Terremoto Consob

Per la prima volta dalla nascita dell’autorità, i dipendenti della Commissione che vigila sulla Borsa incroceranno le braccia, giovedì prossimo, per denunciare i recenti attacchi arrivati dal mondo della politica che secondo i sindacati Cgil, Falbi, Uilca minano «l’indipendenza funzionale e organizzativa» della Commissione adesso presieduta da Giuseppe Vegas. Al centro delle frizioni gli emendamenti (Esposito e Latronico del Pdl) al decreto milleproroghe «che pretendono – secondo le tre sigle tranne la Cisl – di organizzare dall’esterno le attivita dell’istituto». Ovvero, che puntano a trasferire la sede centrale da Roma a Milano e a creare un segretariato generale che farà da cuscinetto nel processo decisionale che va dalla Commissione alla struttura operativa dell’istituto. Il tutto mentre in giornata Giuseppe Esposito del Pdl è tornato a chiedere, con un emendamento al Milleproroghe, di riorganizzare entro fine luglio i servizi della Consob «in vista della progressiva concentrazione delle attività presso la sede di Milano». Una modifica di legge, come riporta Ansa, che ricalca l’analogo emendamento presentato in precedenza da Cosimo Latronico (sempre Pdl). Ma in serata il capogruppo del Pdl in Senato Maurizio Gasparri ha subito messo una toppa sulla vicenda, spiegando che l’emendamento sarà riformulato e verrà eliminato qualsiasi riferimento sul trasferimento della sede. Il tema è stato così accantonato durante l’esame delle commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato e verrà ripreso domani. Ma per i dipendenti della Consob la questione della sede resta comunque secondaria rispetto all’ingerenza politica nella struttura organizzativa.

Dall’assemblea dei dipendenti, alla quale hanno partecipato circa 260 su 540 lavoratori, è così emerso un documento in cui si denuncia «l’attacco della politica all’indipendenza funzionale ed organizzativa della Consob attraverso emendamenti legislativi che pretendono di organizzare dall’esterno le attività dell’Istituto che trovano sponda nell’acquiescente silenzio della Commissione e nelle recenti proposte di riorganizzazione del lavoro». A loro avviso «solo la rimozione da parte della Commissione degli atti già deliberati, l’instaurazione di rapporti ispirati alla concreta e fattiva difesa dell’indipendenza dell’Istituto e l’avvio di un costruttivo e leale confronto potranno consentire di superare questa fase». Inoltre, secondo le tre sigle, a questa «situazione concorre gravemente l’irresponsabile comportamento della Commissione che sta mascherando come una modifica organizzativa del lavoro un disegno politico di commissariamento degli uffici e di espropriazione delle loro funzioni, che metterebbe a rischio l’attività di vigilanza e calpesterebbe la professionalità del personale dell’Istituto. A esprimere solidarietà allo sciopero e in particolare contrarietà per lo spostamento della sede sono stati il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini oltrechè il segretario nazionale della Fisac-Cgil, Agostino Megale. In particolare, quest’ultimo ha indicato che »si sta tentando di trasformare« la Consob »in una semplice agenzia governativa guidata dal ministro dell’Economia attraverso il vice ministro dell’Economia, Vegas, nominato presidente«. Dalla fondazione della Consob (1974) questo è il terzo sciopero in assoluto: il primo risale al ’91 ed era indirizzato contro la presidenza Bruno Pazzi e l’altro nel ’97 (presidente Enzo Berlanda) per il rinnovo del contratto della Banca D’Italia. In altre circostanze i dipendenti avevano proclamato scioperi »bianchi«, con astensione dal lavoro per poche ore.

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