Euro di nuovo giù

Oramai crediamo sia un concetto chiaro a chiunque stia operando sul mercato in questi ultimi mesi: operazioni di breve e fuori dal mercato! Quello che potrebbe sembrare a tutti come un appello allo scalping, in realtà è un concetto figlio del particolare movimento dei mercati a cui stiamo assistendo, impotenti, da mesi, che porta a pensare come in assenza di una tendenza ben definita di un qualsivoglia trend che duri più di una settimana, sia meglio concludere operazioni di breve rimanendo più liquidi possibili sul mercato. Un esempio di come gli equilibri si spostino velocemente arriva dal cambio eurodollaro. Due settimane fa abbiamo chiuso con dati tremendamente negativi provenienti dagli States, ai quali si sono aggiunti i commenti ampiamente negativi sulla ripresa economica del paese, in primis del presedente della Fed, Bernanke, ed a seguire da buona parte dei presidenti dei distretti della Fed, eppure il dollaro si apprezzato di più del 2%, contro euro, (sceso in pochi giorni da 1.47 sino a poco sopra 1.43) la settimana appena conclusa.

Perché, dato anche il recente tono utilizzato dal presidente della BCE, Trichet, non preciso sul timing, ma almeno possibilista? Per rispondere a questo quesito dobbiamo necessariamente spostarci in territorio europeo, più precisamente in Grecia, che anima ancora i dibattiti dei politici. Incriminato questa volta è il nuovo piano da 20-35 miliardi di Euro al paese in crisi, poiché stando alle ultime indiscrezioni di un settimanale tedesco, i responsabili tedeschi stanno spingendo affinché vengano coinvolti i creditori privati. La Germania ha infatti chiesto vengano coinvolte le banche, le assicurazioni ed i fondi possessori di titoli greci. L’ultima proposta parla di un allungamento delle scadenze dei titoli in possesso di 7 anni, aumentando quindi la possibilità che queste vengano effettivamente onorate, scongiurando il rischio insolvenza nel medio periodo a causa di un’incapacità del governo di Atene di far fronte alle riforme necessarie.

La settimana entrante si potrebbe rivelare piuttosto interessante, dal punto macro, non tanto per quanto appena detto (la prossima riunione dei ministri delle finanze è infatti la settimana prossima, il 20), ma poiché è in agenda una nutrita serie di dati macroeconomici con informazioni fondamentali come i prezzi al consumo e alla produzione americani, domani ed il giorno dopo.

 
EurUsd – grafico 240 minuti

Veniamo ora a dare uno sguardo ai cambi per il primo giorno della settimana. Abbiamo già visto come la moneta unica abbia fallito nel tentativo di recupero sul dollaro, in un momento che sarebbe potuto essere particolarmente vantaggioso. Venerdì pomeriggio abbiamo assistito alla rottura del primo livello di supporto, a 1.4430, che avrebbe potuto fornirci lo spunto necessario per assistere ad un ulteriore calo dell’euro. In effetti così è stato e nel giro di qualche ora: prima della chiusura della giornata ci siamo trovati ad osservare un cambio una figura esatta al di sotto. Il ritracciamento dal massimo a questo punto non è più solo qualcosa di temporaneo ma ha assunto un carattere maggiore, andando addirittura a rompere poi il ritracciamento del 50% del movimento rialzista, compreso fra 1.3975 e poco al di sotto di 1.47. Se continuiamo ad utilizzare Fibonacci, possiamo affidarci all’ultimo supporto interessante posto a 1.4265, prima di considerare la moneta unica a rischio di ritorno in area 1.40.

Nella notte qualcosa, finalmente, è cambiato all’interno del cambio UsdJpy. Il canale ribassista che stiamo infatti seguendo da qualche settimana è stato rotto a rialzo con un ritorno dei prezzi oltre il primo livello di resistenza chiave di 80.30, mancando di stazionare oltre al successivo, a 80.60. Per l’immediato futuro un eventuale pullback (ritorno) a 80.30 potrebbe risultare in una conferma di questa effettiva rottura e portare poi effettivamente al primo livello obiettivo di questa ripresa del cambio, 80.60 appunto, oltre il quale possiamo attendere ulteriori 30 punti di risalita per portare i prezzi poco al di sotto di 81 figura. Evidentemente, essendo stato un percorso a ribasso non particolarmente violento, anche gli obiettivi di ritracciamento non possono risultare particolarmente distanti dai prezzi attuali.
Il cambio EurJpy ha seguito da vicino il calo della moneta europea andando al oltrepassare venerdì l’importante area di supporto prossima a 116 figura. Non sono presenti dei segnali chiari sul cambio, anche se è innegabile come, con la rottura della tendenza a rialzo, già la metà di settimana  scorsa, abbia indicato un possibile ritorno sui prezzi visti la seconda metà di maggio, 114.50 e poi 114 figura.

Passiamo ora ad osservare la sterlina, che flagellata da dati macroeconomici negativi, non ha saputo reggere l’impatto del dollaro. Venerdì infatti, dopo il non evento della riunione della BoE, è stato chiarito una volta di più come i tassi potrebbero rimanere fermi per lungo tempo a venire: la produzione industriale e la produzione manifatturiera sono entrambe calate e nonostante il minor numero di giorni lavorativi di aprile, questo potrebbe impensierire parecchio le autorità, già molto preoccupate da un rialzo dei prezzi piuttosto evidente.

Il cable ha lasciato sul terreno 150 punti venerdì andando oltre l’area di supporto chiave di 1.63 e addirittura oltre l’ultimo livello utile di supporto, indicato tramite Fibonacci, a 1.6240. Questo per di più è diventato il livello di resistenza che il cambio troverà davanti nelle prossime ore qualora il supporto di 1.62 dovesse risultare più tenace del previsto. Se così non dovesse essere il picco di minimo del 23 maggio scorso potrebbe non essere così lontano.

Il pull back di venerdì ha permesso di approfittare di questo nuovo calo del cambio EurGbp oltre l’area di supporto di 0.89. 0.8830 nelle ultime ore, sembra aver rispettato in pieno il proprio ruolo di ulteriore supporto per il cambio. Qua infatti transitano diversi fattori (minimi precedenti, media mobile di lungo e metà del ritracciamento del percorso in salita compiuto da fine maggio ai primi di giugno).
La consueta panoramica sul franco ci porta ad osservare ancora una volta due percorsi differenti, rispetto ad euro e dollaro.
EurChf, dopo aver mancato ancora una volta l’attacco finale oltre 1.23, ha testato il minimo storico a 1.2050 con buona precisione. L’unico spunto che deriva da questo è ovviamente una figura di doppio minimo che vorrebbe a questo punto un’inversione del trend evidentemente ribassista. Il cambio UsdChf venerdì ha confermato la bontà del livello di supporto di 0.8395 giungendo poi oltre la resistenza di 0.8450, che diviene livello di supporto nell’immediato. Il livello obiettivo di questa, timida, ripresa del cambio si trova poco al di sopra di 0.85.

Per chi volesse ulteriori approfondimenti, FXCM Italia vi aspetta alle ore 9 per il Morning Briefing in webinar, dedicato all’analisi live del mercato: http://forexforums.dailyfx.com/analisi-live/244106-analisi-live-del-mercato.html

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: