FX: calo del nervosismo

I movimenti sull’eurodollaro sono stati più consistenti, ma la volatilità è ancora inferiore rispetto a quella vista la settimana scorsa. L’indice VIX, che misura la volatilità del mercato azionario è sceso del 5 per cento dagli importanti livelli toccati settimana scorsa, indicando che gli investitori sono meno nervosi. Questo spiega perché il dollaro abbia leggermente ripiegato contro le principali divise, in quanto, la recente reazione di apprezzamento su tutti i fronti del biglietto verde è stata trainata soprattutto dai flussi derivanti dall’avversione al rischio.

Tuttavia, non è cambiato molto nel corso delle ultime 24 ore e, di fatto, la possibilità che venga accettato il piano di salvataggio da parte dell’Irlanda è solo aumentata. La Commissione europea, BCE e FMI hanno inviato una squadra in Irlanda per avviare i colloqui su un possibile piano di salvataggio e non ci sono state reazioni particolari da Dublino in merito alla visita, il che potrebbe significare che l’idea di dover accettare degli aiuti si sta piano piano concretizzando, anche se, ufficialmente, il primo ministro continua a negare la necessità di un piano di salvataggio.

Fino a quando la situazione irlandese non sarà risolta, gli investitori resteranno attenti al rischio e questo potrebbe andare a limitare un recupero significativo del sentiment di mercato.
Intanto da JP Morgan arrivano dei commenti circa il dollaro americano, che secondo il responsabile della research per il mercato forex, potrebbe diventare la divisa più debole del mondo, a causa dell’allentamento monetario messo in atto dalla Federal Reserve. Il fatto che si aumenti tutta questa liquidità in circolazione mantenendo comunque i tassi eccezionalmente bassi (probabilmente anche per buona parte del 2011) e che si abbia una bilancia commerciale in deficit così alto saranno, a loro parere, determinanti per le sorti del biglietto verde.

EurUsd – grafico 60 min

Visto che i temi da commentare non sono tutto sommato cambiati, passiamo velocemente all’analisi tecnica, cominciando con l’eurodollaro. Questa volta però, invece del solito trend, potrebbe essere giunto un segnale di svolta. La linea che stiamo osservando dallo scorso 3 novembre e che con gran precisione ha contenuto il rapido movimento di discesa è stata oltrepassata definitivamente ieri in serata, nei pressi di 1.3535, lasciando ipotizzare qualcosa di positivo nell’immediato.

Vediamo infatti come i prezzi durante la discesa abbiano rispettato perfettamente il livello di supporto a 1.3460 (50% di ritracciamento del movimento di salita compreso fra 1.2670 e 1.4280), confidando ora che il 38.2%, 1.3650, rotto la settimana scorsa e che ora sembra la resistenza, possa essere raggiunto a breve.

Continua la grande stabilità del cambio UsdJpy, vista da tre giorni a questa parte con la rottura del livello di resistenza chiave in area 83. Abbiamo assistito a frequenti tentativi di rottura di 83.50 senza successo. Per le prossime evoluzioni, come sempre in questi casi così compressi graficamente, vale l’idea di sfruttare eventuali rotture.

Un ulteriore spunto può giungere a schiarire le idee. Questo proviene dalla linea di tendenza positiva che si è venuta a creare dalla veloce risalita del 9 novembre. E’ infatti al primo test di tenuta dalla sua creazione e suggerisce un supporto a 83.15… vedremo a breve che importanza possa assumere.
Un rapido passaggio sul cambio EurJpy mostra come si stia, nuovamente, avvicinando l’area di resistenza chiave prossima a 113.50.

Come evidenziamo da alcuni giorni questo potrebbe essere il vero punto di svolta per un ritorno a 115.40-50.
Vediamo ora il cable, analizzando la situazione grafica attraverso un timeframe di breve periodo, un 5 minuti per esempio. Questo perché siamo così in grado di isolare il movimento, seppur lento, di salita messo a segno dal cambio dal minimo di 1.5840 e trovare così un livello di supporto dinamico poco al di sotto di 1.59 figura (1.5895 per l’esattezza).

Il massimo di ieri, che coincide con massimo dei prezzi degli ultimi tre giorni, 1.5950 è ora la resistenza.
Passiamo a vedere il cambio GbpJpy, per rinnovare l’idea di seguire la precisa linea di tendenza positiva venutasi a creare dal doppio minimo a 126.40 del 25 ottobre scorso. Per le prossime ore questa transita a 132 figura, che si trova solamente 20 punti più in basso della serie di minimi messi a segno dal cambio negli ultimi 3 giorni.

Il doppio massimo perfetto del UsdChf a 0.9970, ha per il momento confermato la propria validità portando ad un’inversione dei prezzi. La trendline che stiamo considerando dal 9 novembre è saltata e solamente un ultimo livello di supporto a 0.9870 potrebbe evitare al cambio di capitolare al primo supporto importante di 0.9770.

Nuovo tentativo, mancato, di rottura sul cambio EurChf a 1.3465. Questo ne testimonia la validità, confermata già da qualche giorno dalla coincidenza del 38.2% di ritracciamento del movimento di discesa compreso tra 1.3830 e 1.3230.
Concludiamo questa sezione con uno sguardo alle commodities, in primis l’oro (XauUsd) notando come anche questo, successivamente al bel movimento ribassista favorito dalla rottura di 1.353, sia ritornato a crescere.

In questo caso potremmo ancora considerare la trendline che aveva portato all’individuazione di quel preciso livello che per le prossime ore indica a 1.358 la resistenza da oltrepassare. Se passiamo a osservare un grafico orario notiamo che 1.356,50 è stato il supporto prima della rottura ribassista, confermando quindi l’importanza di questa zona.
Sull’argento (XagUsd) troviamo invece un livello statico molto preciso che potrebbe essere considerato per le prossime evoluzioni del prezzo: 26.50, a cui si sono concentrati una nutrita serie di minimi e massimi, su grafico a candele orarie, dal 5 novembre scorso.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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