Giornata di pausa

Sui mercati delle commodities abbiamo assistito a fortissimi ribassi, dovuti principalmente a grossi profit taking, messi in atto da chi aveva aperto posizioni lunghe durante il mese di dicembre. Partiamo dall’oro, che attualmente scambia a 1.383,00 dollari l’oncia, dopo aver toccato i massimi due giorni fa a 1.424.00.

Il livello di supporto che non deve essere violato affinchè si assista ad ulteriori ribassi è a nostro avviso 1.370,00, baluardo che impedirebbe una discesa verso 1.350,00. Situazione analoga sull’argento, che da oltre 31.00 si è portato a 29.50 ed ora risulterà importante la soglia psicologica di 29 figura per capire le prossime evoluzioni delle quotazioni. Anche per il petrolio forti discese, ed ora dobbiamo fare attenzione a 87.50, livello di supporto dato dalla forte congestione vista circa a metà dicembre.

Ieri sono state pubblicate anche le minute del Fomc, dalle quali si evince come la Fed abbia riconosciuto un miglioramento dell’attività economica (spese al consumo ed esportazioni cresciute durante ottobre e novembre, buona performance del settore software, buoni rialzi della produzione industriale), anche se ad un ritmo moderato. Nonostante ciò, la crescita futura è messa in pericolo dall’andamento del settore immobiliare e dalla disoccupazione, che dovrebbe diminuire lentamente, e dalla crisi che si sta vivendo in Europa, la quale potrebbe rappresentare un pericolo per la crescita economica Usa

Per questi motivi si è deciso di non invertire rotta dal punto di vista dell’attuazione della politica monetaria di quantitative easing messa in atto, che continuerà al ritmo di 75 miliardi di acquisti di asset al mese, fino al raggiungimento (a meno che cambino in futuro le condizioni di ripresa) della cifra stanziata di 600 miliardi di dollari. Le aspettative sull’inflazione rimangono stabili.

EurUsd – grafico 30 minuti

Le aspettative degli operatori sull’andamento dei mercati azionari e delle commodities per il 2011 non sembrano essere tuttavia cambiate e la maggior parte di essi si aspetta ancora una crescita a doppia cifra dell’azionariato americano, e questo ci sembra, dal punto di vista della coerenza, un qualcosa di dovuto in quanto le aspettative sulle comunicazioni che abbiamo ricevuto dalle minute, non si discostavano molto da quanto ci hanno raccontato e tutto era già scontato nei prezzi.

Proseguiamo dunque seguendo la linea di ragionamento che stiamo pian piano costruendo, in quanto la situazione è a nostro parere, tale e quale a quella che commentavamo a dicembre.
Ma passiamo ora all’analisi tecnica, che, vista la grande volatilità che stiamo vivendo ci può dare degli spunti interessanti per poter operare all’interno di mercati abbastanza nervosi ed ancora in cerca di correlazioni.

L’eurodollaro, anche ieri, ha mostrato delle grandi escursioni e se osserviamo un grafico orario, notiamo come sia avvenuta la rottura a rialzo del triangolo individuato ieri, con il successivo perfetto raggiungimento e superamento di una decina di punti del massimo precedente a 1.3425. La pausa che si è vissuta sull’azionario e, come abbiamo visto, le prese di profitto sulle materie prime, hanno impedito la continuazione del movimento ed il cambio ha ripiegato fino ai livelli attuali, che si trovano in prossimità del minimo precedente (per il quale passa la linea di tendenza positiva del triangolo).

Diventano ora importanti i livelli appena citati che potrebbero contenere la quotazione in fase laterale (abbastanza ampia, vista la volatilità). In caso di rottura a ribasso di 1.3250 (coincidente anche con il 50% del ritracciamento di Fibonacci disegnato), si punterà a 32 figura.
Il UsdJpy ha frenato la corsa cominciata verso 83.00 raggiungendo 82 ¼ ed ora si trova in fase laterale di breve periodo, compresa tra 81.75 e 82.25.

In un quadro di più ampio respiro, abbiamo assistito al test perfetto della trendline discendente, disegnata a partire dallo scorso 16 dicembre su un grafico orario. In caso di rottura di essa, e di superamento del massimo relativo fatto segnare ieri, sarebbe possibile assistere al raggiungimento dell’obiettivo ipotizzato ieri. Il supporto a questa idea è a nostro parere molto vicino e transita, in ultima estensione intorno a 81.70. In caso di violazione di tale livello si tornerebbe, a nostro avviso, sui livelli di fine anno.

L’euroyen si è portato molto vicino all’obiettivo individuato ieri, per poi ripiegare pesantemente, trainato dal ritracciamento dell’EurUsd, e si è riportato sotto il 109.00. Anche qui, ci aspettiamo di non scostarci dall’area 108.00/110.25, che può essere utilizzata per fare del trading laterale. Bella rottura del livello di resistenza dell’area di congestione individuata ieri, che ha fatto sì che l’obiettivo di 1.5550 fosse raggiunto e ampiamente superato dal mercato (di una figura esatta), che si è quasi spinto al massimo precedente di 1.5660.
Ora il livello che non dev’essere violato, affinchè la sterlina tenti la rottura a rialzo di 1.5650 nella giornata odierna, è proprio 1.5550, molto vicino ai prezzi attuali. In caso di rottura, possibile ripiego della quotazione che non dovrebbe comu8nque superare 1.5450.

La GbpJpy, non essendo riuscita a rompere il livello statico suggerito come livello di supporto molto importante per ieri a 127 figura, è effettivamente riuscita a raggiungere 128.00 e a spingersi all’insù di una cinquantina di punti in più, ed ora si trova a 127.65. Se l’area compresa tra 127.25 e 127.35 dovesse funzionare come supporto, è possibile vedere il cambio raggiungere i massimi di ieri, altrimenti la strada si apre verso il più importante baluardo a 127.00, che se non dovesse funzionare ci farebbe scambiare le sterline a 125.50/126 yen.

Continuiamo con il franco svizzero, che sta vivendo delle fasi correttive della sua corsa contro euro e dollaro americano. Nei confronti della moneta unica, ci siamo riportati in area 1.2600, mentre rispetto al dollaro, scambiano a 0.9500. Il punto da tenere in considerazione per un ulteriore apprezzamento dell’euro diventa l’1.2575, individuato ieri come importante resistenza, mentre per quanto concerne UsdChf, crediamo che per assistere ad obiettivi più ambiziosi non si debba rompere 0.9450.

Il dollaro neozelandese si trova ora all’interno dell’area di resistenza suggerita tra 0.7660 e 0.7630. Ribadiamo la nostra idea, che in caso di rottura ci aspettiamo un’escursione fino a 0.75 ¾, mentre per quanto riguarda il dollaro australiano e quello canadese, ci troviamo su livelli di parità nei confronti dell’americano. Per mancanza di spazio rimandiamo ulteriori approfondimenti al nostro appuntamento con l’Analisi Live del mercato, a cui potete collegarvi utilizzando il link che trovate sotto.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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