Quanto corre il dragone

In molti infatti hanno atteso con ansia  il week end per l’anticipazione dei dati sull’inflazione e successiva decisione sui tassi di interesse. Ebbene il dato ha mostrato quanto l’inflazione stia correndo, +5.1% a novembre, la rilevazione più alta da mesi (28 per la precisione) e ben al di sopra del 4.4% del mese precedente, spinta da una domanda interna in forte crescita e dal notevole aumento del costo dei beni di prima necessità, sostenuti fortemente a loro volta da materie prime sempre più costose (di cui la Cina è un consumatore incontentabile).

Il Governo cinese, prima ancora che alla situazione economica globale, si dovrà quindi guardare dalla situazione interna per non ritornare ad una crisi simile a quella vista nel 2008, spinta anche in quel caso da un aumento sproporzionato dei costi alimentari. Chi si attendeva un successivo aumento dei tassi, il secondo quest’anno dopo tre anni di immobilismo è rimasto deluso, per il momento diciamo noi, in quanto è emerso dalla successiva conferenza che “la priorità è di seguire la veloce crescita economica con una ristrutturazione economica, a cominciare da una più veloce stabilizzazione dei prezzi”, ponendo quindi le basi per una continuazione di una rigida politica monetaria.

Dando uno sguardo altrove, il calendario molto scarno di oggi ci impone di dare allargare lo scenario alla settimana, troviamo che sono attese due riunioni importanti: una chiave per gli States ed una che avrà un certo impatto sull’Unione Europea, alla luce anche della recente diatriba fra stati favorevoli e contrari agli oramai famosi eurobonds.

Avremo la decisione sui tassi della FED, martedì sera come di consueto alle 20.15, che dovrebbero rimanere stabili (ma come sempre ogni commento al di fuori della norma potrebbe generare un movimento sul mercato: per esempio aggiungendo qualche commento su un ipotetica riduzione di piani di Quantitative Easing per i mesi a venire). L’eurozona avrà invece in programma un incontro (il 16 e 17) dal quale potrebbe emergere la necessità di un aumento dei fondi “salvastati”.

EurUsd – grafico 240 min

Passiamo a dare uno sguardo ai grafici da vicino, cominciando dall’immancabile eurodollaro.
La situazione tecnica in questo caso non è variata troppo negli ultimi giorni della settimana scorsa. Se osserviamo un qualsiasi grafico con un timeframe inferiore al giornaliero, 240 minuti per esempio, possiamo trarre un ottimo livello di supporto, 1.3170-80, in grado per ben cinque volte di fermare un’eventuale nuovo indebolimento del cambio: è proprio da questo livello infatti, non così lontano dai prezzi attuali, che dipende l’evoluzione nell’immediato della moneta unica.

Trovato un supporto affidabile, possiamo ora notare come la trendline negativa che sta conducendo il movimento ribassista da inizio mese non sia ancora stata rotta fornendoci un interessante livello di resistenza: per le prossime ore questa transita a 1.3260. Attenzione in questo caso alla rottura perché, come con il supporto, potremmo assistere ad una ripresa di una tendenza dopo qualche giorno di lateralità.

Vediamo ora l’altro cambio più osservato dal mercato, il UsdJpy. In questo caso dobbiamo ancora una volta ripeterci nell’indicare come livello più importante per i prossimi movimenti del cambio sempre la media mobile esponenziale a 100 periodi su grafico giornaliero, passante oggi per 84.20. Una chiusura giornaliera al di sopra (sarebbe la prima dal 11 giugno scorso) aprirebbe la strada per un movimento con obiettivo primario a 85.90, area di congestione e primo livello utile (38.2%) di ritracciamento di Fibonacci del movimento ribassista compreso fra 94.90 e 80.25.

Anche il cambio EurJpy, archiviata la volatilità vista sul finire del mese scorso, non sta compiendo grandi movimenti direzionali. In questo caso, questo comportamento, rende più facile l’individuazione dei livelli importanti da considerare nelle prossime ore: troviamo una resistenza chiave a 111.10, se rotta obiettivo primario a 111.70 e un livello di supporto in area 110.50, dove coincidono una buona serie di minimi visti da martedì della scorsa settimana.

Vediamo ora l’interessante situazione del cable. In questo caso possiamo individuare una tendenza rialzista incominciata all’inizio del mese, che segna il passo e tuttora deve essere utilizzata per trarre spunti di breve. Osservando un grafico orario possiamo notare come questa linea transiti a 1.5765, per le prossime ore, coincidendo perfettamente con la media esponenziale a 100 periodi: se dovessimo assistere alla rottura di questo livello potremmo attendere una ripresa della pressione in salita sino al successivo livello obiettivo chiave di 1.5890 (il 50% di ritracciamento del movimento ribassista compreso fra 1.63 e 1.5480).

La risalita del cambio GbpJpy di giovedì ha riportato di attualità la resistenza chiave di 133. Osservando un grafico di breve, 15 minuti, possiamo trarre il livello di supporto a 132.50.
Passiamo ad osservare il franco, nei confronti del dollaro e della moneta unica.
Il cambio UsdChf, dopo due giorni di lateralità molto precisa potrebbe, successivamente alla rottura definitiva di 0.9850, ricominciare a salire ed andare nuovamente all’attacco della parità. Il supporto a questo scenario è dato da 0.9790-0.98 figura.

Purtroppo la tendenza dell’euro continua a risultare in calo rispetto al franco. Il primo livello obiettivo di questo calo è il minimo di fine novembre, 1.2930. Sopra il livello di 1.3030 sarebbe compromessa questa idea ribassista, con buona pace di chi detiene posizioni a favore di euro.
Ci aspettavamo qualcosa di più dalla risalita della moneta australiana, sulla scia degli ottimi dati sul settore dell’occupazione. In realtà però i prezzi non sono riusciti a risalire al di sopra di 0.99 figura ed attaccare il più importante di 0.9950. Se oggi i prezzi non dovessero riuscire a passare al di sotto di 0.9830, potremmo sempre sperare per un ritorno sui massimi.

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