L’euro tiene nonostante la Grecia

Abbiamo già avuto modo di parlare del problema greco durante le ultime giornate di trading, ed il fatto che sia mancata una reazione concertata dell’euro di fronte al forte declassamento sul merito di credito della Grecia, non ci ha stupito più di tanto. La Grecia è fallita, ormai tutti se ne sono resi conto. Possiamo dipingerla nella maniera che ci piace di più, ma i fatti sono questi.

Il problema, o meglio, la preoccupazione degli investitori adesso si rivolge a possibili contagi di altri Paesi periferici, che se dovessero versare nella stesse situazioni che la Grecia sta attraversando adesso, metterebbero in crisi l’intero sistema finanziario europeo, e con esso il sistema economico con conseguenze inimmaginabili a livello mondiale. Però la moneta unica per il momento rimane forte, stabilmente sopra quota 1.4000 che ci ha dimostrato l’importanza del livello non più tardi di un mese fa, quando forse far sì che la moneta unica si svaluti sarebbe l’unica mossa da fare per aiutare la povera Grecia, che con un Pil basato per il 25% sul turismo attirerebbe molte più attenzioni di quanto possa farlo con un euro a questi livelli.

Dal punto di vista dell’appetito per il rischio, ieri abbiamo vissuto una giornata buona che ha visto borse positive sia in Europa sia in America e stamattina il Nikkei si trova leggermente in territorio positivo. Le valute rifugio, in questo quadro, sono scese ed abbiamo assistito ad un importante spunto rialzista del dollaro americano nei confronti di yen (in maniera più contenuta e senza rompere nessun livello tecnicamente importante) e franco svizzero, dove come vedremo tra poco, abbiamo raggiunto livelli tecnici interessanti. Questi movimenti a nostro parere riflettono una sorta di ottimismo degli investitori, derivante dal fatto che i dati macroeconomici cinesi che sono stati pubblicati ieri notte hanno comunque confermato che l’attività economica, seppur in fisiologico rallentamento, sta comunque ben performando e dal fatto che i dati americani non si sono discostati molto dalle aspettative, cosa interpretata bene soprattutto dopo il pessimo dato sull’occupazione rilasciato il primo venerdì di giugno.

 

EurUsd – grafico orario

Oggi verranno rilasciati molti dati dall’America, dati che però non dovrebbero essere in grado di muovere il mercato più di tanto. I quattro più importanti riguardano il CPI, ma in un momento come questo, dove l’inflazione non è assolutamente una preoccupazione per gli Stati Uniti, esso non ricoprirà un ruolo da protagonista, Empire Manifacturing e produzione industriale, mentre il dato che potrebbe darci davvero l’idea di come è visto il dollaro dagli investitori è quello relativo ai Tics. Passiamo ora alla consueta anilisi tecnica dei principali tassi di cambio.

L’immancabile eurodollaro eri sera ha dato vita ad un percorso di inversione da quella che sembrava una ripresa del trend, in atto sino dalla riapertura dei mercati domenica sera. Osservando infatti un grafico di breve, un timeframe orario per esempio, è chiaramente osservabile come il canale rialzista creatosi dall’area di supporto a 1.4320 sia stato oltrepassato a ribasso a 1.4455. A questo punto crediamo che nel breve, se il supporto che si trova a 1.44, sarà oltrepassato potremmo attenderci un nuovo aumento della pressione ribassita che potrebbe riportare i prezzi a vedere un primo obiettivo a 1.4380 ed un successivo che si trova sul punto di partenza del trend interrotto, appunto 1.4320. Un discorso più ampio invece, oltre a tenere fortemente in considerazione il supporto appena osservato, indica in 1.45 il punto di svolta rialzista, affinché la moneta unica possa mettere a segno un secupero sino alla prima area di resistenza a 1.4560.

Parliamo da giorni della stabilità del cambio UsdJpy. Anche ieri non abbiamo potuto scorgere grandi spostamenti nel percorso compiuto dal cambio, che ancora una volta non fa che confermare come 80.60 sia il più importante livello di resistenza nel breve. Questo è confermato da tre fattori interessanti: troviamo la coincidenza di massimi (almeno 4 con una tolleranza di 5 pips), qui transita la media mobile di lungo su un grafico con candele a 240 minuti oltre a rappresentare perfettamente il primo livello di resistenza, indicata da Fibonacci, osservando il percorso in calo del cambio compiuto da 82.15 sino a 79.70. Prossima a 80.30 transita la linea di tendenza, positiva, che congiunge i minimi crescenti da mercoledì 8 giugno, fornendoci un primo supporto di giornata.

Osserviamo ora il cambio EurJpy, notando come la mancanza di spunti confermati nel breve periodo ci spinga ad allargare il nostro orizzonte ed a trovare livelli molto interessanti, sebbene un po’ distanti da quello che è il prezzo attuale. Facciamo infatti riferimento alla forte resistenza posta in area 117.70 e al livello di supporto dinamico indicato dalla linea di tendenza positiva con origine il 15 maggio scorso, confermata i giorni scorsi da una congestione prossima a 115.05 e passante a 115.25 nell’immedaito futuro.
Guardiamo ora il cable, notando un movimento del tutto simile a quello visto sull’eurodolaro. All’interno di questo cambio notiamo come il livello di svolta rialzista coincida con 1.6425, dato che proprio su questo livello transita la trendline negativa che da fine maggio costringe i prezzi a nuovi minimi. Se il primo livello di supporto a 1.6350 non dovesse tenere, crediamo che 1.63 (già visto i giorni passati) potrebbe rivelarsi un interessante punto di arrivo.

Il movimento in calo del cambio EurGbp procede con grande precisione. Affermiamo questo poiché è possibile racchiudere quanto visto da mercoledì scorso all’interno di un canale ribassista molto preciso: a 0.8825 transita la resistenza, dinamica a questo punto, mentre a 0.8750 troviamo il livello di arrivo, o supporto. Sarà sufficiente al cambio fuoriuscire da questo canale per avere forza sufficiente a mostrare 80 punti circa di ulteriore movimento.

Concludiamo dando uno sguardo al franco notando come ci si trovi molto vicini ad un possibile cambiamento, nei confronti del dollaro. Il cambio UsdChf infatti ha nella notte definitivamente superato la resistenza di 0.8450 dando l’attacco a 0.85, livello chiave poiché poco al di sopra del punto di transito della media mobile di lungo periodo all’interno di un grafico a 4 ore. Era dal 24 maggio che i prezzi non toccavano questa media.

Per il cambio EruChf sembra invece che il livello di 1.23-1.2310 sia piuttosto difficile da oltrepassare. Anche qui la media mobile di lungo potrebbe scombinare le carte in tavola, dato che si trova a passare a 1.2250 nelle prossime ore e dato che negli ultimi due mesi questa è stata rispettata con grande precisione.
 
Vi ricordiamo inoltre che oggi alle 10:30, il nostro Managing Director Gabriele Vedani terrà un webinar dal titolo “Come oro, petrolio ed indici azionari possono aiutare a predire i trend valutari”: per chi volesse partecipare, è necessario registrarsi su:
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