Bce: inflazione grande protagonista. Attesa per i Nfp

Ieri mattina il titolo del nostro morning adviser era “Attesa per la BCE: inflazione grande protagonista?” Bhe, è proprio il caso di dirlo, mai titolo poteva essere più azzeccato. E per accorgersene basta guardare i grafici degli euro. Tutti saliti durante la conferenza stampa tenuta da Trichet, il quale, come sappiamo e abbiamo ribadito più volte è uno dei banchieri centrali più attenti al wording usato durante la comunicazioni alle agenzie di stampa ed ai mercati. Il fatto che ieri si sia espresso senza mezzi termini, tornando ad usare l’espressione “strong vigilance” e specificando che per vigilanza si intende che non è da escludere un rialzo dei tassi già nel mese di aprile, ha scatenato dei forti acquisti di moneta unica, che hanno portato l’eurodollaro, come vedremo, ai massimi degli ultimi 4 mesi. Il presidente ha cercato di calmierare le acque dopo queste dichiarazioni, andando a dichiarare che però non è appropriato aspettarsi dei grossi movimenti sui tassi, in quanto non si sta programmando una serie di rialzi, e quest’ultima affermazione va a completare il quadro.

Sostanzialmente crediamo che la salita dei prezzi dell’energetico, petrolio in testa, preoccupa molto la BCE, che è chiaramente preoccupata per la stabilità dei prezzi e che, come di consueto, ha scelto di preparare i mercati utilizzando la trasparenza di sempre. Le stime per l’inflazione durante il 2011 sono state riviste dall’istituto centrale, rispetto al mese di dicembre, da una forchetta che andava da 1.3% a 2.3% ad un range stimato in 2%-2.6%, mentre le stime sulla crescita dell’area euro, hanno visto comunicare un GDP che da 0.7%-2.1%, ha innalzato la soglia inferiore a 1.3%. Quello che, a nostro parere, ha fatto propendere per una decisione così diretta si ritrova nel fatto che gli ultimi dati macroeconomici dell’area euro hanno mostrato dei buoni miglioramenti, che possono portare a graduali aumenti dei redditi personali delle persone occupate, i quali potrebbero non aumentare la quantità di moneta in circolazione se immobilizzati grazie all’aumento dei tassi, senza tuttavia intaccare i livelli di consumo già esistenti (non è verosimile che un aumento di 0.25 punti percentuali sia in grado di far innalzare così tanto il tasso di risparmio delle famiglie).

 

EurUsd – grafico 1 ora

Sul mercato, invece, gli effetti potrebbero essere maggiori. Come sappiamo infatti, quando operiamo sul mercato valutario, effettuiamo dei trade acquistando o vendendo una valuta (quantità certa), in contropartita di un’altra divisa (quantità incerta). Questo fa sì che nel momento in cui io acquisto per esempio l’EurUsd, sto acquistando euro indebitandomi in dollari. Sugli euro che ho comprato guadagnerò, su base annuale, il tasso BCE, mentre sui dollari pagherò il tasso FED. Un aumento del rendimento offerto dalla moneta unica europea, di fronte ad un panorama che vede sostanzialmente difficoltà a trovare rendimenti elevati, viste le politiche adottate dalle diverse banche centrali, prima tra tutte la Fed, che non dovrebbe alzare i tassi ancora per molto. Oggi arriverà un altro tassello importantissimo ed atteso dal mercato, che porterà sicuramente grande volatilità. Stiamo parlando dei Non Farm Payrolls e del tasso di disoccupazione americano.

Questi, sono attesi rispettivamente a 183k (precedente 36k) e a 9.1% (precedente 9.0%). Gli scenari possibili sono tanti, ma crediamo che quello che potrebbe avere un maggiore impatto sia uno che vede una creazione di posti di lavoro superiore alle 250k unità, un tasso di disoccupazione non in peggioramento ed una revisione a rialzo del disastroso dato di gennaio, sul quale si spera che abbia influito il brutto tempo. Solo nel caso in cui si verifichino queste tre condizioni, crediamo possa beneficiarne il dollaro. Il mercato infatti, secondo il nostro parere, si sta muovendo sulle aspettative relative alle mosse delle banche centrali. Passiamo ora alla sezione di analisi tecnica, partendo come di consueto dall’eurodollaro.  La salita è stata forte e decisa ed abbiamo raggiunto il massimo degli ultimi 4 mesi di trading. Ora ci troviamo al cospetto di un triangolo di continuazione, che vede in 1.3965 il livello da rompere in primis ed in 1.3975 in ultimo, per andare all’attacco dell’importante livello psicologico dell’1.4000. Se dovessimo raggiungere quel livello è possibile assistere ad una continuazione del movimento fino ai massimi fatti segnare tra ottobre e novembre. Il livello che supporta il quadro rialzista appena dipinto, si trova a 1.3850.

Il dollaro yen è riuscito ad interrompere la fase laterale che stavamo seguendo da settimana scorsa, ed ora pensiamo che i livelli da monitorare definiscano uno spazio d’azione per i prezzi molto stretto. Parliamo di 82.50 e di 82.20, i trenta punti che non sono stati oltrepassati dal momento in cui il cambio ha rotto il livello superiore del canale 81.60-82.20. Attenzione oggi ai NFP che potrebbero portare volatilità anche su questa quotazione, strategie di breakout sembrano le migliori. L’euroyen, seguendo il movimento dell’eurodollaro ed aiutato dalla salita del UsdJpy, ha spazzato via il livello di obiettivo che ci siamo dati con la strategia di break out che prevedeva la possibilità di ingresso a mercato al superamento di 113.65 in alto o di 112.50 in basso, ed ha raggiunto senza troppa fatica il livello di 115 yen per ogni euro, livelli che non si vedevano da novembre. In caso di rottura dell’eurodollaro, l’ultimo baluardo per evitare che ci si possa dirigere a 120.00 è posto a 115.65.

Flessione del cable, che sta resistendo sulla media mobile esponenziale a 100 periodi su un grafico orario, ma che sta formando un rounding top, a causa dei massimi decrescenti che si stanno continuando a formare. L’importante livello di supporto si trova a 62.60, ed in ultimo a 1.6220. Non dobbiamo escludere la possibilità di un rallentamento nei guadagni della sterlina, e questo ci è anche suggerito dal fatto che, secondo il nostro indicatore proprietario SSI (Speculative Sentiment Index, chiamateci pure per conoscere nel dettaglio il suo funzionamento), le posizioni corte dei trader si sono ridotte . Sostanzialmente, ieri il 75% dei trader erano corti, oggi questa percentuale è passata al 59%. Essendo un indicatore contrarian, l’aumento delle posizioni long che ha fatto seguito alla chisura delle short (oltre alle long già in essere) ci fa pensare che il prezzo possa rallentare la sua salita. Per mancanza di spazio, rimandiamo l’analisi sugli altri rapporti valutari e sulle commodities al nostro appuntamento dell’Analisi Live di Mercato, di cui trovate il link qua sotto.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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