Quando al posto del bond c’è il sukuk

Lo sviluppo della finanza islamica passa a questo punto dalla penetrazione  del tessuto finanziario dei paesi occidentali forte della presenza considerevole di comunità musulmane più’ o meno integrate. L’alfabetizzazione economica non e’ di sicuro elevata dettata dal fatto che molti musulmani si tengono lontani dai circuiti finanziari del territorio per convinzioni di carattere religioso.
A parte gli strumenti di tipo retail, forte è l’interesse per l’offerta di strumenti finanziari collegati ai dettami coranici, tra i quali i sukuk.  Le emissioni di obbligazioni islamiche ha superato quota 50 miliardi di dollari grazie all’ingente liquidità dei paesi produttori di petrolio e la richiesta di investimenti e finanziamenti da parte  dei paesi del Golfo e dell’Asia.

Sono simili alle obbligazioni tradizionali garantite da attività, ma invece di basarsi su un tasso di interesse, il ricavo per gli investitori deriva dall’affitto o vendita di attività tangibili che valgono da sottostante, in primis beni immobili.
Mentre l’obbligazionista occidentale riceve a scadenze predeterminate il pagamento delle cedole, nel caso del sukuk il cliente ha diritto sia ai profitti generati dalle attività che ai ricavi da realizzo degli stessi.
La negoziabilità dei sukuk e’ strettamente connessa all’esistenza del bene perché la compravendita di debito non e’ permesso dalla Sharia.
Al pari delle obbligazioni più’ conosciute, la durata del sukuk e’ predeterminata, va da tre mesi per quelli simili ai nostri Bot ad un massimo di cinque/dieci anni. L’importanza e il carattere distintivo di questi prodotti islamici sta nel fatto che compratore e venditore sono a conoscenza delle attività reali e non semplicemente delle “carte commerciali”.

I principali sukuk sono: Mudarabah, Musharakah, Murabahah, Istisnah, Ijarah e i Convertibili. Il Mudarabah e’ un accordo tra due parti: una mette il capitale interamente e l’altra la gestione d’impresa. In caso di perdite solo la prima parte subisce il danno, in caso di utili si spartisce tra entrambi in base a quote prestabilite. Il Musharakah e’ un contratto tra banca e cliente in cui entrambi conferiscono i capitali necessari. Le parti concordano prima i profitti, mentre le perdite sono ripartite in base alla quota.
Il Murabahah e’ un contratto diviso in due parti. Il cliente chiede alla banca di acquistare un bene al suo posto, la banca dopo un certo periodo chiede al cliente di ricomprare il bene con una maggiorazione di prezzo e a rate.

L’ Istisnah e’ un contratto di acquisto di beni fatti su commessa ed e’ pagato al costruttore in base all’avanzamento lavori. Un altro tipo di sukuk e’ l’Ijarah simile al leasing. La banca compra e affitta i beni al cliente dietro pagamento di un compenso. I termini sono stabiliti in anticipo e il proprietario del bene rimane sempre la banca. Ultimi per nascita sono i sukuk convertibili in azioni nati nel 2006 la cui conversione può arrivare fino  al 30% del capitale azionario. Le più’ grandi società che emettono titoli di questo tipo sono Port Custums & Free Zone Cooperativo (PCFC), Nakheel Development e Aldar Properties.

 A parte le potenzialità di prodotto e la richiesta sempre maggiore in tutte le piazze finanziarie, bisogna sottolineare che l’essenza del sukuk sta nella monetizzazione del bene, ovvero nel processo di “securitisation” (trasformazione del bene in movimenti di cassa attuali). Infatti, l’acquirente di sukuk diviene proprietario pro quota dei beni parcellizzati e questo gli permette di beneficiare di una rendita periodale simile alle cedole che però non proviene da interessi, ma dalla quota profitti man mano generati. Non rappresentano quote di debito, ma certificati rappresentativi di una comunione di beni. Il sottostante e’ quasi sempre legato al mercato immobiliare e specificatamente alla prestazione di servizi quali autostrade, scolarizzazione e salute.
Le emissioni al momento sono comunque poche e concentrate su alcune piazze per la mancanza alla base di uno standard accettato nel mondo islamico. I riferimenti da seguire sono gli schemi standard individuati dall’Accounting e Auditing Organization for Islamic Financial Institutions (AAOIFI) e l’andamento delle piazze di Malesia e Bahrain fungono da buon termometro di mercato.
La tipologia di sukuk più’ diffuso e’ l’ijarah sukuk, che ha come sottostante un complesso immobiliare locato secondo il classico schema del leasing e per il quale il rendimento deriva dai canoni di locazione finanziaria.
In futuro il sukuk potrà ritagliarsi uno spazio di sicuro interesse e una valida alternativa ai tradizionali metodi di investimento.
Un banco di prova sarà sicuramente il mercato europeo che consta ad oggi di 26 banche islamiche e convenzionali (con filiali o islamic windows) di cui 19 presenti nel Regno Unito e nessuna in Italia. Le opportunità vengono non solo dal fattore demografico decisamente positivo e dall’internazionalizzazione degli operatori arabi, ma anche dalla richiesta di liquidità  sempre maggiore se pensiamo che a breve scadranno quasi 4 mila  miliardi di euro di obbligazioni solo da parte delle banche zona euro.

Dott. Santovito Luigi

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