Buona la prima

Partenza col botto sui mercati, con Dow Jones e S&P500 sui massimi degli ultimi due anni e mezzo e Nasdaq su quelli degli ultimi tre, commodities sostenute che segnano nuovi massimi, il tutto indice di una grande fiducia da parte degli investitori professionali che sembra non vogliano perdere tempo. Statisticamente, la prima settimana dell’anno risulta essere molto importante per l’andamento dell’intero anno e se tutto procederà come la giornata di ieri, potremmo chiarirci meglio le idee su come si possano muovere i mercati dopo questo periodo di incertezza che, attualmente, crediamo non sia ancora passato del tutto.

Come dicevamo ieri infatti l’attenzione ai diversi problemi a livello globale risulta, a nostro parere, ancora alta e l’unica evoluzione che vediamo, allo stato dell’arte attuale, potrebbe essere lo spostamento del focus dai problemi europei agli stessi tipi di problemi che potrebbe vivere l’America ad anno inoltrato. I grossi profitti fatti segnare dalle aziende quotate americane sono infatti frutto di licenziamenti e di utilizzo dell’enorme massa di liquidità messa a disposizione dalla Fed, e se la vera e propria ripartenza tarderà ad arrivare, come è probabile che sia, potremmo assistere agli effetti delle manovre espansive attuate fin’ora.

Ma è presto per concentrarci su temi così di lungo periodo in quanto non sembra ancora arrivato il momento per prendere posizionamenti strategici, soprattutto sul mercato valutario. Qui, come di consueto, dobbiamo farci aiutare anche dai livelli tecnici, molto seguiti dagli operatori, che attualmente, non sono ancora utili per indicazioni di lungo. Oggi cominceranno ad essere rilasciati i primi dati importanti del nuovo anno e da qui, cominceremo un lento processo di valutazione delle diverse economie.

Quella più sotto esame e sulla quale potrebbero farsi sentire maggiormente gli effetti è quella americana, soprattutto dopo i dati rilasciati nell’ultima parte del 2010, che ci fanno capire che qualcosa di buono sta succedendo al di là dell’oceano. Verranno pubblicati i dati sulla disoccupazione tedesca appena prima delle 10 ora italiana, che dovrebbero attestarsi intorno al 7.5% come da attese per poi proseguire con il PMI manifatturiero inglese alle 10.30 (atteso a 57.2 contro il precedente 58.0). Alle 11 le aspettative sul CPI europeo, che dovrebbero passare da 1.9% a 2%, mentre nel pomeriggio Factory rodersi per l’America e minute della Fed sul meeting tenuto lo scorso 14 dicembre.

EurUsd – grafico 15 minuti

Vediamo ora un po’ di analisi tecnica, cominciando, come sempre, dall’eurodollaro, che nella giornata di ieri, ha mostrato delle price action degne di commento. Come abbiamo visto, il li livello di supporto da monitorare, posto a 1.3260, che ha rappresentato un buon livello di resistenza la scorsa settimana ha svolto il suo compito ed è interessante notare come ci sia stato un movimento di estensione fino a 1.3250 prima della ripartenza, a causa della pulizia di molti livelli di stop loss degli investitori di breve, che hanno inserito questi ordini sotto la resistenza individuata, posizionandosi long euro.

Il quadro tecnico ora vede una graduale riduzione della volatilità, che potrebbe essere propedeutica ad ulteriori movimenti. I livelli da tenere in considerazione sono, come si può notare dal grafico in pagina, 1.3300 e 1.3375. La rottura di uno dei due ci dovrebbe far considerare come livelli obiettivo rispettivamente 1.3250 e 1.3420. Se le borse dovessero continuare a macinare terreno, la strada più probabile ci sembra, visti i movimenti di ieri, quella a rialzo.

Bella salita del UsdJpy, che dopo essersi mosso all’interno di una trentina di punti per tutta la prima sessione asiatica dell’anno ha mostrato forti spunti rialzisti, che ci sono stati confermati dalla rottura su un grafico orario della trendline individuata ieri mattina (linea ribassista tracciata dallo scorso 28 dicembre) e dal successivo superamento del livello di 81.85, importantissimo nel breve termine.

Anche qui, se tutto procede come ieri dal punto di vista dei mercati equities, è possibile che ci si muova verso area 83.00, con 82.80 individuabile come possibile obiettivo.
L’euroyen, che come abbiamo visto trovava in area 108 un supporto e in 109 una resistenza ha raggiunto 109.50 che è stato punto toccato perfettamente durante un tentativo di ripresa settimana scorsa, che non essendo stato sorpassato ha spinto la quotazione fino a 107.60.

Ebbene, ora ci troviamo sopra tale livello e nel caso in cui i suoi cambi originali dovessero proseguire nelle direzioni ipotizzate, esso potrebbe continuare la sua corsa di un’altra figura.
Interlocutoria la situazione su GbpUsd, che si sta muovendo tra 1.5450 e 1.5515. Essi risultano i livelli da tenere monitorati per individuare delle possibili strategie di break out che potrebbero aprire la strada verso 1.5550 in caso di rottura a rialzo e 1.5400 nel caso opposto.

Come indicato ieri per l’EurGbp, situazioni del genere possono essere sfruttate tramite l’utilizzo di ordini break out/pull back che permettono di entrare a mercato con degli ordini in stop, per sfruttare eventuali rotture di livelli statici importanti. Nel caso dell’europound, la rottura a rialzo di 0.8555, dopo che il cambio si era mosso tutta la notte all’interno di 15 punti, ha fatto si che siamo tornati sopra 0.86 figura.

E’ successa esattamente la stessa cosa su GbpJpy che dopo aver rotto a rialzo il livello individuato in 126.50 ha raggiunto 127 figura, livello che ora deve tenere per far si che il cambio salga ulteriormente e punti 128.00 come obiettivo, in caso di sua rottura ci si riporta verso la resistenza rotta ieri.
Situazione di lateralità se osserviamo il franco svizzero che, contro il dollaro americano si muove tra 0.9320 e 0.9400 con il cambio che si trova al cospetto dell’area di resistenza individuata in 0.9370/0.9400.

In caso di rottura confermata, ci aspettiamo una ripresa che potrebbe arrivare ad essere anche di una figura. Contro la moneta unica invece ci siamo allontanati dalla zona rossa di 1.2400 e la quotazione si trova attualmente sopra 1.2500. Il livello di resistenza di breve da monitorare è di 1.2575.
Terminiamo segnalando una buona forza di dollari americani, nei confronti del dollaro australiano e del neozelandese.

Nel primo caso a protezione della parità si trova area 1.0030, che da un grafico a 4 ore risulta abbastanza chiara, mentre nel secondo caso ci stiamo avvicinando ad una forte area di congestione presente tra 0.7660 e 0.7630, dove il movimento si potrebbe rendere vischioso, ma che in caso di rottura, aprirebbe le strade verso 0.75 ¾.

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