Forex: livelli tecnici importanti

La prima seduta di trading della settimana ci ha mostrato il ritorno di una buona dose di appetito per il rischio. Le borse sono state comprate in tutto il mondo ed abbiamo visto l’uscita da alcune posizioni lunghe su valute rifugio (dollari, yen e franchi svizzeri), che si sono tramutate in acquisto di valute a più alto rischio, che hanno portato euro, sterlina e commodity currenicies ad apprezzarsi. Possiamo cercare di valutare insieme lo stato di salute di ognuna delle valute principali, in questo momento molto curate dal mercato e dagli investitori. Questa breve analisi (per tempo e spazio, vi invitiamo a contattarci telefonicamente per ulteriori chiarimenti, tutti i dettagli sul nostro sito www.fxcm.it), vede ogni valuta potenzialmente mossa da due piatti della bilancia, il che rende tutto molto più difficile, ma che nel momento in cui si vedranno delle correlazioni createsi, renderà la visione molto più chiara. Partiamo chiaramente dallo yen giapponese. L’intervento congiunto del G7, teso a fermarne l’apprezzamento ha mostrato i suoi effetti, anche se non è stato in grado di allontanare definitivamente le quotazioni da livelli considerati di pericolo.

Ora, noi crediamo che il pericolo di vedere ulteriori apprezzamenti della valuta nipponica non sia venuto meno, anzi, è possibile che il mercato tenda a verificare nuovamente le intenzioni dei Paesi G7. Ribadiamo che il messaggio che si è voluto passare al mercato è forte (tutti gli ultimi incontri G non hanno prodotto nulla di concreto se non retorica), ma non possiamo permetterci di abbassare il livello di allerta vista la mancanza della forte reazione che avrebbe dovuto portare lo yen ad indebolirsi ulteriormente (se il mercato avesse cominciato a vendere yen poiché considerava il trend rialzista invertito ce ne saremmo accorti). Per quanto riguarda il dollaro americano invece, esso vive una situazione ibrida, che per il momento lo vede sbilanciato verso il basso. Esso viene comprato e venduto, in questo momento storico, in base all’avversione/appetito per il rischio, ma le componenti macroeconomiche e di aspettative sulle mosse di politica monetaria ricopriranno un ruolo sempre più importante.

 
UsdJpy– grafico giornaliero

Quello che potrebbe far beneficiare in maniera strutturale il biglietto verde nel medio periodo è la fine del Quantitative Easing in giugno, unitamente a dati migliori, soprattutto dal lato dell’occupazione e dell’immobiliare (che abbiamo visto ancora in sofferenza con un -9.6% di vendite di case esistenti in febbraio). Per quanto concerne l’euro, ci troviamo di fronte ad un bivio che dovrà presto essere affrontato dagli investitori. Parliamo della contrapposizione tra le aspettative rialziste per un ritocco dei tassi di rifinanziamento del sistema interbancario (che sarebbe supportivo per la moneta unica in quanto verrebbero offerti maggiori rendimenti rispetto agli attuali) e tra i timori che i problemi sui debiti sovrani possano tornare a farsi sentire (notiamo che l’aumento della capacità dei fondo salva stati, pur avendo portato inizialmente più tranquillità sul mercato, attualmente non stia servendo in maniera particolare per calmierare le tensioni sulle curve dei tassi, mentre la notizia attesa che il Portogallo richiederà il salvataggio, dopo che l’opposizione non ha accettato le misure di austerità proposte dal governo, non ha per ora fatto scendere l’euro). Terminiamo velocemente con la sterlina inglese, che sta salendo soltanto peri l ritorno di appetito per il rischio, per la quale sarà importantissimo valutare la pubblicazione del CPI atteso per le ore 10.30 italiane a +4.2% (contro un precedente +4.0%), che ci farà intuire i toni che sentiremo nella pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della BoE (ricordiamo che la divisione tra votanti hawkish e non potrebbe essere aumentata).

Passiamo all’analisi tecnica accorgendoci come sul cambio eurodollaro manchi davvero un soffio per il livello obiettivo a cui stiamo guardando da giorni. 1.4280 infatti si sta avvicinando a spron battuto e oramai solamente una quaranina di pips ci separano da questo livello. Ricordiamo che l’importanza di questo punto di resistenza ci viene suggerita da due fattori: una trendline di lungo (ribassista, degli ultimi due anni e mezzo di scambi) coincidente con il massimo relativo del cambio. Se la rottura non dovesse comunque avvenire nell’immediato, ricordiamo che sino alla tenuta del livello di supporto sottostante, passante oggi per 1.3940, lo scenario continuerà a risultare favorevole alla moneta unica.

Non accenna invece a variare la posizione assunta dal cambio UsdJpy. Dalla riapertura del mercato ieri notte infatti non è stata intrapresa alcuna direzione e 81 figura sembra aver attirato l’attenzione degli operatori, congelando i prezzi. In questo caso continuiamo a considerare fondamentale un ritorno dei prezzi al di sopra di 82 per decretare la fine di questa ondata rialzista di yen e finalmente apprezzare una ripresa dei dollari. Sino a che questo non avverrà la situazione è purtroppo altamente complessa con nuovi rischi di ribasso per il cambio.

Anche il cambio EurJpy non ha fornito alcun tipo di segnale nuovo nelle ultime ore di scambi. In questo caso però la vicinanza con il punto chiave di 115.25 potrebbe far variare la situazione più nel breve e permetterci di approfittarne. Al di sopra della resistenza cui guardiamo con attenzione oramai da tre settimane, potrebbero scatenarsi pressioni rialziste tali da mostrare nel breve un ritorno a 116 figura, il massimo degli ultimi dieci mesi di scambi visto ad inizio marzo.

Anche il movimento in salita del cable, seppure dalle premesse differenti rispetto all’eurodollaro, sembra poter essere molto vicino ad un punto di grande importanza. Anche in questo caso infatti ci troviamo a pochi pips dal massimo di riferimento principale con il dubbio di un superamento. Difficile stabilire se questo avverrrà o meno: quello che possiamo stabilire con più certezza è la continuazione del movimento qualora questo importante livello, 1.6345, dovesse venir oltrepassato con decisione, complice il posizionamento del mercato a favore di un’interruzione della salita (ci aspettiamo quindi che oltre il massimo si trovino gli ordni cautelativi di coloro i quali abbiano intrapreso posizioni corte).

Il cambio EurGbp, in lieve flessione dal massimo visto venerdì, ha avuto modo di confermare 0.87 figura come livello di supporto nell’immediato. Questo rinnova le speranze per un ritorno dei prezzi sino a 0.88. Ricordiamo che la trendline che segue il movimento in salita da un mese esatto si trova a distanza di sicurezza, 0.8630, sempre confermata dallo spostamento dalla media di lungo periodo su grafico a 4 ore. Poco variata la situazione sul cambio UsdChf, che rimane in una fase di incertezza molto vicino ai minimi storici. Il movimento di risalita compiuto da giovedì scorso è stato interrotto e il rischio di un nuovo test del minimo è di nuovo forte per le prossime ore. La situazione nel complesso non diverrà più rosea per il dollaro sino ad un ritorno al di sopra di 0.92.
Il buono stato di salute dell’euro ha permesso al cambio EurChf di avvicinarsi all’importante livello di svolta posizionato a 1.29. Il superamento di questo potebbe coincidere con una rottura del punto chiave dell’eurodollaro ed in questo caso la spinta sarebbe sufficiente per un ritorno dei prezzi al punto di partenza a 1.32 (inizio febbraio).

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, vi aspettiamo alle 9 puntuali per il nostro Morning Briefing in webinar: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

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