Dollaro australiano pesante

Questo è sintomo di un buon grado di fiducia sulla moneta unica, fiducia di breve termine che a nostro parere potrebbe anche essere portata a durare per qualche giorno, il che permetterebbe all’euro di raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi rispetto a quelli attuali. Tutto è ancora mosso, a nostro parere, dall’andamento del mercato del credito che, dopo il meeting di Eurogruppo e di Ecofin, che hanno sostanzialmente mostrato toni più rilassati di quanto il mercato si aspettasse e prezzasse e dopo le parole di Trichet, che hanno seguito la decisione di lasciare i tassi fermi all’1%, lasciando intendere possibili rialzi dei tassi durante l’estate per contenere l’inflazione sottola soglia del 2%, ha mostrato segni di stemperamento delle tensioni che hanno soltanto fatto bene all’euro.

Anche per quanto riguarda le commodities, come detto, pensiamo che il tempo per assistere ad un loro declino non sia ancora arrivato, ma crediamo che il mercato stia cercando punti più favorevoli per un ingresso long in grado di farci rivedere i prezzi massimi toccati poche sedute fa. Per quanto riguarda invece le reazioni del mercato alle pubblicazioni di dati macroeconomici, dobbiamo prendere atto del fatto che anche in Australia cominciano a vedersi dei movimenti dietro i quali è possibile trovare una logica: parliamo del fatto che stanotte sono stati rilasciati i dati sui prezzi alla produzione, usciti inferiori rispetto alle aspettative (+0.1% sul mese contro aspettative di +0.5 ed un precedente di +1.3%, il più basso incremento in un anno), che hanno fatto si che il dollaro australiano perdesse terreno nei confronti della maggior parte delle divise contro cui è scambiato.

Se a questo aggiungiamo la questione delle aspettative sui tassi di interesse, che non dovrebbero vedere rialzi a breve, abbiamo chiuso il quadro su questa valuta. La possibilità che essa possa incontrare un periodo di difficoltà si fa sempre più plausibile, considerando anche il fatto di come il suo andamento sia correlato alla fornitura di materie prime alla Cina, che potrebbe verosimilmente incontrate un periodo di rallentamento (anche se i risultati delle prime manovre messe in atto contro la crescente inflazione hanno dato, per ora, buoni risultati).

EurUsd – grafico 240 min

E’ vero che a livello di rendimento il dollaro australiano risulta essere ancora il migliore sul mercato (tra le valute di Paesi industrializzati), ma il sentiment sulla prospettive future dell’isola potrebbe pesare in maniera particolare sull’andamento delle valuta domestica. Dal punto do vista tecnico, i livelli importanti da tenere sotto controllo risultano essere la parità, come resistenza che non dovrebbe essere violata nelle prossime settimane, e 0.9750, coincidente con una media mobile esponenziale a 100 periodi su un grafico giornaliero e con quella a 21 periodi su un grafico settimanale come supporto.

Dopo di esso la strada è aperta verso 0.9500 e li si giocherà la partita (allo stato dell’arte attuale è troppo difficile sbilanciarsi in previsioni a così lungo raggio). Per la giornata di oggi non sono previsti dati particolari, mentre dovremo fare attenzione alla notte che arriverà in quanto ci verranno date ulteriori conferme, ovvero smentite, dei ragionamenti appena fatti sulla terra dei canguri, poiché verranno rilasciati i dati sul CPI relativi al quarto trimestre 2010. Passiamo alla prima sezione di analisi tecnica, vedendo altri livelli interessanti, per questa nuova settimana.

L’immancabile eurodollaro ha mostrato come, il percorso di salita incominciato oramai due settimane fa, stia tenendo bene il passo. Venerdì è stato allontanato con decisione il livello di passata resistenza a 1.3520, raggiungendo in apertura questa notte 1.3645. Giunti a questo punto potrebbero essere due i livelli interessanti per l’evoluzione nell’immediato.

Possiamo trovare 1.3530, chiaramente passato da resistenza a supporto una volta oltrepassato ed infine l’ultimo punto di arrivo della salita indicato da Fibonacci (il 61.8%), 1.3740: se osserviamo un grafico, con almeno un timeframe a 240 minuti, ci accorgiamo come durante la discesa intorno a questo livello gravitasse una zona di resistenza molto importante, con un doppio massimo evidenziato a 1.3765.

Oramai l’euro è ufficialmente in trend ascendente e non crediamo possa avere bisogno di conferme: certo però che un superamento anche di quest’ultimo “baluardo” aprirebbe lo spazio per un ritorno al di sopra di 1.40 figura.
Come da qualche giorno a questa parte dobbiamo ripeterci sul cambio UsdJpy, per il momento in una fase di lateralità.

Rotta la tendenza a ribasso delle ultime due settimane ci troviamo con i prezzi ad un livello di equilibrio, confermato peraltro dal posizionamento delle medie mobili (21 e 100 su grafico a 240 minuti) perfettamente parallelo. Fermo restando che ora il punto di svolta sul grafico giornaliero si trovi a 83.45, possiamo notare uno spunto di supporto di breve poco al di sopra di 82.50.

Di fatto quindi una tendenza racchiusa ancora al’interno del range mantenuto negli ultimi giorni, priva di una direzione di medio-lungo periodo certa.
La rottura di 111, di EurJpy, così come 1.35 per l’eurodollaro ha portato ad un movimento di breakout di parecchi punti. Questo è avvenuto anche grazie al superamento dell’ultima area di congestione vista come resistenza, compresa fra 111.90 e 112.15. Ora il cambio, in attesa di qualche conferma (come per esempio una chiusura giornaliera al di sopra di quest’area), ha spazio di ritornare al punto da cui è partita la tendenza ribassista, 115 visto a fine novembre scorso.

La sterlina non è riuscita ad approfittare della debolezza del dollaro per raggiungere un nuovo massimo. I due livelli a cui guardare con attenzione, dai quali potrebbe ripartire un movimento, sono ora posizionati a 1.60 figura, indicato dalla trendline discendente di breve con origine al massimo di 1.6050 visto martedì scorso, e 1.5930 che, oltre a essere il 61.8% di ritracciamento del movimento ribassista importante del cable visto tra novembre e dicembre, è dove transita la media di lungo su grafico orario.

Passiamo a vedere il franco svizzero, debole contro la moneta unica ma in un trend di ripresa nei confronti del biglietto verde.
Il primo si trova in una fase di congestione sul livello di massimo visto dal cambio negli ultimi due giorni, 1.3050. Una volta rotto anche questo livello la trendline sottostante rialzista potrà continuare a portare a termine il proprio compito (a proposito la trendline, che ha origine dai minimi in area 1.24, indica per le prossime ore un supporto a 1.2920: sino a che questo non sarà violato il trend rimane a favore dell’euro).
Il cambio UsdChf invece continua il proprio percorso ribassista, confermato nella sua validità dal picco di massimo di venerdì mattina. Questa discesa, che trova una resistenza per le prossime ore a 0.9650, potrebbe subire un’accelerazione ribassista oltre il supporto a 0.9520.
 

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