Pechino sotto i riflettori. Sempre di più

O meglio, quanti davano lettura regolare dei dati cinesi, andando ad analizzare diversi aspetti della loro economia, a parte quelli che bisogna giocoforza guardare, come Pil, Inflazione e disoccupazione? Pochi, a nostro parere, e comunque meno di chi oggi utilizza, per le proprie analisi questi tipi di dati. Questo testimonia il fatto che la Cina sta diventando sempre più importante a livello di equilibri internazionali, politici ed economici.

Il fatto importante da considerare, allo stato dell’arte attuale, è che da essa dipendono gli andamenti di diverse economie, e conseguentemente, di diverse valute. Per portare soltanto un esempio, l’Australia risulta dipendere in gran parte dalle importazioni cinesi, ed un rallentamento della crescita di Pechino andrebbe sicuramente ad impattare sull’export australiano.

E come essa molte situazioni dipendono dall’andamento della Cina e dal fatto che la sua valuta, a parere di tutti, risulta essere ancora tanto svalutata da fornire un vantaggio competitivo in ambito internazionale ancora troppo grosso. L’altra notte sono stati rilasciati i dati sull’import/export e sulla bilancia commerciale ed i risultati devono farci accendere un campanello non d’allarme, ma di attenzione.

Le esportazioni per il mese di dicembre hanno fatto segnare un +17.9%, che se confrontato con il +34.9% di novembre e con le attese degli operatori, che si attestavano a +23.3% è sicuramente un dato non buono, così come le importazioni (+25.6% vs precedente di +37.7%). Anche i valori relativi alla bilancia commerciale sono scesi, da 22.89 miliardi di dollari, a 13.10, il più piccolo incremento da 8 mesi a questa parte. Sarà importante prestare attenzione anche alla visita del presidente cinese Hu negli Stati Uniti, il prossimo 19 gennaio, in quanto essa risulterà la prima visita di stato ufficiale, dal 2006 a questa parte, anche se i due leader si sono incontrati più volte durante questo periodo.

EurUsd – grafico 240 minuti

Non dovrebbe essere una sorpresa che verranno esercitate pressioni da Obama per una rivalutazione dello yuan, ma lo scopo principe di questi meeting sarà quello di espandere la cooperazione a livello internazionale , che a nostro avviso rappresenta l’unica strada percorribile per tentare di risolvere alla base i gravi disequilibri che si sono formati nel tempo tra i diversi Paesi industrializzati ed emergenti, senza continuare a tentare di mettere pezze a destra e sinistra su una coperta che, se si andrà avanti così, farà passare molto freddo.

Passiamo ora, come di consueto a dare uno sguardo alla parte tecnica del mercato iniziando con l’eurodollaro.
Osservando un grafico con un timeframe inferiore a quello giornaliero crediamo sia subito evidente quali potrebbero essere i due livelli da considerare per la giornata entrante. Vediamo un forte livello di resistenza, che trae origine anche dal precedente minimo relativo (da settembre e almeno sino a venerdì) 1.2970 e un altrettanto interessante livello di supporto posizionato a 1.2880: quest’ultimo è stato confermato più volte tra l’apertura del mercato domenica sera e ieri, aumentandone l’importanza.

La tendenza negativa del cambio evidenziata nell’ultima settimana potrà continuare oltre al di sotto di questo supporto, mentre un ritorno stabile al di sopra di 1.2970 fornirebbe un segnale positivo in più oltre alla prima candela positiva in sei giorni evidenziata ieri.
Passiamo al cambio UsdJpy che, in una delle fasi più tranquille della sua storia, continua a vagare in un range piuttosto stretto a ridosso del minimo storico di riferimento.

I due livelli importanti nell’immediato sono entrambi suggeriti da un grafico giornaliero: troviamo il supporto coincidente con il doppio minimo delle ultime due candele a 82.65 e la resistenza coincidente con la, oramai famosa, media mobile esponenziale a 100 periodi, confermata nella sua importanza ancora una volta la settimana scorsa, a 83.75.

Continua con costanza il calo del cambio EurJpy. Questo è infatti guidato da una trendline soprastante che dall’area di massimo intorno a 115, visto l’ultima volta a novembre, dopo il test di settimana scorsa indica in 109.25 il più importante livello di resistenza (dinamica in questo caso, molto negativa, indicando per domani un abbassamento di circa 20 punti qualora il cambio dovesse rimanere stabile per la giornata di oggi).

Vediamo ora il cable non riuscendo, nonostante la buona ripresa da 1.5350 delle ultime due settimane, nel breve a ritrovare una direzione chiara. Se ci spostiamo invece su un grafico più di lungo periodo appare più evidente quanto al sterlina stia soffrendo un costante indebolimento. Il livello interessante da osservare affinché questo movimento ribassista in atto possa interrompersi è dato poco al di sopra di 1.56 figura: questo è suggerito infatti dalla trendline con origine al massimo di 1.63.

Continuiamo a parlare della sterlina, ma nei confronti del dollaro, per notare come la costante ripresa degli ultimi dieci giorni stia facendo i conti in questi istanti con il più importante livello di resistenza. Stiamo infatti pensando che oltre 129.45 la situazione grafica si possa fare ancora più rosea e condurre nuovamente i prezzi almeno a 130.20.

Il percorso del cambio EurChf delle ultime tre settimane, racchiuso all’interno di una figura a rettangolo, semplifica il nostro compito di individuazione di livelli operativamente interessanti. In questo caso troviamo una buona area di supporto a 1.24-1.2430 e un ottimo livello di resistenza poco al di sopra di 1.2700. Inutile ricordare di prestare molta attenzione soprattutto alla parte bassa di questa figura, in quanto proveniamo da un trend ribassista ed un’eventuale rottura potrebbe significare una cosa sola, nuova ripresa della volatilità con ricerca di livelli ancora inferiori per il cambio.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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