Avversione al rischio

Tra oggi e la fine della settimana è possibile assistere a mercati volatili, più di quanto lo siano stati negli ultimi giorni di trading. Basta aprire la piattaforma e guardare i prezzi stamattina, per capire che qualcosa di importante sta succedendo. E questo qualcosa si chiama, a nostro avviso, forte avversione al rischio, che sta muovendo i mercati a favore di dollari americani.

Riepiloghiamo i fattori che stanno dietro questo ragionamento. Il primo rimane senza dubbio la Cina, che si è espressa nuovamente sulle politiche adottate dalle Fed, senza troppi peli sulla lingua. Da Pechino arriva, ancora una volta un abbassamento del rating sul debito sovrano statunitense in quanto viene vista la possibilità di una recessione a lungo termine e la Safe (Autorità valutaria cinese) ha, come sappiamo, dato un giro di vite all’afflusso di capitali esteri, rafforzando, tra l’altro, il controllo sul rimpatrio di capitali di società cinesi quotate all’estero e offshore in modo tale da non vedere arrivare capitali “hot” sulla scia di questa avversione al rischio generale, che potrebbero incrementare ulteriormente l’inflazione ed alimentare nuove bolle speculative.

Lo yuan ha toccato i massimi dal 1993, ma sebbene si sia rivalutato del 2% circa da giugno, questo, ahinoi, non è ancora abbastanza. Un altro fattore che scotta è l’auction di titoli portoghesi che verrà attuata oggi. 1.25miliardi di euro in titoli a scadenza 2016 e 2020, nel momento in cui i differenziali tra i rendimenti offerti dai titoli sovrani offerti dal Paese e quelli tedeschi (benchmark) si trovano su livelli record.

In tutto questo perché il dollaro sale? Ad un primo sguardo il fatto che i rendimenti offerti dal green back non siano così attrattivi potrebbe non fare trovare una logica dietro questi movimenti, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, capiamo come il dollaro sia attualmente una delle valute utilizzate dagli investitori per finanziarsi, visto il suo basso costo, e per andare ad acquistare attività a maggiore rendimento (vedi valute dei Paesi emergenti, metalli preziosi ecc). In un momento delicato come questo, gli investitori stanno liquidando posizioni di rischio acquistate con dollari, e di conseguenza i movimenti di reazione non possono essere che questi. Il G20 che sta per arrivare si preannuncia davvero caldo, stiamo a vedere se ne uscirà qualcosa di concreto.

GbpUsd – grafico 60 minuti

Passiamo alla consueta sezione di analisi tecnica dove abbiamo visto non ci sia stato nulla da fare per l’euro nei confronti del dollaro: anche il livello di 1.3810 in cui abbiamo riposto le ultime speranze di tenuta è stato oltrepassato abbondantemente. A questo punto un qualsiasi grafico che giunga almeno alla metà di ottobre potrà chiarire come, rotto nel breve 1.3740 su cui per il momento i prezzi si sono appoggiati,  l’obiettivo di 1.37 figura sia solo questione di tempo.

A questo livello infatti era giunto il cambio il 19 ottobre scorso dopo una correzione molto simile a quella a cui abbiamo assistito negli ultimi quattro giorni (540 punti, contro 460). Le prossime ore ci diranno se questa area di supporto potrà invertire la discesa con un bel doppio minimo.
Dal cambio UsdJpy, in ripresa veloce ieri dal supporto in area 80.60, giunge un’interessante conferma.

Stiamo parlando dell’ennesimo tentativo di rottura di 82 figura, che contiene i movimenti del cambio da alcune settimane. Un’escursione al di sopra di questo importante livello allontanerebbe il rischio “minimo storico” per il cambio favorendo una risalita sino ad un primo livello obiettivo di 82.90/83 figura.
Il cambio EurJpy ha evidenziato ieri ancora l’importanza dell’area di supporto a 111.60/70, ritornando in poche ore al livello di resistenza di 113 figura. Consideriamo ancora importanti questi due livelli, per scoprire la direzione dei prezzi nelle prossime ore.
Alla fine anche il cable, che sembrava essere rimasto relativamente immune alla ripresa del dollaro, ha segnato una profonda discesa lasciando sul terreno più di due figure in mezza giornata.

Lo spunto interessante giunge dal livello che questo calo ha evidenziato come supporto: si tratta infatti di 1.5950, il 61.8% di ritracciamento di quel movimento di salita che abbiamo sfruttato ampiamente sino alla rottura di lunedì, compreso fra il minimo di 1.5740 ed il massimo di 1.63. Per il breve consideriamo appunto questo come supporto, mentre come resistenza possiamo ipotizzare l’area di 1.6015/20, dove giunge il 50% di ritracciamento e dove abbiamo visto fermarsi i prezzi nelle ultime ore.

La discesa dello yen ha favorito la ripresa della sterlina nel cambio GbpJpy, riportando i prezzi a crescere di più di una figura dal minimo di ieri a 129.90. Continuiamo a considerare come importante il livello di resistenza dinamica suggerito dalla trendline discendente di lungo che transita per le prossime ore vicino a 131.70.

Era impossibile che il supporto di 1.0080 (parliamo di AudUsd ovviamente) potesse tenere all’infinito, dopo la lunga serie di tentativi di rottura ribassista messi a segno da una settimana. Questo ha favorito un movimento di accelerazione ribassista, sfruttando la ripresa generalizzata del biglietto verde, che ha condotto i prezzi a toccare nuovamente la parità, pur mantenendosi al di sopra. Sembra quindi che nel breve i due livelli da utilizzare siano abbastanza chiari, 1.0080 e 1.00.

Il dollaro nei confronti del franco, seppur abbia subito ancora pressioni ribassiste ieri mattina, sembra essersi levato d’impaccio dall’area di resistenza a 0.9660/0.9680. Stando a quanto si evince da un grafico con un timeframe ridotto i due obiettivi potrebbero essere posti a 0.9740 prima e 0.9760 poi.
Il profondo calo dell’eurofranco ha oltrepassato i livelli di supporto con una costanza di ribasso molto elevata (490 punti in 4 giorni di scambi). Nelle prossime ore vedremo se anche l’area di supporto a 1.33 sarà passata senza riuscire a bloccare, almeno temporaneamente, la discesa.

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