Fx: volatilità molto elevata

Abbiamo vissuto una giornata molto volatile venerdì, e con buona probabilità la settimana che ci apprestiamo ad affrontare, mostrerà volatilità sostenuta. Inizialmente, dopo la notizia del terribile terremoto che ha colpito il povero Giappone, il dollaro americano è stato acquistato contro tutte le majors ed ha confermato come, in fondo in fondo, a lui sia rimasto legato lo status di valuta rifugio, salvo poi assistere ad un’inversione che ha lasciato molti operatori di stucco. Cos’è successo? Quale il motivo di questa vendita di dollari? Crediamo che i motivi possano essere ricondotti ad un paio. Il disastro che ha colpito il Paese del Sol Levante ha portato ad un apprezzamento dello yen giapponese in quanto, valuta rifugio ma soprattutto sulle speculazioni di breve termine che vedono possibili ingenti rimpatri di capitali. Questo ha fatto sì che il dollaro fosse visto come l’unica funding currency (valuta di finanziamento) da poter utilizzare per indebitarsi a tassi ridotti per acquistare attività che rendano maggiormente, siano esse valute, obbligazioni o rischio. Il secondo fattore può essere ritrovato nel fatto che l’impatto che potrà avere sull’economia globale il terremoto giapponese, potrebbe essere contenuto.

Essendo la terza economia mondiale, essa è molto importante, ma se confrontiamo in termini nominali i danni che ha portato il terremoto del 1995, sempre in Giappone, con quelli per esempio della Nuova Zelanda, colpita poche settimane fa, scopriamo un 2% contro un 10% di riduzione del GDP, il che, secondo logica, ci fa pensare che quando il Giappone si toglierà dallo stato di paralisi temporanea che lo ha colpito, la ripresa potrà arrivare in maniera veloce e come detto, l’impatto sulla crescita globale dovrebbe risultare contenuto. Il fatto che abbiamo assistito a vendite di dollari a cui sono corrisposti acquisti di valute a più alto rendimento ci fa pensare che il sentiment di mercato abbia provato a scontare i potenziali danni per l’economia globale e che ci sia sostanzialmente fiducia su una possibile veloce ripartenza, anche se questa notte le borse asiatiche hanno vissuto dei fortissimi sell off (il segnale che si voleva dare, mantenendo le borse aperte era proprio di fiducia, ma questo ha portato a perdite del 7%. A volte basterebbe usare il buon senso per evitare simili tracolli).
 
GbpUsd– grafico giornaliero

Domani assisteremo anche al meeting della Fed, che deciderà sui tassi e commenterà le proprie decisioni. Vedremo se il linguaggio cambierà, dopo l’ultima serie dei dati macro pubblicati. L’ultima evidenza, che è stata snobbata dal mercato, ci ha consegnato delle vendite al dettaglio in aumento di 0.1% rispetto alle attese ed una revisione a rialzo del dato relativo a gennaio a +0.7%. Questo rappresenta il maggior incremento da quattro mesi a questa parte, e potrebbe far pensare agli officials di rimuovere le parole “estende period” per i tassi fermi e di iniziare a pensare di rimuovere gli stimoli da QE in giugno. A nostro parere la Fed non si sbilancerà troppo adesso, staremo a vedere. Incominciamo a dare  il consueto sguardo al mercato dall’eruodollaro, che tanto ha attirato la nostra attenzione sul finire della settimana passata.

Ciò che maggiormente ci ha colpito è stata la velocità di ripresa dalla zona di supporto chiave di 1.38-1.3780. Seppure i prezzi si siano quasi affacciati sino a 1.3750, infatti la tendenza di lungo periodo sembra aver fermato le vendite e favorito una ripresa di più di 200 punti in poche ore. Questo non solo ci da la misura di quanto l’area, più volte indicate, si sia rivelata importante, ma anzi ravviva le speranze di chi pensava ad un’euro in ripresa oltre il fatidico livello di 1.40. Per lasciarci andare ad entusiasmi rialzisti dobbiamo però attendere il superamento del precedente massimo 1.4035: sino ad allora non sono ancora presenti conferme. Anche il cambio UsdJpy ha mostrrato una grande volatilità, con un movimento dall’ampiezza tale da riportare alla memoria l’intervento della BoJ sul mercato di metà settembre scorso. In questo caso crediamo che la triste situazione che sta affrontando il paese sia stata causa di quanto visto. Il picco di minimo ha quasi perfettamente toccato l’area di minimo precedente in zona 80.25, permettendo successivamente una ripresa dei prezzi tale da mostrare in qualche ora nuovamente 82.50. Ancora una volta crediamo che 83, con il successivo e più importante 84, sia l’area chiave più interessante per valutare una ripresa solida del cambio.

Il cambio EurJpy ha mostrato una conformazione molto simile a quanto visto sul cambio eurodollaro. In questo caso la ripresa della moneta unica ha condotto nuovamente i prezzi nella direzione della più imporntante area di resistenza, 115.25, dopo un picco di volatilità a ribasso sino a 112.55. Anche in questo caso, dato l’eccesso mostrato nelle ultime ore, crediamo sia più saggio affidarsi a livelli visti già in precedenza, aspettando magari un breakout piuttosto che cercare di stare dietro a movimenti così erratici e poco prevedibili.
Quello che fino alla settimana scorsa consideravamo come cambio meno comprensibile, il cable, alla fine si è dimostrato, insieme all’eurodollaro, degno di essere seguito. In questo caso abbiamo avuto dopo due settimane di cali dei prezzi, il test quasi perfetto del primo livello indicato come fondamentale per una ripresa del cambio, 1.5970-1.60. Su questo livello infatti si  concentra un’ottima quantità di fattori, tra cui i due più importanti sono la coincidenza di un’area di minimi corrispondenti (metà febbraio) e il primo livello indicato dalle percentuali di Fibonacci come utile per fermare un’ulteriore discesa (il 38.2%). Le prossime evoluzioni dipendono necessariamente da questo livello, in grado di fornire, vista la prossimità ai prezzi attuali, qualche spunto anche nell’immediato.

Abbiamo visto una grande volatilità anche sul cambio GbpJpy. Anche in questo caso abbiamo potuto notare come il mercato sia andato a ricercare livelli precedenti di minimo, confermando perfettamente l’area posta a 129.70, vista a fine gennaio scorso. Difficile, se non impossibile ipotizzare cosa andrà a compiere il cambio nelle prossime ore. Una cosa però appare piuttosto evidente: ovvero che se i prezzi avessero nuovamente la forza di affacciarsi oltre 133, saremmo in presenza di un segnale molto forte di acquisti. Un grafico giornaliero chiarirà piuttosto bene da quale idea scaturisca questo livello. Da venerdì mattina abbiamo notato una nuova ondata favorevole al franco, sia contro euro che contro dollaro. Il cambio EurChf, pur non avendo ancora una volta impensierito il trend in ripresa, ha mostrato un livello di minimo esattamente coincidente con quello visto a metà settimana scorsa, 1.2830. Per le prossime evoluzioni continuiamo a considerare valida la linea che congiunge i minimi e che ha origine sui minimi storici di inizio gennaio: questo significa che fino a 1.28 il trend può considerarsi al sicuro.Il cambio UsdChf ha mostrato un calo tale da rompere il movimento di lenta ripresa coinciso con il mese di marzo. Continuiamo a valutare fondamentale la ripresa dei prezzi oltre la media mobile di lungo, su un grafico a 4 ore (per le prossime ore 0.9350), sapendo che sino ad allora estensioni ribassiste sono sempre a portata.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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