Authority, tutto bloccato

Come spesso accade in Italia (vedi il caso Consob), si è soliti dedicare più tempo alla scelta di chi deve svolgere un compito piuttosto che alle problematiche sottostanti lo stesso. Ecco così che con una mossa che in verità meditava da qualche giorno, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, designato per la presidenza dell’Autorità per l’energia, ha deciso di fare un passo indietro e restare nel suo ruolo fino alla scadenza del mandato, come ripreso da Il Sole 24 Ore: “Ho scritto al presidente del consiglio per comunicargli la mia decisione di rimanere all’Antitrust – ha reso noto ieri -. Sono un uomo delle istituzioni e non voglio consentire che l’Autorità che presiedo e l’Autorità dell’energia siano paralizzate da veti incrociati che pur non riguardano la mia persona”. I veti, continua il Sole,  sono quelli Pd, di Fli, dell’Italia dei valori e in parte dell’Udc.

Intanto ecco arrivare le prime reazioni: ”La decisione di Catricalà di sottrarsi allo scontro che si stava preparando sul suo nome, nonostante la riconosciuta competenza e l’equilibrio con cui ha in questi anni guidato l’Antitrust, conferma la sua sensibilità istituzionale, ma soprattutto quello che avevamo denunciato: accordi opachi e sottobanco tra governo e partiti non sono accettabili quando in gioco sono il funzionamento e l’indipendenza di autorità che regolano mercati strategici per l’economia”. Ad affermarlo in una nota è la portavoce di Alleanza per l’Italia, Linda Lanzillotta, ripreso da Ansa. “Chi ha a cuore le liberalizzazioni deve pretendere che nelle nomine si seguano metodi di scelta trasparenti e criteri di indiscutibile professionalità» sottolinea Lanzillotta aggiungendo: «quindi ora si azzeri tutto e si ricominci daccapo”.

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