza a 81.50, che anticipa di 50 punti quella più importante a 82 figura, mentre verso il basso, ad aggiungersi al minimo relativo di 80.25, troviamo l’area di congestione di 80.60, a cui abbiamo assistito a parecchi rimbalzi osservando grafici orari.
Con queste premesse il cambio EurJpy non può che seguire il destino riservato alla moneta unica. Abbiamo quindi avuto ieri il superamento di 113 figura senza molti problemi ed ora i prezzi sembrano puntare verso l’area compresa fra 111.60 e 111.80, dove ricorderete si trova un precedente doppio minimo perfettamente realizzato tra il 19 ed il 29 ottobre scorso.
Appare tranquilla la situazione sul cable da ieri mattina. La sterlina infatti si è deprezzata in minor misura rispetto alla moneta unica e giace in una situazione di perfetta lateralità compresa fra 1.6130, come resistenza e 1.6075, come supporto.
Risulta molto interessante la situazione tecnica della sterlina nei confronti dello yen, dopo la discesa innescata, su un grafico di lungo periodo, dal livello dinamico a 132 venerdì i prezzi infatti si sono appoggiati sulla linea positiva di supporto che stiamo seguendo dal doppio minimo a 1.2640 del 25 ottobre scorso. Una discesa al di sotto dell’ultimo supporto a 130.30-40 (coincidente con l’area di minimo di mercoledì scorso) potrebbe innescarsi una nuova pressione ribassista, sino alla perfetta area di supporto orario di 129 figura.
Nonostante qualche alto e basso notiamo come il cambio UsdChf si trovi, tutto sommato, ancora nei pressi di 0.9660, sintomo dell’importanza che il mercato attribuisce a questa area. Come abbiamo già sostenuto ieri, da questa rottura potrebbe ripartire una buona salita del cambio, mentre una definitiva rottura ribassista non lascerebbe molte speranze di evitare il precedente minimo storico a 0.9470.
Concludiamo con il cambio AudUsd, dove abbiamo avuto ancora parecchie conferme sulla bontà del livello di supporto indicato a 1.0080 già ieri mattina. Effettivamente se osserviamo un grafico orario notiamo come il livello sia stato testato almeno altre 5 volte portando, in tutti i casi, ad almeno 25-30 punti di risalita. Non abbiamo dubbi quindi sull’importanza che questo livello, peraltro molto vicino ora, potrà rappresentare per suggerire una parziale ripresa del dollaro.

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