Pericolo default per Irlanda e Portogallo

Continua la lunga scia del “terrore” finanziario europeo, un’avventura pronta a fare la felicità degli speculatori e le pene degli investitori.Stavolta il rischio, almeno secondo una parte degli economisti, è quello di sbagliare ancora. Con la Grecia, come riporta l’Ansa, l’errore fu quello di attendere troppo prima di lanciare la ciambella di salvataggio, con l’Irlanda potrebbe essere quello di farlo troppo presto, dando ai mercati la sensazione che la ex tigre celtica stia per affogare davvero nonostante le smentite di Dublino, che vorrebbe invece giocarsi i sette mesi di tempo che ha prima di dover rinegoziare il suo debito pubblico. Protagonista, ora come allora, la Germania di Angela Merkel. Accusata di essere stata troppo lenta nella crisi di Atene, ora sta facendo pressing intenso sull’Irlanda perchè si decida e accetti di ricorrere al Fondo di aiuti predisposto dall’Unione europea, ora che il suo debito è cresciuto del 32% del Pil in un anno, tanto da far schizzare i rendimenti ipotetici sui suoi bond decennali al 9%.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, un funzionario governativo tedesco, che ha preferito rimanere anonimo, ha confermato che Berlino sta tentando di convincere Dublino ad accedere al Fondo prima della riunione dei ministri finanziari dell’Eurogruppo in programma martedì prossimo a Bruxelles. Secondo il Sunday Times, però, il ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, ha intenzione di resistere in ogni modo. D’altra parte già venerdì scorso Lenihan ha detto che “lo Stato è interamente finanziato fino al prossimo giugno”, mentre oggi il ministro dell’Industria, Batt ÒKeefe ha ribadito che “questo governo non è sotto pressione, e non si è parlato con l’Ue di possibili aiuti”. Ma lo stesso quotidiano rivela che trattative preliminari sarebbero già partite con il Fmi e che, per consentire un accesso al Financial Stability Fund, il Fondo avrebbe chiesto all’Irlanda di aumentare la tassa sulle società, quella che con il suo affascinante 12,5% di imposta ha attirato tanti investitori in passato. Ufficialmente la Commissione europea sostiene di non aver ricevuto »alcuna domanda« di intervento, ma sabato sera – a conferma di quanto sia tutt’altro che di riposo questo week end di lungo ponte festivo belga, fonti comunitarie hanno fatto sapere che a Bruxelles il dossier è aperto e che si sta già pensando ad un piano di aiuti in una forbice tra i 45 ed i 90 miliardi di euro. Il tema Irlanda, anche se ancora non ufficialmente all’ordine del giorno, finirà certamente sul tavolo delle riunione dei ministri finanziari: martedì quelli dell’Eurogruppo, mercoledì quelli dell’intera Ue. E se Dublino cerca in tutti modi di gettare acqua sul fuoco, i mercati sono nervosi, tanto che il termometro dei credit default swap chiede un premio del 5,37%, secondo solo a quello chiesto per i titoli pluriennali della Grecia (8,63%) e ben superiore a quello di Portogallo (4,30%) e Spagna (2,61%) che pure, senza farsi problemi di orgoglio nazionale, starebbero preparando richieste di aiuti per una settantina di miliardi di euro a testa.(

Intanto legatizie negative provengono anche da un altro degli “Stupid”, il Portogallo Se il Portogallo non riuscirà a creare un’ampia coalizione di governo per far fronte alla crisi finanziaria, potrebbe venire costretto ad abbandonare l’euro. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luis Amado, in un’intervista al settimanale Expresso, in cui ha sottolineato come opposizione e governo debbano giungere ad un compromesso per far fronte a questa “situazione estrema”. Amado ribadisce che “i partiti politici devono capire che l’alternativa a questa situazione è la possibilità di uscire dall’euro: questa è una situazione che i mercati potrebbero inevitabilmente costringerci a prendere in considerazione”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!