Cambi – Quali le mosse della Boj?

Non può piovere per sempre. Un famoso film recitava questa frase, ma sinceramente, pur essendo vero nel lungo periodo, nel breve e nel medio di acqua ne sta cadendo ininterrottamente, da un paio d’anni a questa parte. E tutti ne sono colpiti. L’ultimo il Giappone che come tutti sappiamo sta affrontando una terribile tragedia dal punto di vista umanitario dovuta al terremoto ed alla crisi del nucleare, che però occorre lavorare nella maniera migliore per far sì che non si tramuti in una tragedia dal punto di vista economico.  Ed in tutto questo la Banca Centrale del Giappone sta giocando un ruolo importante. Abbiamo infatti assistiti ad enormi iniezioni di liquidità che sono arrivate a 23 trilioni di yen (15+8) e che hanno interessato anche il programma di acquisto di asset, che sembra essere stato aumentato di una trentina di trilioni di yen, arrivando intorno ai 40. Quale il motivo di una mossa del genere? Se si osservano i grafici dei cross yen la risposta ci viene più facile.

Non appena successo il fatto abbiamo infatti assistito a timide vendite di yen, subito interrotte a favore di un apprezzamento della valuta nipponica. Questo a causa di due fattori principali: le speculazioni su possibili rimpatri di yen dall’estero (necessari anche per pagare i danni del disastro) ed il fatto che si sono vendute in maniera pesantissima attività di rischio, preferendo mantenere cash. Quest’ultimo fenomeno, avrebbe dovuto far salire in misura maggiore lo yen, ed è proprio qui che iniziano a sentirsi gli effetti dell’intervento della BoJ. Se guardiamo un grafico del UsdJpy per esempio, notiamo come sostanzialmente non ci siamo allontanate molto dai livelli di equilibrio visti durante le ultime settimane, il che significa che lo yen è rimasto più debole di quello che la reazione sui sell off avrebbe potuto provocare. Lo scopo principale della BoJ in un momento del genere è proprio quello di far sì che lo yen si svaluti nei confronti dei maggiori partner commerciali, in modo da favorire le esportazioni e di sostenere così un’economia che nel breve periodo, fino a che il Paese rimarrà paralizzato dallo tsunami, dovrà fare a meno della domanda interna.

 

EurJpy– grafico orario

Non sono da escludere a tal proposito ulteriori interventi da parte della BoJ per raggiungere l’obiettivo prepostosi, soltanto in parte raggiunto (il contenimento del potenziale rafforzamento dello yen è già qualcosa in un momento del genere). Se tentiamo di volgere lo sguardo più in là, quando si potrà ripartire con le opere di ricostruzione, l’esperienza e le statistiche ci raccontano che gli impatti sull’andamento dell’economia di quel Paese dovrebbero essere forti e positivi. Tutti coloro che hanno ricevuto danni sostanziali ad infrastrutture, abitazioni e tutto quello che si può immaginare, hanno infatti mostrato segni di ripresa economica trainate dalla maggior liquidità in circolazione che ha permesso a molte aziende di cominciare a lavorare assumendo persone per ripristinare la situazione pre-danno, con tutte le catene che ne conseguono. Per quanto concerne invece oggi la riunione del FOMC, crediamo che con tutto quello che sta succedendo, la Fed si manterrà su toni neutri, sulla falsa riga delle riunioni precedenti. L’unica cosa che potrebbe cambiare è il fatto che potrebbero cominciare a discutere circa la fine del QE, dato che mancano tre riunioni prima di una decisione, ed i tempi sono comunque maturi per aprire un tavolo (che comunque non spazzerà via, almeno per oggi, le nuvole dal cielo).

La consueta analisi tecnica ci porta a parlare della situazione in cui si trova l’eurodollaro, dopo la veloce risalita a cui abbiamo assistito nei due giorni passati. Ieri abbiamo visto il cambio raggiungere nuovamente il livello chiave di 1.40 (anche se inferiore all’1.4035 visto nel recente passato) ottenendo conferma di quest’area di massimo come un livello davvero sentito dal mercato. La tendenza sino a qui mostrata dal cambio potrebbe continuare oltre, sempre che regga ai successivi tentativi di rottura a ribasso la linea di tendenza inferiore che segue il cambio da inizio anno. Nelle prossime ore il livello quindi più importante si trova nei pressi di 1.3820, dove ancora una volta troviamo la coincidenza della media mobile di breve periodo (21 exp) osservando un grafico con candele giornaliere. L’area sino a qui descritta, 1.3820-1.40, se rotta crediamo fornirà il segnale di una corretta ripresa di un trend. La moneta del Sol Levante continua la parentesi di rafforzamento, essendo rimasta stabilmente al di sotto di 82 figura, nei confronti del dollaro americano. Sino a che questa triste situazione per il Giappone non si schiarirà purtroppo i rischi di ulteriori estensioni sino ai minimi visti nei pressi di 80 figura sono sempre a portata di tiro (l’abbiamo visto con il minimo di ieri notte, a 70 punti esatti dal minimo degli ultimi 16 anni del cambio). Sembra ancora prematuro infatti ripetere, per il momento, che i punti di inversione si trovano ancora una volta a 83 e 84 figura.

Anche la situazione nei confornti della moneta unica europea non accenna a schiarirsi. È troppo alta ancora la tensione sul mercato ed ogni livello nel breve periodo potrebbe essere oltrepassato in un  soffio. Allargando il periodo di osservazione, lo spunto maggiormente interessante deriva da un grafico orario, grazie al quale dal massimo dei primi giorni di marzo, a 116 figura, è possibile tracciare una precisa trendline discendente che ha toccato perfettamente tutti i picchi di massimo. Questo preciso spunto dinamico suggerisce per le prossime ore di prestare attenzione al livello indicato a 114.50, dove troviamo la resistenza al movimento di ripresa di breve incominciato dalla moneta unica successivamente al doppio minimo, sempre su candele orarie a 113.30 (questa notte). Oramai pensiamo sia chiaro il livello di supporto maggiore per il cable, ovvero l’area che gravita poco al di sotto di 1.60. Osservando il cambio più nel breve è interessante poter trovare un livello, che seppur con meno conferme, potrebbe favorire qualche movimento infragiornaliero. Stiamo parlando di 1.61, livello statico di supporto visto già come minimo nella notte, confermato nei tre giorni passati dalla coincidenza di due massimi particolarmente precisi  (10 e 13 marzo scorsi).

Il cambio EurGbp continua con buona costanza il proprio percorso rialzista che già ieri notte ha portato ad affacciarsi oltre il massimo precedente di 0.8670. La tendenza in salita è molto precisia e un grafico con candele a 4 ore può suggerire il livello migliore da utilizzare per continuare a sfruttarla. Se si congiungono infatti i minimi crescenti dal 18 febbraio scorso si ottiene una linea di tendenza che è confermata peraltro dalla media di lungo e che transita per le prossime ore prossima a 0.8570: sino a che questo non sarà violato la tendenza potrà rimanere favorevole alla moneta unica. Il rafforzamento del franco della nottte ha avvicinato pericolosamente il livello di supporto più importante: quella trendline che transita per 1.2825 e che potrebbe cambiare la tendenza favorevole alla moneta unica (seppur tra alti e bassi) delle ultime settimane. Anche nei confronti del biglietto verde abbiamo potuto verificare un rafforzamento del franco. In questo caso particolare, come sosteniamo da giorni al di sotto di 0.9340, gli scenari non fanno che rimanere negativi e portare a nuovi minimi. Per il momento 0.92 figura è quello che aspettiamo per valutare un eventuale doppio minimo su barre daily in grado di invertire la tendenza palesemente negativa per il dollaro.

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